Nel 2020 esce al cinema Est – Dittatura Last Minute, opera seconda di Antonio Pisu, un road movie liberamente ispirato al racconto Addio Ceausescu, di Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi. Un film distintosi come un piccolo gioiello nella cinematografia italiana degli ultimi anni, proponendo un racconto divertente ma anche malinconico ed emotivamente forte su un mondo sull’orlo del cambiamento, il tutto visto attraverso gli occhi increduli di tre giovani a loro volta prossimi a grandi novità. Cinque anni dopo, ecco arrivare in sala un sequel di quel film, Tornando a Est, scritto e diretto anch’esso da Pisu.
Ma cosa proporre per un seguito di un’opera autoconclusiva come quella del 2020, in cui la commedia e il dramma si bilanciavano in modo squisito, con la musica di Franco Battiato ad accompagnare immagini della grigia situazione vissuta in Romania in quei difficili anni? Saggiamente, Pisu evita l’effetto déjà vu spostando il proprio interesse verso un racconto macchiato da tinte più thriller, tra spie, corruzione e criminalità. Il tutto vissuto però sempre attraverso gli occhi dei tre protagonisti conosciuti già nel precedente film, grazie ai quali possiamo fare nuovamente esperienza dell’infrangersi di quelle illusioni di un mondo migliore.
La trama di Tornando a Est
È il 1991. Dopo la caduta del muro di Berlino, le tensioni internazionali sembrano essersi allentate. Molte operazioni di spionaggio continuano però a svolgersi nell’ombra. Il SISMI (Servizio Informazioni Sicurezza Militare Italiana) è sulle tracce di Natalino Franchi (Cesare Bocci) e Luigi Rampelli, i quali grazie alla loro posizione di prestigio all’interno dell’Aeronautica Militare Italiana, rivendono informazioni sensibili ai servizi segreti bulgari e al KGB. Pago (Matteo Gatta), Rice (Lodo Guenzi) e Bibi (Jacopo Costantini) sono invece tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima.
Pago continua il suo lavoro di guida turistica, Rice lavora ora presso una piccola banca, mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya (Alexandra Vale) che non ha però mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro. Incoraggiato dagli amici, parte insieme a Pago e Rice per un viaggio verso Sofia proprio con l’intento di conoscere finalmente la ragazza. Yuliya, però, nasconde un pericoloso segreto, che metterà in serio pericolo i tre ragazzi, che si vedranno così nuovamente coinvolti in una serie di sfortunate coincidenze.
Tornando a Est ci racconta di un mondo diviso e complicato
Come accennato, il grande pregio di Est – Dittatura Last Minute stava nel suo coniugare con grande sensibilità la spensieratezza e la comicità intrinseca dei tre protagonisti con un contesto quantomai drammatico, dove povertà e paura sembravano essere le sole forze dominanti. Pisu ha costruito con grande abilità un’atmosfera che via via si fa più soffocante, portando i protagonisti e noi spettatori con loro a dover prendere consapevolezza degli orrori che sono avvenuti (e avvengono) a poca distanza da noi. Un film che per certi aspetti ha anticipato il ripresentarsi di certe dinamiche, ancora oggi in vigore.
Con Tornando a Est, invece, l’obiettivo si allarga, andando a riflettere sul mondo post crollo del muro di Berlino. Un evento che si credeva potesse essere il segno tangibile di un mondo che si riscopriva unito e aperto alla fratellanza tra popoli. Purtroppo, come ben sappiamo, così non è stato e anzi nel tempo sono andati ad accentuarsi i confini da non oltrepassare, la paura dello straniero e la volontà di ritirarsi in un individualismo collettivo che non fa che rendere più vulnerabili. Concentrandosi sul viaggio in Bulgaria dei tre protagonisti, il film propone dunque queste e altre riflessioni, tra cui il non potersi fidare di nessuno in contesti simili.
Questioni qui affrontate attraverso dinamiche da thriller di spionaggio, con una vicenda che si svela più complessa rispetto a quella del precedente film proprio perché più complessi i tempi che va a raccontare. Ancora una volta, dunque, il regista fa delle vicende di questi tre ragazzi la base di partenza per un racconto che ha più di qualcosa da dire sul nostro oggi, affidandosi ad una coerenza nei toni e nelle atmosfere che permette anche qui di ritrovare ciò che tanto aveva convinto di Est – Dittatura Last Minute.
Squadra che vince non si cambia
Ma al di là delle novità proposte da questo sequel, vale anche il detto “squadra che vince non si cambia”. È quindi un piacere rivedere Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini nei ruoli dei tre protagonisti, personaggi che ritroviamo con nuove consapevolezze sulle spalle ma anche pesi dell’età adulta da dover gestire. I tre sfoggiano anche stavolta una sintonia di gruppo che permette a Tornando a Est di poter contare su un trio divertente e spontaneo, dimostrandosi però anche convincenti nei momenti di maggior tensione e drammaticità. In particolare, sui loro volti ritroviamo quei sogni e speranze in parte ammaccati dal passare del tempo ma ancora in grado di restare in piedi.
Non si può però non menzionare l’ingresso in questo sequel di Cesare Bocci (celebre interprete di serie come Il commissario Montalbano e Imma Tatarani – Sostituto procuratore), che si mette alla prova con un personaggio ambiguo, misterioso, dotato indubbiamente di un carisma tutto suo. Diverte però in particolare il suo ricorrere a proverbi e aforismi, reinterpretandoli spesso a modo suo. Una caratterizzazione che ci regala un personaggio che dunque ben si inserisce nel folle contesto ideato da Pisu, per un film che si conferma un esperimento riuscito.
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Tornando a Est
Sommario
Con Tornando a Est Antonio Pisu realizza un sequel che pur riproponendo gli elementi migliori di Est – Dittatura Last Minute, se ne discosta quel tanto che permette di evitare l’effetto déjà vu, offrendoci in particolare un racconto che ci invita a riflettere sulle derive del mondo post crollo del muro di Berlino.