Warcraft – L’inizio: recensione del film di Duncan Jones

Warcraft - L'inizio

Duncan Jones (Moon, Source Code) si è fatto carico di un’impresa titanica, uscendo vincitore da una lotta impari contro aspettative altissime e un materiale di partenza sconfinato e amatissimo dai fan in ogni angolo del mondo. Warcraft – L’inizio è un’esperienza cinematografica divertente, affascinante, emozionante e coinvolgente, anche buffa, a tratti, ma non per questo meno epica.

 

In Warcraft – L’inizio quando le distese di Draenor si inaridiscono, divorate da una forza oscura e malvagia, l’Orda di Orchi, composta da diverse tribù e guidata dal sinistro Gul’dan, è costretta a conquistare un altro mondo per sopravvivere. Attraverso un portale magico i più potenti guerrieri dell’Orda, tra cui il Capoclan Durotan , arrivano ad Azeroth, rigogliosa e pacifica landa. Toccherà a re Llane Wrynn (Dominic Cooper), con al suo fianco il fedele Anduin Lothar (Travis Fimmel), respingere l’inatteso attacco, mentre forze molto più oscure e insospettate si muovono nell’ombra.

Warcraft - L'inizio

Warcraft – L’inizio, il film

La confezione fantasy del prodotto, corredata da una colonna sonora poderosa e servizievole, da una grandiosa CGI e da un concept che restituisce in maniera filologica l’universo dell’omonimo gioco di ruolo, si rivela vincente nel momento in cui strizza ripetutamente l’occhio ai fan, affascinando, allo stesso tempo, chi del gioco originale non conosce nulla. Certo, per coinvolgere tutti sono necessarie spiegazioni e per questo, di tanto in tanto, in oltre due ore di film, il ritmo si arena, ma nel complesso Warcraft – L’inizio svolge alla perfezione il ruolo che gli spetta nel panorama di un genere che, dopo Il Signore degli Anelli, è riuscito ben poco a fare breccia nel cuore degli spettatori. Tra protagonisti scelti alla perfezione ed evoluzioni registiche mirabili (e non ci aspettavamo nulla di meno da Jones), la pellicola è un piacere per gli occhi e per l’animo avventuriero che è in ogni spettatore. Dove il film pecca è però nel terzo atto, dove un montaggio frettoloso, conseguenza forse del dover rimanere in tempi competitivi, sacrifica la parte action più pura in favore di quella necessaria a spiegare e mostrare.

Il lavoro di CGI e computer grafica, con tanto di motion capture per i personaggi non umani, tanto criticato all’estero, svolge invece a pieno la sua funzione di creare un mondo che non esiste ma che allo stesso tempo è ben noto ai giocatori di vecchia data. Allo stesso tempo, tematicamente parlando, il male e il bene sono chiaramente visibili ma sconfinano l’uno nell’altro, senza fornire lezioni semplicistiche e nette. L’ambientazione, il fascino, la magia, la potenza e l’umanità delle scelte e delle necessità in gioco rendono il film un coinvolgente intrattenimento per i fan e per gli spettatori vergini, tutti desiderosi, a fine proiezione, di tornare ad Azeroth.

Warcraft - L'inizio

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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