A distanza di dieci anni dal primo film, arriva nelle sale italiane Zombieland – Doppio Colpo, il film diretto da Ruben Fleischer con Woody Harrelson, Emma Stone, Jesse Eisenberg e Abigail Breslin.
In barba alle 10 Years Challenges che hanno impazzato in rete per qualche settimana, chi però ha risposto bene allo scorrere degli anni sono Tallahassee, Wichita, Columbus e Little Rock che in Zombieland – Doppio Colpo, tornano nel loro solido schieramento, una famiglia sui generis che sembra aver trovato finalmente una dimensione se non stabile almeno sicura, nel mondo ancora infestato dagli zombie.
Ruben Fleischer torna alla regia del sequel del film che si è fatto spazio con le unghie e con i denti nel mercato italiano. Perché sebbene Zombieland sia ora, anche da noi, un film culto, è stato presentato in Europa al Sitges ed in Italia è uscito solo in Home Video. Il seguito raccolto nel corso degli anni ha messo la Sony di fronte alla possibilità di battere cassa, realizzando appunto questo secondo film.
Zombieland: Doppio Colpo, un doppione più che un sequel
Tuttavia, nonostante sia un sequel, Zombieland – Doppio Colpo rivela nel titolo la sua natura, ovvero quella di doppione. I quattro protagonisti sono tornati, sempre più o meno uguali a se stessi (a differenza degli interpreti che in dieci anni sono cresciuti moltissimo, in tutti i sensi), ripetono all’infinito le stesse battute autoreferenziali, tanto che, in una sequenza tanto lunga da perdere l’effetto comico, intervengono addirittura due personaggi uguali a Tallahassee e Columbus a confrontarsi con i protagonisti.
Sorprendente la capacità della produzione di essere riuscita a mettere insieme il cast del film originale. Woody Harrelson, Emma Stone, Jesse Eisenberg e Abigail Breslin hanno portato avanti in questi anni delle carriere molto diverse che, con l’eccezione della ex Olive di Little Miss Sunshine, li hanno portati alle vette di Hollywood (la Stone con un Oscar in tasca) ed è stato quindi complicatissimo riuscire a pianificare le riprese, conciliando il lavoro di tutti. A questo piccolo miracolo logistico, però, non corrisponde un esito di uguale successo nella realizzazione del film e nello sviluppo della storia vera e propria.
In un panorama dell’intrattenimanto in cui gli unici zombie rimasti sono quelli di The Walking Dead, che languiscono in una ennesima stagione senza troppo successo, e in cui George Romero non c’è più, il morto vivente affamato di cervelli si spoglia completamente di ogni significato, annacquando anche la vena comica del film che risulta fiacca e autoriferita in un continuo rimando non solo al film precedente ma anche a quella cultura pop, unica ancora di salvezza per un prodotto in cui nessuno degli interpreti sembra credere davvero.
Gli sceneggiatori di Deadpool non convincono
Sorprende che alla sceneggiatura del film ci sia lo stesso duo, Rhett Reese e Paul Wernick, che ha portato al cinema Deadpool, perché il più grande neo di Zombieland: Doppio Colpo è proprio la mancanza di idee. La voce narrante di Columbus funziona ma non entusiasma, lo “spiegone” per capire l’evoluzione degli zombie è un mezzuccio per strappare la risata, e la reiterazione delle regole diventa davvero un tirare per il braccio lo spettatore che di tanto in tanto si distrae, durante la visione.
Persino la scelta di far tornare Bill Murray in un pur divertente cameo è un ulteriore rimando a se stessi, una scena che per quanto comica non fa altro che mettere questo film, impropriamente detto sequel, in condizione di guardare al suo predecessore, con una deferenza tale da non essere in grado nemmeno di modificarne le gag utilizzate per scatenare la risata.
Zombieland: Doppio Colpo ci indica suo malgrado il pessimo stato di salute dell’industria hollywoodiana che si volge al passato, cercando di spremere al massimo idee vecchie, senza investire in scrittura e soggetti che possano davvero destare interesse e raccontare meglio qualcosa di originale.