Era dal 2006 (La Bestia nel Cuore di Cristiana Comencini) che l’Italia non compariva nella cinquina di candidati al miglior film straniero, ed è dal 1999 (La Vita è Bella di Roberto Benigni) che la preziosa statuetta non prende l’aereo con il regista/produttore per essere portata nello Stivale. Quest’oggi, con l’annuncio delle nomination agli 86esimi, finalmente tra quei cinque Paesi compare anche il nostro, l’Italia, terra di santi, poeti e navigatori e un tempo anche di grandi registi.

I gusti cinematografici sono insindacabili per cui non si può imporre a tutti il fatto che La Grande Bellezza sia un gran film, tuttavia si può cercare di fare appello all’orgoglio nazionale, a quell’orgoglio frustrato ogni volta che un talent americano, nel rispondere alla domanda “qual è il cinema italiano che ami“, dice “Fellini, Visconti, De Sica“. Non hanno certo torto, Fellini, Visconti e De Sica (e altri) sono, tutt’oggi, il meglio che il cinema italiano abbia conosciuto, ma sarebbe bello sentire da oggi in avanti una risposta diversa, sarebbe bello essere ricordati, da un punto di vista cinematografico, non solo per i grandi Maestri del passato e per quel Benigni de La Vita è Bella che per ritirare il suo premio al migliore attore protagonista calpestò le mani di Steven Spielberg, ma anche per qualche nome nuovo, per qualche film recente, magari per La Grande Bellezza (che possa essere il primo di una nuova lunga serie).

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