Argo

Dopo qualche ora di sonno, con la mente più lucida, possiamo finalmente realizzare a pieno cosa sono stati questi 85esimi Oscar, questa edizione degli Academy che ha portato alla vittoria di Argo, ma al trionfo di Vita di Pi. Il film di Ben Affleck era sicuramente il destinatario privilegiato del premio per il miglior film, soprattutto perché l’attore, regista e produttore si era guadagnato tantissima simpatia e un sacco di consensi per aver mancato la nomination alla regia. Una sorta di premio di consolazione che però è stato accolto tutt’altro che con freddezza. Affleck ha ricordato, nel breve discorso di ringraziamento, che tanti anni prima, da ragazzo aveva già calcato quel palcoscenico, e tornarci dopo tanto tempo, con una carriera difficile alle spalle è stato davvero importante per lui. Ben ringrazia tutti, come già fece quando vinse l’Oscar per la sceneggiatura di Will Hunting Genio Ribelle insieme a Matt Damon, e noi ringraziamo lui, per aver trovato la sua strada, per averci fatto amare il suo film e perché ci possa regalare ancora tanti altri capitoli della sua luminosa carriera.

 

La sorpresa vera, come accennato, è stato invece il film Vita di Pi: collezionando una marea di nomination, il film di Ang Lee aveva vinto “solamente” premi tecnici, e la cosa sembrava si stesse replicando per gli Oscar, quando ecco che per la migliore regia viene chiamato il suo nome … e quasi nessuno ci crede! Forse nemmeno Lee in persona, ma eccolo che con la consueta umiltà e la grande simpatia corre sul palco, afferra la statuetta e ringrazia il Dio del Cinema! Al suo film sono andate anche altre statuette importanti, tra cui i migliori effetti e la miglior colonna sonora. Forse quest’ultimo punto poteva essere valutato meglio dall’Academy: lasciare fuori Dario Marianelli? Forse è l’orgoglio italico a parlare, ma sicuramente la colonna sonora di Anna Karenina meritava qualcosa in più.

Vita di Pi film

Grandi esclusi della serata, Steven Spielberg e David O Russell hanno guardato assegnare i premi ai colleghi senza (quasi) batter ciglio. Eppure i favoriti erano proprio loro: il primo non era così in forma alla regia damoltissimo tempo, il secondo, dopo la grande abbuffata di nomination senza risultati personali per The Fighter forse confidava di più in qualche premio. In realtà un po’ di amaro in bocca resta per Spielberg, che però ormai è da considerarsi così al di sopra degli altri addetti ai lavori, che sembra quasi un nonno benevolo invitato alla festa ma che lascia ballare gli altri. Per O Russell invece la storia ha fatto il suo corso, relegando ancora una volta nell’angolo un film (e un regista) sicuramente valido ma sopravvalutato.

Una magra consolazione per i due registi è stata la vittoria dei loro attori protagonisti: Jennifer Lawrence, una magnifica meringa rosa pallido, inciampa sulle scale mentre va a ritirare il suo primo Oscar. Bellissima e bravissima la piccola Jennifer (22 anni) era emozionatissima, e il suo inciampare come una ragazza normale l’ha resa forse ancora più bella agli occhi di chi, dal divano di casa, tifava per lei. Peccato, come già detto, per Jessica Chastain, che in Zero Dark Thirty ha dato prova ancora una volta, di essere una delle migliori attrici in circolazione. Che per lei si preannunci una carriera piena di nomination non ci sono dubbi, ma a quando il meritato riconoscimento?

Daniel Day-Lewis ha ricevuto l’unico Oscar “importante” per Lincoln. Il Presidente ha scherzato con la Lady di Ferro (Meryl Streep che gli ha consegnato il premio), dal momento che tra capi di Stato detentori di record se la intendono alla perfezione. Se Meryl ha ricevuto 17 nominatio e tre statuette, detenendo un record assoluto, Daniel, sempre affascinante e quanto mai commosso, è il primo attore ad aver vinto tre Oscar, e tutti nella categoria di  protagonista. Resta a bocca asciutta Hugh Jackman, situazione che dispiace particolarmente ai fan dell’attore che ha avuto per la prima volta nella sua vita la possibilità di avere un ruolo che ne mettesse in risalto davvero tutte le doti artistiche che possiede. Chissà se capiterà di nuovo a Hugh una occasione così ghiotta!

Niente storie nè commenti invece per la coppia di non protagonisti: Anne Hathaway e Christoph Waltz si sono strascinati dietro, a partire dai Golden Globe, tutti i premi possibili e hanno confermato alla grande le aspettative di tutti portandosi a casa l’omino dorato. Per Waltz arriva la doppietta, e con grande eleganza l’attore tedesco ringrazia il suo personaggio ma anche l’uomo che l’ha creato, Quentin Tarantino. La piccola Anne invece risulta un po’ meno brillante di quanto ci saremmo aspettati, ma forse sarà stata l’emozione a farla diventare più seriosa diquanto non sia. Resta a bocca asciutta Sally Field, che forse era davvero l’unica con le carte in regola per sfilare ad Anne il premio, e anche Tommy Lee Jones, che ha dato prova di grandissimo talento artistico nel suo ruolo per Spielberg.

Nota a margine per la migliore canzone originale: Skyfall. Non poteva che vincere lei, con il suo sorriso, la sua capacità interpretativa, la sua voce potente e sensuale. Adele ha conquistato il mondo, ed ora anche l’Academy; non c’erano dubbi in merito eppure la cantante britannica era in lacrime, felice come una bambina davanti ad una torta di compleanno…solo che la torta in questione è d’oro e si chiama Oscar.

Quando si arriva a giocare a questi livelli è impensabile non lasciare fuori qualcuno di grosso, e quindi con buona pace di chi ha “perso” facciamo i nostri più sinceri auguri a tutti i vincitori. Qui trovate la lista completa dei vincitori.

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