Biancaneve: recensione del film con Julia Roberts

Biancaneve

Arriva al cinema Biancaneve, il fantasy diretto da Tarsem Singh con protagonisti Julia RobertsLily Collins e Armie Hammer. La scelta del cast ha creato curiosità, le prime foto promozionali l’hanno alimentata e il trailer del film ne ha suggerito l’ironia e il brio con cui sarebbe stata raccontata una delle storie più amate di sempre. Arriva al cinema Biancaneve (Mirror Mirror) di Tarsem Singh (Immortals, The Fall) in cui una bellissima Regina cattiva (Julia Roberts) è ossessionata dal potere, dalla ricchezza e dalla bellezza e tiene rinchiusa al castello la 18enne Biancaneve (Lily Collins) fino a che l’arrivo di un Principe bello e ricco (Armie Hammer) non altera gli equilibri e spinge la Regina a scacciare la figliastra e ad insidiare il Principe e la sua ‘dote’.

 

E’ una sorta di triangolo amoroso la rilettura di Biancaneve e i Sette Nani della Relativity Media portata sullo schermo dalla bravura indiscussa di Tarsem che con un sapiente uso della fotografia e dei colori dirige con toni e luci da cartone animato un film in live action che vede il suo punto di forza nella sceneggiatura. Regina incontrastata del film (in tutti i sensi) è Julia Roberts: bellissima, isterica, molto ironica e terribile la Pretty Woman d’America gioca con la sua età e con le sue rughe portate con estrema grazia e tanta autoironia. La Roberts trasforma il suo sorriso aperto e dolce in una risata isterica e cattiva senza perdere il suo fascino portando sullo schermo una Regina molto particolare, in cerca di un matrimonio per salvare le casse del Regno, attratta dal conturbante fisico scultoreo del Principe e ovviamente invidiosa della giovinezza (più che della bellezza) di Biancaneve.

Biancaneve, il fantasy diretto da Tarsem Singh

Dal canto suo la dolce principessa per eccellenza, la prima alla quale la Disney dedicò un lungometraggio, è interpretata da Lily Collins che a livello estetico ha tutte le carte in regola per il ruolo: delicatamente bella, molto dolce e all’occorrenza volitiva, la sua Biancaneve è una donna moderna che riesce a trovare il coraggio di rivendicare ciò che è suo spinta soprattutto dall’amore. Dimenticate la Biancaneve della Disney, la Collins in corsetto e spada combatte contro i mostri e somiglia più ad una Mulan o ad una Pocahontas che alla sua omonima disegnata.

Presenti all’appello i sette nani, che vivono nella foresta grazie alla loro attività di ladri. Loro sono l’aiutante magico, l’elemento di comicità e il principale mezzo che Biancaneve ha per sollevarsi dalla sua prima situazione di difficoltà. Armie Hammer è il Principe, in una performance purtroppo sotto tono o semplicemente in un personaggio un po’ tonto che nonostante tutto funziona e pronuncia la battuta migliore di tutto il film (agli spettatori spetterà di scovarla). La fotografia molto luminosa e i costumi spettacolari aggiungono un tocco fiabesco coronato soprattutto dalla bellissima colonna sonora del pezzo grosso Alan Menken, compositore de La Bella e la Bestia, La Sirenetta e molte altre soundtrack da Oscar (il compositore ne vanta ben 8!).

Bellissima poi la rivisitazione dello Specchio Magico, sempre presente e forse unico amico della Regina; la sua rappresentazione ricostruisce un vero e proprio ambiente intimo in cui la donna vanitosa per eccellenza esterna le sue paure, i suoi più oscuri desideri e la sua sconfinata e folle brama di potere. Tarsem riesce a superare quest’ardua prova realizzando un film divertente, intelligente, che prende in giro se stesso e la classica narrativa fiabesca pur rimanendo saldamente collocato in quel filone ‘per bambini’ che, quando è realizzato come in questo caso con criterio, affascina anche i grandi.

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