Dei quattro capitoli letterari di Dan Brown dedicati alle indagini del professor Robert Langdon, Inferno è l’ultimo pubblicato, appena tre anni fa, nonché quello più bersagliato dalla critica (negativa e molto meno indulgente del passato). Pertanto l’occasione che si presentava ad Hollywood, con il team de Il codice da Vinci e Angeli e Demoni di nuovo riunito, era se non altro un’opportunità di migliorare il materiale di partenza con l’aiuto del mezzo cinematografico; in questo avranno sicuramente contribuito l’ambientazione suggestiva di Firenze, con tutti i suoi scorci medievali e l’atmosfera claustrofobica, un cast rassicurante e il ritmo instancabile del montaggio, coadiuvato dalla regia sempre pulita di Ron Howard.

 

Al centro della storia un’altra teoria complottista che denuncia il sovraffollamento del pianeta Terra come causa principale di un futuro collasso, simile a livello iconografico all’Inferno tratteggiato da Dante nella Divina Commedia. Attraverso una ricerca forsennata tra la capitale toscana, Venezia e Istanbul, Langdon risolverà l’enigma che è alla radice della storia contemporanea e che, in qualche modo, ci riguarda tutti.

Inferno 2

Inferno: trailer italiano ufficiale

In superficie, il “pacchetto” Inferno non delude affatto le aspettative: Howard gira un film tecnicamente buono, espressione di una maturità artistica consolidata nel tempo e sempre sinonimo di garanzia; certo siamo lontani dalle peripezie di ripresa di Rush, ma il risultato complessivo appare assai godibile e lo spettatore non soffrirà alcun minuto della corsa senza fiato del professor Langdon (Tom Hanks) e della nuova spalla femminile Sienna Brooks (Felicity Jones). Se si scava sotto la crosta invece, questo terzo adattamento di un bestseller di Dan Brown rivela ampiamente i limiti già presenti nella versione letteraria, mancando di sostanza e in alcuni momenti precipitando nel nonsense più assoluto.

Nemmeno l’atteso (e scontato) plot twist, che arriva puntuale verso la metà del film, riesce a risollevare le sorti di un racconto debole, come deboli e patetiche sono certe battute; non è servito neanche ridurre la dimensione dantesca (cruciale nel romanzo) a sparuti accenni e linee guida generali, un elemento che forse avrebbe incontrato più la preparazione e la cultura del pubblico italiano, con relative imprecazioni, piuttosto che la comprensione di spettatori di tutto il mondo. Dire che sia un peccato, è esso stesso un peccato. Inferno è cinema d’intrattenimento puro, che piaccia o no.

Inferno film

- Pubblicità -