Padri e figlie: recensione del film con Russell Crowe

Padri e figlie

Dopo due grandi successi (La ricerca della felicità e Sette Anime) e un recente disastro al botteghino (Quello che so sull’amore), Gabriele Muccino torna sul grande schermo e lo fa con Padri e figlie e un cast principale internazionale di altissimo livello, tra cui i tre premi Oscar Russell Crowe, Jane Fonda e Octavia Spencer, questa volta tentando per prima l’uscita cinematografica italiana.

 

Dramma familiare e sentimentale, Padri e figlie è caratterizzato da una struttura bipartita che alterna al montaggio sequenze del passato e del presente della storia, con un salto di ben trent’anni, con l’obiettivo di affondare le radici in due momenti altrettanto cruciali della vita dei protagonisti. Per quanto riguarda l’aspetto registico, ogni tanto purtroppo si cade nel vizio di indugiare più del necessario sul finale di una situazione e/o di una reazione di personaggio, quando si potrebbe tagliare leggermente prima.

Nonostante queste sottolineature di troppo e nonostante l’intreccio non sia sempre perfettamente credibile e scevro da qualche caduta di stile e/o mancanza di ironia, nel complesso stavolta il regista porta a casa un buon dramma, nel quale il pubblico femminile – target principale del film – può tranquillamente identificarsi viste le ottime capacità empatiche e interpretative di Amanda Seyfried e l’indiscutibile bravura e credibilità e di Russell Crowe in qualità di padre tendente pressoché ad una tenera ma non stucchevole perfezione. I due personaggi e protagonisti principali, padre e figlia appunto, fanno decisamente la differenza in Padri e figlie, mentre alcuni personaggi secondari non risultano perfettamente sfaccettati, se non a volte didascalici nella loro funzione di aiutanti o villain dell’amore padre/figlia, il che è un po’ un peccato visto che suonano come note stonate in un drama non originalissimo ma che fa il suo compito, soprattutto per quanto riguarda l’atmosfera generale del film.

Costumi, scenografie, musica e una fotografia molto calda coadiuvano a creare un look molto ben definito e un mondo narrativo coerente, molto riuscito soprattutto nella parte del film Padri e figlie, ambientata negli anni Ottanta dell’infanzia della piccola Kate. Quest’ultima è interpretata dalla piccola Kylie Rogers (già vista nella serie TV The Whispers): la piccola talentuosa senza dubbio riesce a regalare insieme a Crowe i momenti più intensi della pellicola.

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RASSEGNA PANORAMICA
Alessandra Graziosi
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
padri-e-figlie-recensione-del-film-con-russell-croweDramma familiare e sentimentale, Padri e figlie ha una struttura bipartita che alterna sequenze del passato e del presente, con un salto di trent'anni, per affondare le radici in due momenti altrettanto cruciali della vita dei protagonisti.