The Company You Keep: recensione del film di Robert Redford

The Company You Keep film recensione

E’ stato presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia The Company You Keep, il nuovo film di e con Robert Redford. Al suo fianco, Shia LaBeouf, Susan Sarandon, Brendan Gleeson, Richard Jenkins, Nick Nolte e Chris Cooper.

 

Jim Grant (Rober Redford) è uno degli ultimi fuggitivi del movimento radicale di ispirazione comunista-rivoluzionata denominata Weather Underground che durante il periodo della guerra del Vietnam infiammò, con atti al limite del terrorismo, le città americane.

L’FBI inseguiva questi personaggi finché la maggior parte dei ricercati hanno cambiato identità. Un giorno Sharon Solarz (Susan Sarandon) stanca del suo passato decide di costituirsi mettendo in pericolo tutti i suoi compagni e soprattutto Jim, poiché è ricercato anche per omicidio dopo una rapina finita male nel 1974. Jim, diventato avvocato, si imbatte in un giovane e ambizioso reporter, Ben Shepard (Shia LaBeouf) in cerca di una vera storia che segni la sua carriera. E mentre Ben scava nella verità e nella vita dei militanti, Jim è costretto ad abbandonare tutto e darsi alla clandestinità per fare chiarezza nel suo passato.

La sceneggiatura di The Company You Keep è adattata da Lem Dobbs dal romanzo omonimo di Neil Gordon, la storia ha tutte le carte per essere un emozionante thriller ma purtroppo si sofferma troppo sugli eventi politici facendo sembrare l’intera sceneggiatura un meccanismo ad incastro più che ad intreccio. Forse sarà per questo motivo per cui il cast, veramente eccezionale sulla carta, non è riuscito a far trasparire il coinvolgimento necessario per la vicenda. A partire dal regista/attore Robert Redford, che invece di restituirci la paura di perdere tutto quello che ha costruito e la voglia di provare la sua innocenza, si limita a fare “entrare e uscire” gli altri personaggi e fornirci le ragioni degli eventi che in parallelo Shia LaBeouf trova negli archivi.

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Quest’ultimo con un look misto tra il nerd e il vintage non riesce a marcare la sua identità professionale, anzi forse risulta essere già vista e il suo riscatto finale è fin troppo prevedibile. Gli altri uomini del cast, Brendan Gleeson, Richard Jenkins, Nick Nolte e Chris Cooper servono solo come intermezzo tra le immagini di repertorio e i dialoghi con Jim, quando invece in questo particolare caso sarebbe stato giusto approfondire le scelte che hanno portato a lasciare la lotta, dato che le motivazioni ce le fornisce in maniera esauriente il giornalista.

Tra le donne, Susan Sarandon è l’unica a trasparire l’emotività di una madre ex attivista, nella scena dell’interrogatorio spinge lo spettatore a riflettere su come sia stata la sua vita, mentre Julie Christie è poco passionale e convincente come donna che non ha mai abbandonato la causa e purtroppo, anche lei è prevedibile nel finale.

La nona regia di Robert Redford rimane asciutta ed essenziale senza troppi estetismi ma facilitando il montaggio in parallelo di Mark Day (Harry Potter e i doni della morte) che per quanto provi a dare una sorta di ritmo con determinati tagli, le scene in sé non hanno la giusta verve per il taglio adrenalinico.

Tutto sommato The Company You Keep è un buon film che coinvolge una parte di storia americana di cui se ne conosce poco o nulla e che è interessante vedere sul grande schermo, solo che lascia l’amaro in bocca, poiché le premesse che lo hanno accompagnato fino alla 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia era molto positive, oltre che buone, quindi ci si aspettava qualcosa in più che tutto il cast artistico era in grado di fare.

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