Gambit: il film di Rupert Wyatt si sarebbe ispirato al Padrino

L’imminente fusione tra Disney e Fox per quanto riguarda la cessione dei diritti cinematografici dei personaggi Marvel ha costretto in “panchina” i nuovi progetti annunciati mesi fa, tra cui quello dedicato a Gambit, il mutante ladro, abile truffatore e affascinante seduttore che avrebbe avuto il volto di Channing Tatum.

Quattro anni fa Rupert Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie) venne contattato per dirigere il film, e all’epoca si fece anche il nome di Lea Seydoux come possibile protagonista femminile nei panni di Bella Donna Boudreaux; poi, a settembre 2015, fu lo stesso Wyatt ad abbandonare definitivamente lo sviluppo e altri registi come lui, tra cui Doug Liman e Gore Verbinski, lasciando Gambit nelle mani del destino.

Intervistato da Collider in occasione della premiere sel suo Captive State al South By Southwest, Wyatt è tornato a parlare del cinecomic spiegando le ragioni della sua dipartita e del tono che avrebbe voluto imprimere alla sceneggiatura:

Sarebbe stato una sorta di heist movie con rapine e cose del genere, un film d’epoca con un’ambientazione come quella degli anni Settanta mista alla modernità. Ci sarebbero stati scontri tra bande di mutanti e una riflessione sul senso dell’appartenenza tra le paludi di New Orleans, generalmente molto divertente.”

So che Channing ha lavorato sulla sceneggiatura per trasformarla in una commedia romantica” ha continuato il regista, “E da ciò che ho letto sarebbe stato un film fantastico, molto diverso da quello che mi avrebbe coinvolto anni fa. Ma ora la Disney ha le redini del progetto, quindi non so quali siano i loro piani“.

Infine, Wyatt ha parlato delle difficoltà di gestazione in titoli di questo tipo:

Ciò che accade in queste produzioni cinematografiche dipende dalla reazione del pubblico: quando spendi 150 milioni di dollari per realizzarle, devi assicurati di lavorare bene e di rientrare nel budget. Come regista ho attraversato quel processo, e posso dire che è davvero difficile finire con un film che funzioni davvero che abbia una storia coesa. Forse all’epoca io, Channing, e i produttori eravamo nel posto sbagliato al momento sbagliato per quel film“.

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Fonte: Collider

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