Jack Ryan – terza stagione: recensione della serie con John Krasinski

Dal 21 dicembre arriva su Prime Video la terza stagione del celebre agente nato dalla penna di Tom Clancy.

Jack Ryan
John Krasinski (Jack Ryan)

Dopo aver sventato corruzioni e cospirazioni in Venezuela nella seconda stagione della serie, l’agente Jack Ryan è temporaneamente scomparso da ogni radar. Amazon aveva da subito rinnovato la serie con protagonista l’attore John Krasinski per una terza stagione, ma la realizzazione e distribuzione di questa ha richiesto più tempo del previsto. Una pausa durata dunque dal 2019 al 2022, periodo segnato come noto da una pandemia e innumerevoli altre problematiche globali. Finalmente, però, uno degli agenti speciali più celebri della letteratura e dell’audiovisivo è pronto a tornare sulla piattaforma Prime Video con la tanto attesa terza stagione.

 

Disponibile dal 21 dicembre con 8 nuovi episodi, la nuova stagione è stata descritta come particolarmente importante per l’arco narrativo del personaggio, la cui storia si concluderà con la già annunciata quarta stagione. Ritroviamo infatti Ryan intento a lavorare come funzionario della CIA a Roma quando viene informato che il Progetto Sokol, un piano segreto per restaurare l’Impero Sovietico è stato ora riattivato. Per l’agente le cose si complicano quando viene erroneamente coinvolto in una cospirazione più ampia, accusato di tradimento e costretto pertanto a fuggire dal suo stesso governo. Attraversando l’Europa, Jack dovrà dunque gareggiare contro il tempo per impedire che la cascata di conflitti destabilizzanti porti a una catastrofe globale.

Jack Ryan – terza stagione: tensione, non adrenalina

Quello dello spionaggio è da sempre uno degli ambienti più saccheggiati dal cinema e dalla televisione. Nel corso degli anni sono innumerevoli gli agenti segreti o le spie che hanno calcato il grande o il piccolo schermo. Dall’iconico James Bond fino ai più recenti Ethan Hunt di Mission: Impossible, Jason Bourne o Jack Reacher (anche quest’ultimo ora su Prime Video con una sua serie). Rispetto a loro, Reacher è in realtà rimasto più nell’ombra, nonostante sia stato interpretato per il cinema anche da attori del calibro di Alec Baldwin, Harrison Ford, Ben Affleck o Chris Pine. Questo perché il personaggio, nato dalla penna del celebre scrittore Tom Clancy, è prima di tutto un’analista.

Una figura certamente più difficile da rendere appassionante rispetto ad un agente che vive principalmente di azione spericolata, come ad esempio gli altri nomi poc’anzi citati. Nelle sue occasioni cinematografiche, infatti, Ryan era spesso e volentieri stato reso sempre più simile ad un qualunque Bond o Bourne. La serie ideata da Carlton Cuse e Graham Roland, invece, ha il pregio di portare sullo schermo una versione del personaggio e delle sue vicende molto più in linea con quanto presente nei romanzi di Clancy. Ed è stata proprio questa la forza delle prime due stagioni, che offrivano situazioni, personaggi e risvolti narrativi a loro modo originali e distanti dagli ormai abusati canoni di questo genere di opere.

La terza stagione continua su questa direzione, offrendo un Ryan più che mai impegnato a svolgere un ruolo da vero e proprio detective, bisognoso di dati, ricerche e analisi per poter giungere a conclusioni certe e inequivocabili. Naturalmente non manca anche l’azione, in questa stagione particolarmente presente e possente, considerando la natura della minaccia, ma questa riesce a non essere mai la sola fonte di intrattenimento. Molto del fascino è dunque conservato proprio all’interno delle situazioni ricche di tensione più che di adrenalina, nelle quali risulta difficile identificare alleati e nemici e ogni parola o azione sbagliata può dar vita a conseguenze particolarmente gravi.

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John Krasinski, un perfetto Jack Ryan

Questa terza stagione sembra dunque recuperare maggiormente un clima da spy-story, in linea con una trama che fa di una minaccia passata, l’Unione Sovietica, un pericolo presente. Gli echi della Guerra Fredda si fanno dunque sentire in questi otto episodi che in realtà sembrano parlare molto più del nostro contemporaneo che non di conflitti in atto ormai settant’anni fa. La serie, come già avvenuto per le sue prime due stagioni, porta infatti in scena situazioni che derivano e riflettono in modo più stretto di quanto possa sembrare sul mondo di oggi, sulle tensioni politiche e sulle possibili ripercussioni globali. I registi dei vari episodi sottolineano tale aspetto attraverso una costruzione scenica che esalta la gravità del momento, generando un forte coinvolgimento emotivo.

A rendere tutto ciò ancor più avvincente vi è naturalmente la presenza di John Krasinski, attore che già con le prime due stagioni aveva dato prova di poter essere un convincente Jack Ryan e che con questi nuovi episodi si conferma la scelta perfetta per il personaggio. L’attore, capace di passare dai toni comici a quelli più drammatici, risulta credibile tanto nelle dinamiche più investigative quanto in quelle più propriamente d’azione. Anche suo è dunque il merito di aver reso l’agente Jack Ryan un personaggio tanto affascinante e carismatico, che nulla sembra avere da invidiare ai più noti agenti segreti del cinema e della televisione. In attesa della quarta ed ultima stagione, questa terza si rivela come un ritorno più gradito ed entusiasmante del previsto.

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RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
jack-ryan-terza-stagione-john-krasinskiCon questa terza stagione di Jack Ryan gli autori puntano sul recuperare toni e situazioni maggiormente aderenti all'immaginario dello spy-movie, costruendo una tensione resa ancor più forte dagli evidenti rimandi all'attualità. John Krasinski si conferma interprete ideale del personaggio, capace di gestire al meglio tanto le dinamiche investigative quanto quelle più action, permettendo al suo Ryan di affermarsi per carisma e credibilità.