Diretto da Jessica Swale, Giorni d’estate (qui la recensione) è un film drammatico britannico che racconta la storia di Alice, una scrittrice solitaria che vive in un cottage sul mare nel Kent. Durante la seconda guerra mondiale, è costretta ad accogliere un ragazzino di nome Frank, evacuato da Londra. All’inizio riluttante a prendersi cura di lui, Alice gradualmente instaura un legame con Frank e condivide con lui le sue ricerche sul folklore e le credenze pagane. Tuttavia, ben presto lui inizia a ricordarle il suo amore perduto, e lei comincia a provare un senso di responsabilità nei suoi confronti.
Questo porta a una scoperta sorprendente legata al passato di Alice, e lei e Frank sono costretti ad affrontare i loro traumi per guarire insieme. Con la sua narrazione emotiva ambientata in tempo di guerra e i suoi personaggi con cui è facile identificarsi, Giorni d’estate tocca il cuore del pubblico e parla di come tutto nella vita accada per una ragione. Inoltre, le straordinarie interpretazioni di Gemma Arterton, Gugu Mbatha-Raw e Lucas Bond aggiungono un elemento di realismo al film, facendo chiedere se sia ispirato a fatti realmente accaduti. Se anche voi siete curiosi di scoprirlo, abbiamo la risposta che fa per voi.
Giorni d’estate è tratto da una storia vera?
La risposta più semplice è che no, Giorni d’estate non è basato su una storia vera. È tratto da una sceneggiatura originale che la regista Jessica Swale ha scritto per una borsa di studio BAFTA che ha ricevuto. Ha quindi concepito la trama e i personaggi da zero, basandosi sul suo interesse per il folklore e la magia. In un’intervista, ha condiviso la sua inclinazione verso storie ottimistiche e realistiche, che hanno qualcosa in più di quanto sembri. Questo è proprio il caso della situazione della protagonista Alice nel film, e quindi Swale ha concepito l’intera narrazione su questo tema.
Inoltre, la regista conosce bene il periodo della seconda guerra mondiale, che ha studiato durante la sua infanzia, così come le varie esperienze che i bambini sfollati hanno vissuto quando sono stati mandati a vivere in un nuovo ambiente. L’evacuazione dei bambini da Londra alle campagne, uno degli elementi centrali del film, è infatti un evento storico documentato che coinvolse migliaia di famiglie inglesi. Questo contesto offre al film una cornice realistica e storicamente accurata. Mentre alcuni bambini hanno trascorso un periodo piacevole con parenti affettuosi, molti hanno dovuto affrontare ospiti poco accoglienti e situazioni di vita infelici.
Swale ha deciso dunque di approfondire quest’ultimo aspetto attraverso l’arco narrativo di Frank e ha costruito quella parte della narrazione facendo ricerche approfondite su storie umane reali e fatti storici di quell’epoca. Inoltre, Jessica Swale ha rivelato di aver attinto da storie vere di donne queer marginalizzate, spesso dimenticate dalla narrazione storica ufficiale. L’attrice Gemma Arterton, che interpreta Alice, ha condiviso in un’intervista del settembre 2020 il suo legame con il concetto del film a causa della sua storia familiare durante la seconda guerra mondiale.
“Avevo studiato la guerra a scuola e sono cresciuta sapendo degli sfollati perché mia nonna era stata evacuata da Londra, quindi quella storia era una parte importante della nostra vita”, ha detto. Non solo, Arterton ha elogiato il modo in cui il film destigmatizza le relazioni lesbiche attraverso la storia d’amore tra Vera e Alice negli anni ’40. L’attrice ha aggiunto: “C’è una scena molto bella in cui Alice chiede a Frank se è scioccato dalla sua sessualità, e lui semplicemente la accetta, dicendo: ‘Certo che no, non è strano, perché dovrebbe essere strano amare qualcuno?’. Questo è ciò che volevamo mostrare in questo film”.
Ha poi spiegato: “È il modo in cui sono cresciuta. La sorella di mia madre, zia Sarah, è gay, e non è mai stato un problema: lei e mia madre sono molto legate, e noi stavamo sempre con i suoi amici e le sue amiche… Penso che gran parte dell’omofobia esista perché le persone non frequentano un certo tipo di persone, non le umanizzano e non le vedono come persone normali“. Oltre a esplorare magnificamente le relazioni LGBTQ+ in quel periodo, il film tocca anche il trauma della perdita di un genitore e le tristi realtà della Seconda guerra mondiale.
Frank perde sia il padre che la casa durante la guerra, e la sua esperienza nel film rappresenta quella di migliaia di bambini che sono stati segnati per tutta la vita da situazioni così dolorose. Inoltre, il titolo originale “Summerland” si basa sul concetto reale di “The Summerland”, un termine dato dalle religioni pagane contemporanee alla loro idea dell’aldilà. Questo è un altro motivo fondamentale nella narrazione del film e rappresenta il nucleo del legame tra Alice e Frank. Il film ricrea in modo molto autentico l’Inghilterra rurale degli anni ’40 e le location e i personaggi realistici lo rendono ancora più credibile.
Quindi, possiamo dire che anche se questo film è principalmente un’opera di finzione, è una vera celebrazione della magia della vita umana e delle relazioni, oltre ad essere un resoconto abbastanza realistico della guerra. Giorni d’estate è quindi un’opera originale che, pur non basandosi su una biografia specifica, attinge alla realtà storica e sociale per costruire un racconto toccante e credibile, capace di riflettere su identità, maternità e connessione umana durante un periodo segnato dalla perdita e dalla trasformazione.