Sopravvissuto – The Martian (qui la recensione) è uno di quei film di fantascienza che sembrano altamente tecnici e realistici a una persona comune, ma le imprecisioni scientifiche contenute nel film farebbero alzare gli occhi al cielo a un vero ingegnere della NASA. Il numero di film di fantascienza e sui viaggi spaziali prodotti ogni anno suggerisce che il pubblico abbia una naturale curiosità per l’argomento; detto questo, i film di Hollywood non sono sempre scientificamente accurati. Piuttosto che assicurarsi che tutti i calcoli siano corretti, registi e produttori tendono a privilegiare la creazione di un film d’azione coinvolgente. Ciò solleva la domanda: gli eventi di Sopravvissuto – The Martian sono scientificamente accurati?
Il film – diretto da Ridley Scott – segue un gruppo di scienziati della NASA che studiano Marte quando vengono colpiti da una violenta tempesta, costringendo l’equipaggio ad evacuare il pianeta. Nel corso dell’operazione, Mark Watney (Matt Damon) viene scaraventato via, la sua tuta spaziale si strappa e l’equipaggio lo dà per morto. Watney è però vivo e deve trovare un modo per contattare il controllo missione e sopravvivere con le scarse provviste a disposizione fino alla prossima missione su Marte prevista quattro anni dopo. Nel proporre questa vicenda il film, che è un adattamento dell’omonimo romanzo di Andy Weir, si basa su una tecnologia reale, ma ci sono anche diversi elementi di pura fantascienza. Vediamo quali.
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L’abitazione su Marte
Gli astronauti in Sopravvissuto – The Martian, e in particolare Mark Wattney, vivono in un modulo abitativo noto come “Hab”. Si tratta di una struttura gonfiabile in grado di ospitare un piccolo gruppo di persone sul terreno marziano. L’Hab dispone anche di aria respirabile, un sistema di filtraggio dell’acqua riciclata e una pressione atmosferica simile a quella terrestre. Nel film, l’Hab diventa rapidamente la casa lontano da casa di Wattney ed è l’unica cosa che lo protegge dalle condizioni atmosferiche avverse.
Oggi la NASA sta utilizzando e testando diversi tipi di moduli, molto simili a quello raffigurato in The Martian. Attualmente, gli ingegneri della NASA stanno testando un modulo noto come HERA, che simula come sarebbe per gli esseri umani vivere nello spazio profondo (tramite la NASA). Gli astronauti sono in grado di vivere in questo ambiente artificiale per 14 giorni, vivendo e lavorando come farebbero in una missione reale. Presto, la NASA spera di estendere la simulazione a 60 giorni per comprendere meglio come le persone reagiscono a un ambiente così ristretto. Quindi l’Hab nel film non è poi così lontano dalla realtà.
I viaggi spaziali
Quando fugge da Marte in Sopravvissuto – The Martian, l’equipaggio utilizza un Mars Ascent Vehicle per raggiungere la navicella spaziale Hermes, in orbita attorno al pianeta. Il MAV preleva metano dall’atmosfera marziana e lo converte in carburante, spingendo il veicolo alla velocità terminale. Quindi si aggancia all’Hermes, che riporta gli astronauti sulla Terra. L’Hermes ruota su se stesso per creare gravità artificiale e può ospitare un piccolo gruppo di persone.
In realtà, veicoli spaziali come questo non esistono e ci vorrà ancora del tempo prima che vengano realizzati. La logistica di una missione su Marte è estremamente complicata e la NASA ammette di non essere del tutto sicura di come affrontare tutti i problemi al momento. Sebbene la NASA abbia inviato rover su Marte, inviare persone e sostenerne la vita per un periodo di tempo prolungato è intrinsecamente difficile. Questo, insieme al fatto che Marte ha solo il 30% della gravità terrestre, significa che il viaggio spaziale in Sopravvissuto – The Martian è ancora solo fantascienza.
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La sopravvivenza sul pianeta
Questo film è l’esempio perfetto della legge di Murphy: tutto ciò che può andare storto, andrà storto. Watney rischia di morire a causa di uno strappo nella sua tuta, l’equipaggio lo lascia bloccato su Marte, lui lotta per mettersi in contatto con la Terra, l’Hab non funziona correttamente e lui esaurisce le sue razioni, quindi non riesce ad assumere abbastanza nutrienti. È un vero e proprio turbinio di eventi, ma in qualche modo Watney ce la fa e sopravvive fino alla fine del film.
Sebbene il pubblico ami pensare che un esito del genere sia del tutto possibile, è altamente improbabile che Watney, o qualsiasi astronauta addestrato, possa sopravvivere a una situazione del genere. Basterebbe anche solo una di queste situazioni per uccidere anche l’astronauta più esperto, specialmente uno che deve risolvere i problemi da solo. Nel caso di Sopravvissuto – The Martian, Hollywood ha però preferito regalare agli spettatori un lieto fine classico ma irrealistico.
La coltivazione di cibo
Dopo che il resto dell’equipaggio ha evacuato il pianeta lasciando Watney alle spalle, questi è costretto a cavarsela da solo e a prepararsi a sopravvivere per altri quattro anni. Il film Sopravvissuto – The Martian mostra Watney costretto a razionare le sue scorte di cibo, ma ben presto si rende conto di non averne abbastanza per farcela. Watney escogita un piano, trasformando l’Hab in un gigantesco terrario ricoprendo il pavimento con terreno marziano e piantando patate.
Sorprendentemente, qualcosa del genere potrebbe davvero funzionare. Oggi, sulla Stazione Spaziale Internazionale, gli scienziati stanno coltivando lattuga in un sistema di coltivazione vegetale noto come Veggie. Stanno anche conducendo continuamente test ed esperimenti per scoprire quali altre piante nutrienti gli astronauti potrebbero coltivare per i viaggi spaziali di lunga durata. Uno di questi esperimenti, condotto nel 2017, ha dimostrato che le patate possono davvero crescere in un ambiente estremo come Marte.
L’impatto psicologico
In Sopravvissuto – The Martian, una delle sfide più grandi che Watney deve affrontare è il grave isolamento. Durante tutto il film, è costretto a vivere in una situazione di comunicazione minima o nulla con la Terra. Trascorre quattro interi anni in solitudine e questo ha un impatto negativo sul suo benessere mentale ed emotivo. L’isolamento di Watney, unito allo stress aggiuntivo di poter morire da un momento all’altro, lo spinge al limite.
Mentre la NASA studia l’integrità strutturale dei diversi moduli abitativi, studia anche il comportamento degli astronauti. Proprio come l’equipaggio di un sottomarino, gli astronauti devono vivere in isolamento e in spazi estremamente ristretti, il che non è sempre facile da gestire. Prima di inviare qualcuno nello spazio per missioni di lunga durata, la NASA testa rigorosamente la capacità dei partecipanti di gestire questi scenari in simulazioni, selezionando solo i candidati migliori. Watney avrà anche superato i test, ma il modo in cui reagisce a un isolamento di tale portata è ancora a discrezione del regista.
Sopravvissuto – The Martian fa dunque del suo meglio per rimanere fedele alla realtà, il che conferisce al film un tono autorevole. Il pubblico ha ritenuto che ciò che stava guardando fosse plausibile e potesse realmente accadere. Purtroppo, la realtà non è ancora arrivata a questo punto e non lo sarà per molti anni a venire. Ma la fantascienza degli anni ’30 è diventata più o meno realtà scientifica nel mondo di oggi, quindi chi può davvero sapere cosa ci riserva il futuro.
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