Il Joker è stato il personaggio più misterioso di Alice in Borderland sin dal finale della seconda stagione, ma la terza stagione della serie rivela finalmente la verità su di lui.
Sin dai primi momenti, Alice in Borderland ha affascinato gli spettatori con i suoi avvincenti giochi di sopravvivenza e la brillante costruzione di un mondo fantastico. Quasi tutto ciò che riguardava l’ambientazione della serie live-action giapponese di Netflix era un mistero. Con il progredire di Alice in Borderland, tutto è stato gradualmente svelato, da dove si trovano le Borderlands al motivo per cui solo alcuni esseri umani sono finiti lì. La seconda stagione di Alice in Borderland si è conclusa con una nota positiva, con Arisu che non solo è tornato nel mondo reale, ma si è anche riunito con Usagi. Tuttavia, prima che iniziassero i titoli di coda della seconda stagione, è stata accennata l’esistenza di un Joker onnipotente che avrebbe riportato Arisu nel mondo da cui era fuggito. La terza stagione chiarisce finalmente il mistero e l’intrigo che circondano il Joker e il significato della sua carta.
Arisu stava giocando contro il Joker nella terza stagione di Alice in Borderland
Il viaggio di Arisu nelle stagioni 1 e 2 di Alice in Borderland era relativamente più semplice, nel senso che doveva solo vincere tutti i giochi per tornare al mondo reale. Ogni gioco aveva una serie di colpi di scena complessi, ma almeno vincerli gli garantiva di poter tornare a casa. Le cose prendono una piega più complicata nella terza stagione, quando Arisu si ritrova ad affrontare il Joker.
Anche se Arisu ha pochi o nessun ricordo della sua precedente esperienza in Borderlands e non si ritrova accidentalmente in una situazione di pericolo di morte, lui e sua moglie Usagi vengono ingannati e costretti a tornare ai giochi. Le prestazioni di Arisu nei giochi raramente vacillano, ma il cittadino Banda, che ha complottato il suo ritorno ai giochi, ha in mente di intrappolarlo in uno stratagemma ancora più grande, indipendentemente dal fatto che vinca o perda.
A causa del fatto che Arisu si ritrova quasi in una situazione senza via d’uscita contro un abile imbroglione, la posta in gioco durante la sua seconda esperienza nelle Borderlands è significativamente più alta.
Banda non era il Joker nella terza stagione di Alice in Borderland
Banda era uno dei personaggi sopravvissuti nella seconda stagione di Alice in Borderland. Tuttavia, a differenza di Arisu e dei suoi amici, Banda ha scelto di rimanere nei Borderlands perché questo gli dava la libertà di fare tutto ciò che voleva. Nella terza stagione, Banda trama per riportare Arisu nei Borderlands e renderlo un cittadino, credendo che questo renderebbe il mondo tra la vita e la morte ancora più interessante.
Inizialmente, è difficile non vedere Banda come il Joker dominante, dato che inganna Usagi e Arisu per farli tornare nelle Borderlands e realizzare il suo grande piano. Va persino in giro a dare la carta Joker a ogni nuovo giocatore che invita per la serie finale di giochi, suggerendo che è lui il Joker che tira le fila.
Tuttavia, l’arco narrativo finale della terza stagione di Alice in Borderland conferma che, nonostante Banda detenga un immenso potere come cittadino delle Borderlands, non è lui il Joker. La serie conferma anche che anche lui lavora per figure ancora più potenti nel misterioso mondo tra la vita e la morte.
Il personaggio di Ken Watanabe con il cappello era il Joker?
Quando Arisu rifiuta di unirsi a Banda come cittadino, Banda decide di ucciderlo e mandarlo nell’aldilà. Tuttavia, prima che Banda possa premere il grilletto, appare un misterioso uomo con il cappello. Interpretato da Ken Watanabe, l’uomo allontana Banda e chiede ad Arisu di giocare a carte con lui.
L’uomo con il cappello sceglie due carte a caso da un mazzo e gli chiede di sceglierne una. Gli dice che se sceglie il Joker, non potrà scegliere il suo destino. Arisu finisce per scegliere il Joker e affronta l’uomo per averlo ingannato offrendogli due carte Joker come scelta. Quando Arisu gli chiede se è lui il Joker, lui gli assicura che non è chi pensa che sia.
Dice che lui è solo un guardiano/custode delle Terre di Confine. L’uomo incoraggia persino Arisu a scegliere la morte piuttosto che la vita, perché lo libererebbe dal dolore e dalle miserie dell’esistenza umana nel mondo reale. Arisu, tuttavia, non è d’accordo e lo affronta per avergli chiesto di scegliere la morte quando lui stesso non ha il coraggio di lasciare le Terre di Confine e accettare la morte.
Il Joker non era né una persona né un gioco in Alice in Borderland
Per spiegare il significato del Joker, l’Uomo con il Cappello dice ad Arisu che il Joker non è altro che una carta. Egli traccia un parallelo tra il calendario umano e il mazzo di carte, sottolineando come la somma di tutte le carte in un mazzo sia 364. Se si aggiunge un Joker, il totale arriva a 365, che è il numero di giorni in un anno.
Nel manga originale Alice in Borderland, il Joker è raffigurato più come un traghettatore che trasporta i morti nell’aldilà.
Se si aggiunge un altro Joker al mazzo, la somma arriva a 365, il numero di giorni in un anno bisestile. Con questo, l’uomo spiega che le carte Joker riempiono solo gli spazi vuoti tra il tempo e persino la vita e la morte per l’umanità. Sottolinea che il Joker non è un sovrano o un dio, ma una semplice carta che rappresenta l’illusione di autonomia dell’umanità.
La sua spiegazione nel finale della terza stagione di Alice in Borderland evidenzia come l’imprevedibilità che la carta Joker porta al “gioco” chiamato “Vita” mostri come essa rappresenti le forze incontrollabili che plasmano l’esistenza umana. Scegliendo la carta Joker, si accetta quanto possa essere fragile il senso di controllo dell’umanità.