Coda - I segni del cuore recensione film

Il premio Oscar Troy Kotsur è un uomo dai molti talenti. Ma soprattutto è un amante del cinema e di tutto il suo infinito splendore.

 

Sulla copertina di Variety questa settimana per parlare della sua storica vittoria come miglior attore non protagonista per CODA – I segni del cuore, Kotsur ha usato la lingua dei segni americana (ASL) per interpretare alcune delle battute più iconiche della storia del cinema. Dodici ore dopo aver vinto l’Oscar, con solo un’ora di sonno, si è speso per il suo pubblico dimostrando grande spirito di intrattenitore.

Kotsur ha reinterpretato (qui):

  • Vito Corleone (interpretato da Marlon Brando) in “Il Padrino” (1972) di Francis Ford Coppola – “Gli farò un’offerta che non può rifiutare”.
  • Benjamin Braddock (interpretato da Dustin Hoffman) in “Il Laureato” (1967) di Mike Nichols – “Mrs. Robinson. Stai cercando di sedurmi.”
  • Brody (interpretato da Roy Scheider) in “Lo squalo” (1975) di Steven Spielberg – “Ci serve una barca più grande”.
  • Darth Vader (doppiato da James Earl Jones) in “Star Wars Episode V: L’Impero colpisce ancora” (1980) di Irvin Kershner – “No… io sono tuo padre”.
  • Il colonnello Nathan R. Jessep (interpretato da Jack Nicholson) in “Codice d’onore” (1992) di Rob Reiner – “Non puoi gestire la verità”.
  • James Bond alias 007 (interpretato da Sean Connery) – “Il nome è Bond… James Bond”.

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Come bonus, ha persino ripreso l’ormai famosa battuta di Kim Kardashian “Alza il culo e lavora” dalla storia di copertina di Variety dello scorso marzo dedicata alla sua famiglia.

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