Anthony Hopkins definisce “inutile” il tipo di recitazione richiesta dai film Marvel

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A distanza di oltre un decennio dalla sua prima apparizione nei panni di Odino in Thor del 2011, Anthony Hopkins parla della sua esperienza nell’universo cinematografico Marvel. Se molti ricorderanno per sempre l’attore per il ruolo di Hannibal Lecter, è innegabile che c’è una nuova generazione di spettatori che lo identifica con il padre di Thor.

L’attore, vera e propria icona del grande cinema, ha interpretato Odino in Thor del 2011, Thor: The Dark World del 2013 e Thor: Ragnarok del 2017, anche se recentemente ha descritto in maniera piuttosto denigratoria la sua esperienza.

Su The New Yorker in un pezzo di ampio respiro su come il Marvel Cinematic Universe abbia “inghiottito” Hollywood nel suo insieme, sono riportate molte dichiarazioni di grandi attori coinvolti nel franchise, anche in ruoli non di primo piano, ma come illustri comprimari. Tra le altre è riportata una dichiarazione di Hopkins che dice: “Mi hanno messo in armatura; mi hanno messo la barba. Seduto sul trono, a gridare un po’. Se sei seduto davanti a uno schermo verde, è uno sforzo di recitazione inutile”.

Senza dubbio la sua limitata esperienza nel franchise gli ha precluso gli aspetti emotivamente più impegnativi dei ruoli Marvel, come quelli che abbiamo visto mettere in campo da Robert Downey Jr. o da Scarlett Johansson, per esempio, ma è innegabile che per un attore che fa del contatto umano e dello scambio in scena un elemento importante della sua performance, recitare con il green screen deve essere stato limitante.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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