Christopher Nolan spiega perché il tempo è così importante per i suoi film

Christopher Nolan film
Gentile Concessione di Warner Bros Pictures

Christopher Nolan continua film dopo film a fare del tempo una costante imprescindibile del suo cinema. Parlando con il Graduate Center della City University di New York, al regista è stato ora chiesto perché il tempo lo interessa così tanto e Nolan ha chiarito che il suo amore per l’utilizzo di esso come elemento centrale nei suoi film deriva dall’importanza che ricopre nel mondo reale. “È una domanda che mi è stata posta spesso sul perché sono così interessato al tempo. Alla quale la mia risposta superficiale è: beh, io vivo nel tempo. E sembra superficiale, ma è la verità“, ha detto il regista.

 

È la parte più fondamentale della nostra esperienza umana, il modo in cui percepiamo il mondo è definito dal tempo. Il cinema è un mezzo particolarmente adatto ad affrontarlo e raccontarlo”. Il complesso rapporto di Christopher Nolan con il tempo risale al suo thriller psicologico neo-noir del 2000 Memento, che racconta una storia girata al contrario attraverso un personaggio che lavora attraverso la sua memoria. Nel frattempo, nel suo thriller d’azione fantascientifico del 2020, Tenet, i personaggi del film cercano di capire perché il tempo continua ad andare in direzioni opposte.

In Interstellar, il protagonista si ritrova coinvolto in un viaggio nello spazio che lo costringe a confrontarsi con uno scorrere del tempo diverso rispetto a quello che vive sua figlia, mentre in Dunkirk si sovrappongono tre piani temporali diversi. Per Nolan, il tempo è dunque connesso al processo di realizzazione del film tanto quanto è connesso a ciò che viene rappresentato sullo schermo. “In realtà penso che il meccanismo del tempo, il modo in cui la grammatica cinematografica convenzionale affronta il tempo e la rappresentazione del tempo sia incredibilmente sofisticato.

“E i film che faccio sono in realtà molto più rozzi. Dimostrano effettivamente il meccanismo, attirano l’attenzione sul meccanismo. E penso che nel rapporto tra tempo e film, la cinepresa possa essere considerata una macchina del tempo. Cattura il tempo. Nessuno prima dell’arrivo della macchina da presa aveva mai visto qualcosa al contrario. Nessuno ha mai visto nulla al rallentatore o in velocità accelerata” ha concluso Christopher Nolan.

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