Leonardo DiCaprio
già coinvolto nel ruolo del cattivo in Django Unchained di Quentin
Tarantino, interpreterà un altro western: The Creed of Violence.
Todd Field si occuperà della regia, e sta adattando il romanzo
omonimo di Boston Teran. LA Times riferisce che per Di Caprio si
pensa ad uno dei ruoli principali, quindi bandito o agente, ma non
si conoscono ancora i propositi dell’attore in merito al
progetto.
La storia racconta di un bandito
contrabbandiere di armi che deve superare la frontiera messicana
con un carico di armi, appunto, in direzione della rivoluzione in
Messico.
Harry Potter e i doni della
morte Parte 2 inizia a cedere alle nuove uscite. Scende
infatti al terzo posto della classifica del Box office americano,
lasciando la prima posizione a Cowboys and aliens,
che appena uscito, incassa 36 milioni di dollari.
Captain America
resiste in seconda posizione, raggiungendo 117 milioni di
dollari.
In quarta posizione, una commedia
sul tradimento e gigolò redenti: Crazy, stupid,
love. Seguita da un’altra commedia su forme diverse di
relazione: Amici di letto-Friends with benefits,
che si ferma in sesta posizione con 38 milioni di dollari di
incasso.
Horrible bosses-Come
ammazzare il capo e vivere felici, scende in settima
posizione, mentre Transformers 3 si ferma nella
parte bassa della classifica, ma con un incasso lordo da far girare
la testa: 338 milioni di dollari.
Zookeeper si avvia
verso l’uscita dalla classifica con un incasso settimanale di 4
milioni di dollari e anche Cars 2, in nona posizione,
aggiunge 2 milioni al suo incasso totale che arriva a quota 182
milioni.
Winnie the Pooh
chiude la classifica con quasi due milioni di dollari di incasso,
raggiungendo quota 22 milioni.
Tra i film più attesi della
prossima troviamo Attack the blockfilm di fantascienza di Joe Cornish
realizzato con il benestare di Edgar Wright, realizzatore di
pellicole di culto come Hot Fuzz e Shaun
of the dead.
Esce anche il nuovo film di Miranda
July, The future, che tratta di alterazioni spazio
temporali causati dall’adozione di un gatto. Dalla regista di
Me and everyone we know, un’altra opera che
promette di essere surreale.
Ecco on line l’attesissimo primo
teaser trailer de I Vendicatori, nel quale abbiamo un piccolo
assaggio dei nostri eroi che già singolarmente hanno affollato gli
schermi negli anni passati.
La Disney vuole portare avanti il
franchising di Tre Uomini e un Bebè ormai già da diversi anni.
Negli ultimi anni si è vociferato di diverse possibili riletture
del film.
La casa della
gioia è il film del 2000 diretto da con
protagonisti
Gillian Anderson, Eric Stoltz,
Laura Linney, Anthony La Paglia, Elizabeth Mc Govern, Dan
Aykroyd e Jodhi May
La trama di La casa della
gioia: New York, inizi del Novecento: Lily Bart, trentenne
dall’ottima educazione ma con pochi mezzi e abituata a vivere sopra
le proprie possibilità, cerca un marito ricco ma si innamora di
Selden, un avvocato di belle speranze, suscitando l’odio di una
ricca signora che credeva sua amica. Man mano la giovane donna cade
in disgrazia, perdendo protettori e eredità familiari, e
riempiendosi di debiti, in una società in cui una cattiva
reputazione ti può uccidere, soprattutto se sei troppo abituata
agli agi per lavorare. Per Lily la caduta sembra davvero
implacabile e forse nemmeno Selden riuscirà a salvarla.
La casa della gioia, l’analisi
Dopo aver raccontato alcune storie
contemporanee, il regista inglese Terence Davies
si rivolge ad uno dei romanzi dell’autrice statunitense Edith
Wharton, amica e allieva di Henry James, impareggiabile nella
descrizione dei riti e delle crudeltà della società americana tra
Otto e Novecento. Con location a disposizione ad Edimburgo, costumi
e scenografie sontuosi ma un budget economico che non pesa sul
risultato finale, Terence Davies colleziona un piccolo gioiello,
aiutato anche da un cast di attori popolari ma non divi, dove i
mezzi limitati non emergono, ma sottolineano un risultato sobrio ma
efficace, con una cura dei dettagli che ricorda a tratti quella del
nostro Luchino Visconti.
E se l’allora Scully di
X-Files è perfetta nel ruolo di Lily e viene
scelta da Davies non perché fan dell’agente dell’FBI (non
ha mai visto la celeberrima serie cult) ma per la sua
rassomiglianza con le attrici romantiche anni Quaranta alla Greer
Garson e alla Eleanor Parker, tra gli altri interpreti spiccano un
Dan Aykroyd agli antipodi rispetto ai ruoli buffi
che gli diedero il successo, il futuro Jack Malone di Senza
tracciaAnthony La Paglia e
Laura Linney, oggi madre di famiglia alle prese con il
cancro, là spietata e infida donna dell’alta società.
Ogni scena rappresenta la caduta di
Lily agli inferi, antieroina tragica, non così simpatica da
commuovere fino in fondo ma emblema di un mondo spietato, e
trascina lo spettatore in un gorgo da cui non si potrà uscire vivi,
metafora della società di allora, ma anche specchio di regole che,
sia pure in maniera diversa, ci sono ancora oggi. Perfetto per chi
ama i melodrammi in costume, La casa della gioia
arrivò vicino alle nomination agli Oscar, che avrebbero dovuto
toccare in particolare la sua interprete,
Gillian Anderson, penalizzata poi dall’essere un volto
per la televisione: la stessa Anderson, trasferitasi poi a Londra,
si è specializzata in ruoli in sceneggiati in costume, sfruttando
una vena che già qui emergeva.
Passato in sordina al cinema nel
2000, pur con l’appoggio degli amanti del genere e dei fan della
Anderson, La casa della gioia è un classico da
riscoprire, una favola morale tragica e una storia in costume che
merita di stare alla pari di altre pellicole del genere.
L’età
dell’innocenzaAnno: 1993
Regia: Martin Scorsese Cast:
Daniel Day Lewis, Michelle Pfeiffer, Winona Ryder, Richard E.
Grant, Geraldine Chaplin, Miriam Margoyles, Robert Sean Leonard,
Sian Philipps, Alexis Smith
Sinossi: Nella New
York del 1873 l’affascinante Newland Archer sta per convolare a
giuste nozze con la sua promessa sposa, May Welland, ma il ritorno
dall’Europa di Ellen Olenska, cugina della fidanzata e suo amore
d’infanzia, sconvolge tutto. Tra Ellen, fuggita da un marito
fedifrago, e Newland nasce un profondo sentimento, ma le regole
sociali impediranno loro di poter realizzare il loro amore, e
entrambi seguiranno due strade preordinate, Newland con May, Ellen
libera da suo marito e in Europa. Anni dopo, ormai vedovo e libero,
Newland rifiuterà di reincontrare Ellen per rimanere legato ad un
antico ricordo di passione mai consumata fino in fondo.
Analisi: Niente
mafia, né serial killer psicopatici, né gang di strada impegnate in
scontri all’ultimo sangue: eppure la buona società descritta da
Edith Wharton e trasposta in film da Scorsese è altrettanto
spietata (omicidi a parte) degli universi da lui descritti in altre
storie.
Come Kubrick in Barry
Lindon, anche Scorsese sceglie un mondo perfetto e raffinato,
ricostruito da musiche, dalle scenografie di Dante Ferretti, dai
costumi di Gabriella Pescucci, ma che nasconde dietro una crudeltà
di riti e di regole spietata.
E se il dilemma di Newland Archer è
tra ragione, cioè fare quello che tutti si aspettano da lui, e
sentimento, seguire un cuore che non riuscirà a far palpitare,
Daniel Day Lewis è perfetto come gentiluomo ottocentesco,
tormentato ma incapace di andare fino in fondo a costo di negarsi
una vita completa e l’amore, mentre Michelle Pfeiffer, dona anima
all’eroina romantica e moderna Ellen Olenska, oggetto di desiderio
e disapprovazione ma anche femminista ante litteram. Tra i due
emerge Winona Ryder, perfetta e a tratti odiosa moglie alto
borghese, pronta a sacrificare tutto pur di tenere insieme il suo
mondo familiare: per questo ruolo l’allora ventiduenne attrice ebbe
una candidatura all’Oscar, confermandosi tra le migliori interpreti
degli anni Novanta, premesse che non sono poi state mantenute fino
in fondo.
L’età dell’innocenza è una
gioia per gli occhi per la cura della realizzazione, per la resa
meticolosa di ogni scena, per i dettagli esatti che rivivono
insieme ad un’epoca comunque affascinante sullo schermo, e sa
colpire al cuore per la sua storia d’amore senza speranza, fuori
dal tempo e romantica, manierata ma nello stesso tempo straziante
nella sua tragicità.
Sylvester Stallone, Jet Li, Arnold
Schwarzenegger, Mickey Rourke, Jason Statham, Bruce Willlis, Dolph
Lundgren, Terry Crews: sono i grandi dell’action che la scorsa
estate
Nicolas Cage e Nicole Kidman hanno
firmato il contratto per il thriller Trespass. Ora ecco il poster
del film che vede in primo piano i due protagonisti.
Dal Comic-Con ecco il trailer di “In
Time”, il thriller di fantascienza, interpretato da Justin
Timberlake, Amanda Seyfried, Cillian Muphy, Alex Pettyfer, e Olivia
Wilde.
Le riprese di The Dark Knight
Rises proseguono e circolano altre foto e video sul blindatissimo
set di Christopher Nolan. A seguire ecco un breve video che
riprende i taxi di Gotham
Joe Wright, uno dei registi inglesi più
‘britannici’ in circolazione, ha stregato pubblico e critica, a suo
tempo, con due pellicole (quasi) perfette. Espiazione e
Orgoglio e Pregiudizio l’hanno lanciato nell’Olimpo dei
grandi cineasti, con un immediato riconoscimento anche da Hollywood
che l’ha premiato con 10 nomination agli Oscar e adesso porta sul
grande schermo la sua nuova storia, Hanna.
Attraversato l’oceano, Wright ha realizzato
Il Solista, che per molti versi è un film decisamente
minore a quelli che ci aveva offerto precedentemente Joe. Con
Hanna, il regista si assume quindi il compito di
riprendersi quegli spettatori (e quei critici) che lo avevano
abbandonato nella sua terza regia.
Hanna è
un’adolescente dalla pelle candida, gli occhi di ghiaccio e i
capelli biondissimi e arruffati, vive in nei boschi del nord
Europa, con un padre che giorno dopo giorno la addestra a diventare
un soldato perfetto, in grado di combattere, sopravvivere e
soprattutto uccidere. Vissuta per 16 anni in questo deserto di
ghiaccio, Hanna si troverà catapultata nel mondo
vero e con enorme meraviglia, vi troverà tutte le cose di cui aveva
solo letto: l’elettricità, la musica, le altre persone. Ma
soprattutto la ragazza verrà a conoscenza delle sue origini e dovrà
fare i conti con una donna dai capelli color del fuoco e dall’animo
di ghiaccio: la donna che deve uccidere.
Wright cambia
marcia, ci fa dimenticare corsetti e sottovesti e ci catapulta in
un universo freddo e spietato, offrendoci un lussuoso saggio di
regia che stona con una sceneggiatura nel finale un po’ fiacca. Se
tutta la prima parte del film incalza lo spettatore e lo incolla
alla poltrona, a metà film l’esigenza di scoprire e sapere, insieme
ad Hanna, maggiori dettagli e giustificazioni diventa una snervante
attesa di conoscenza che alla fine lascia insoddisfatti. Il finale
scialbo è forse quello che di peggiore c’è in un film per altri
versi decisamente notevole.
Abbiamo già accennato
all’incredibile capacità registica di Wright, che
rimanendo fedele alla sua cifra stilistica per eccellenza, il piano
sequenza, ne altera le movenze eleganti per adattarle a quelle
della musica, firmata The Chemical Brothers, e
dando un ritmo vincente alla fuga e alla caccia che nel film
accompagnano i personaggi.
Fondamentale è la giovane
protagonista Saoirse Ronan, che con Wright
in Espiazione aveva conquistato la sua prima
nomination agli Oscar, e che qui dimostra talento e profondità
espressiva. La sua Hanna si trasforma da preda a
cacciatore con una duttilità disarmante rendendo ancora più
avvincente la storia e confermando l’immenso talento della piccola
protagonista di Amabili Resti.
Accanto a lei la divina
Cate Blanchett, villain di turno, che con i
soli occhi trasmette timore nel ruolo dell’agente speciale
Marissa Wiegler. In ombra invece Eric
Bana nei panni del padre di Hanna, Erik,
troppo preoccupato di preoccuparsi per riuscire a ‘far funzionare’
il suo personaggio.
Il lupo diventa Cappuccetto Rosso e
viceversa, in un mondo reale che Wright ha fuso
con quello fiabesco ma inquietante del Fratelli
Grimm, non dimenticando nemmeno la casetta di
marzapane.
Hanna rappresenta
sicuramente una rinascita per Wright, che si mette
nuovamente in gioco con una storia e un genere straordinariamente
distanti dal suo solito, e il regista si rivela all’altezza di
questa nuova fatica.
Sicuramente ricorderemo tutti quei
film in cui l’insegnamento diviene una vera e propria missione.
Bene, Bad Teacher è la prova di come, a volte,
questo mestiere sia unicamente una necessità.
In Bad Teacher
Elizabeth Halsey (Cameron
Diaz), maestra di scuola media dai metodi poco
ortodossi, alcolizzata e con una canna sempre pronta per
l’occasione, insegnerà solo fino a quando il proprio ricco
fidanzato non la sposerà. Ma tutti i suoi piani saltano quando
viene lasciata e si trova ad affrontare un altro anno scolastico
unicamente con l’obbiettivo di pagarsi l’affitto e riuscire a
rifarsi il seno. Alla costante ricerca di un uomo che la mantenga,
si troverà in conflitto con la collega Amy (Lucy
Punch) per la conquista del professore nuovo arrivato
Scott (Justin
Timberlake).
Il lungometraggio diretto
Jake Kasdan si colloca perfettamente tra le
commedie mediocri per le quali lo spettatore non andrà oltre il
sorriso sporadico, senza riuscire a ridere di gusto. Il personaggio
di Elizabeth, interpretato da una Cameron Diaz che tanto ci aveva fatti ridere
in precedenti gioielli della commedia (Tutti
pazzi per Mary su tutte), è scritto in maniera
efficace solo per la prima parte della storia, diventando poi
sciatto nella seconda metà. La caratterizzazione di Mrs. Halsey è
esattamente come il suo personaggio: superficiale, tanto che
l’unica sua motivazione, pur praticando il nobile mestiere
dell’educatrice, è solo quello di guadagnare per pagarsi un paio di
tette nuove. Il risultato però è un grande senso di vuoto in
sala.
L’unico personaggio degno di nota è
quello di Russell Gettis (Jason
Segel), impacciato professore di ginnastica
ripetutamente rifiutato dalla bella Elizabeth. Spinto dalla voglia
di conquistare la bionda cattiva maestra, si dimostrerà
disperatamente motivato nel suo intento di catturare l’attenzione
di quella professoressa sopra le righe, armato unicamente della sua
semplicità. Nonostante le commedie per adulti sembrano prendere
sempre più piede, questo risultato di bassa comicità non troverà
facili consensi nel pubblico, ma chi vorrà passare una serata senza
troppe pretese si ritroverà sicuramente in sala a vedere
Bad Teacher, magari riuscendo anche a scovare nel
sottotesto un messaggio morale.
L’atteso progetto di Steven Spielberg dedicato al presidente
degli Sati Uniti Lincoln si accresce di un altro nome che prenderà
parte alle riprese: si tratta di Lee Pace.
Dopo le svariate avventure
televisive alla ricerca di leccornie di tutti i tipi e di tutti i
gusti, Yoghi e Bubu diventano trimensionali e passano al grande
schermo. L’orso Yoghi 3D, il nuovo film
d’animazione di Eric Brevigh – già regista di
Viaggio al centro della Terra 3D – unisce modellini CGI, computer
grafica e divertenti attori comici americani: Tom
Cavanagh, Anna Faris e T. J. Miller.
In L’orso Yoghi 3D
Yellistone Park vive un momento di crisi finanziaria: il sindaco
Brown decide, allora, di tagliare tutti gli alberi secolari e
trasformarlo in un terreno edificabile. Mentre il ranger Smith
viene assunto per tenere in ordine il giardino comunale, Yoghi e
Bubu sono costretti a diventare orsi “normali”. Quando viene
scoperta l’esistenza di una rarissima specie di tartaruga, la
tartaranaruga (nata dall’incrocio tra una rana e una tartaruga), il
parco naturale, per legge, non può più chiudere. Riusciranno i
nostri eroi a fermare in tempo il crudele sindaco
Brown?
Dalla sceneggiatura di un film
incentrato sulle rocambolesche creature di Hanna e Barbera, non ci
si poteva aspettare molto. E infatti, gli sceneggiatori Brad
Copeland e Joshua Sternin non hanno certamente brillato di
originalità. Yoghi e Bubu, anche nel 2011, sono stati ritratti come
due orsi parlanti capaci soltanto di rubare i cestini da pic nic
dei visitatori e combinare guai. Sebbene, dunque, un pubblico
infantile possa godere dell’illusione che gli attori dialoghino e
abbraccino davvero gli animali, a uno spettatore leggermente più
attento, non sfuggono certamente gli errori di collisione. Se con
Alvin Superstar e il recente Hop l’esperimento era
riuscito, L’Orso Yoghi 3D non riesce a fondere il
live action con la computer grafica.
I personaggi, infatti, spesso non
guardano in direzione dei modellini CGI, i protagonisti sono poco
integrati nel paesaggio e il movimento dello loro bocche poco (e
male) si sposa con il doppiaggio. Il problema principale, però, è
probabilmente la mancanza di credibilità di Yoghi: troppo
spensierato e gioviale per un mondo in cui l’ingenuità, spesso,
viene confusa con la ridicolaggine.
Passato a Roma questa primavera
per presentare il suo ultimo cortometraggio The Wholly Family,
Terry Gilliam aveva dichiarato di concentrarsi nel futuro prossimo
sul suo Don Chisciotte.
Olivia Wilde sta valutando la proposta
di diventare la nuova Linda Lovelance. Si tratta di un progetto
biografico dedicato alla protagonista di Gola Profonda in cantiere
da qualche anno.
La 01 Distribution ha
pubblicato il teaser trailer in italiano del nuovo film in 3D di
Martin Scorsese. Si tratta ovviamente di Hugo Cabret tratto
dal romanzo per ragazzi di Brian Selznick.
Non è un’illusione: esistono ancora
film per bambini che hanno una morale. Abbandonati gli effetti
speciali e l’uso abbondante del 3D, questi rari prodotti hanno lo
scopo di mandare un messaggio ai pargoletti che guardano il cartone
animato. Non importa, dunque, se la qualità dei disegni non è la
migliore sulla piazza, né che il colore non è splendente come
pochi: l’unica cosa che conta, è far riflettere chiunque sia
predisposto alla visione. Brendan e il segreto di
Kells, film d’animazione degli irlandesi di Tomm
Moore e Nora Twomey è, decisamente, uno
di questi. La storia è quella del piccolo Brendan, un orfano
cresciuto con uno zio troppo impegnato a fare l’abbate del piccolo
paesino di Kells e a difenderlo dall’attacco dei Normanni, per
accorgersi della bellezza delle cose semplici, quotidiane,
naturali.
Quando arriva in città Padre Aidan,
il bambino scopre l’importanza della scrittura come possibilità di
raccontare (e, quindi, tramandare) ai posteri la storia e la
cultura di un popolo. La fantasia e i sentimenti, però, non vanno
mai dimenticati: ecco perché Aisling, la fata della foresta, la
bambina dai capelli lunghi come Rapunzel, aiuta Brendan nella sua
missione. Il tempo passa, Padre Aidan muore, il piccolo Brendan
diventa un giovane uomo, e il sapere del libro inizia a fare il
giro del mondo….
Davvero molto bello Brendan e il
segreto di Kells, film d’esordio del disegnatore Tomm
Moore che, matita alla mano, ha concepito un modo carino,
divertente e colorato, per spingere ogni spettatore ad uscire dal
guscio per affrontare le proprie paure. Anche quando sembra che
tutto sia perduto, infatti, non bisogna mai dimenticare che la
bellezza è racchiusa in ogni cosa, per quanto piccola possa essere.
Come Mia e il Migù, anche Brendan
e il segreto di Kells è un film basato sul valore degli
affetti, sul rispetto della natura e sulla gioia di vivere. Una
piccola perla in 2D che, con la musica di 2001: Odissea nello
spazio, ci invita a (ri)guardare il nostro mondo con occhi
nuovi e ad assaporarne ogni piccolo frammento.
Kevin Bacon, reduce da X Men:
l’inizio, sta per indossare i panni di un nuovo cattivo. Si tratta
del villain del fumetto Dark Horse R.I.P.D, per il quale
Bacon è vicino alla sottoscrizione del contratto.
Dopo la prima immagine dal set,
ecco arrivare sempre dal padiglione H del Comic-Con di San Diego,
quattro poster di Twixt, prossimo film di Francis Ford Coppola con
protagonista Elle Fanning.
Ecco un nuovo poster per Twilight
Saga Breaking Dawn Parte I direttamente dal Comic-Con di San Diego.
Possiamo vedere tutti i protagonisti in primo piano e indietro la
famiglia di vampiri vegetariani : i Cullen.
Ecco il poster:
Il film uscirà nei cinema di tutto
il mondo il 16 novembre e segnerà, anche per questa saga fantastica
come per Harry Potter, l’inizio della fine.
Le Idi di Marzo aprirà Venezia, ed
ecco on line una locandina (foto) e il trailer del film che vede il
ritorno dietro la macchina da presa di George Clooney.
La Pelle che Abito, ultimo film di
Pedro Almodovar, uscirà al cinema il prossimo 23 settembre. Il film
è in programmazione anche al Festival di Toronto, dopo essere stato
presentato
A partire dal 30 agosto sarà di
scena sul Lido di Venezia la 68esima edizione del Festival di
cinema più longevo d’Italia. Ecco l’elenco completo dei film che
verranno presentati quest’anno
Simon Pegg, da tutti conosciuto per il
suo incredibile talento comico e per i suoi primi lungometraggi Hot
Fuzz e L’alba dei Morti Dementi, ha di recente varcato i confini
della sua amata Gran Bretagna
Universale Pictures ha pubblicato il primo trailer di The
Battleship, il film tratto da battaglia navale. A dirigere
e produrre c’è Peter berg, mentre nel cast figurano Liam
Neeson, Alexander Skarsgård, Brooklyn Decker e niente meno che
Rihanna.
Flavio Parenti sara’ il
protagonista del prossimo film di Peter Greenaway, Goltzius and the
Pelican Company. Il giovane attore è attualmente impegnato sul set
romano di Woody Allen.
Arriva al cinema distribuito da
Warner Bros. Pictures Italia. Come ammazzare il capo …e vivere
felici, la nuova commedia diretta da Seth Gordon, con
Jason Bateman e Charlie Day. Cosa fare quando il
proprio capo è uno psicopatico, oppure una maniaca o addirittura un
completo depravato? La risposta ce la da il nuovo lavoro di Seth
Gordon che nel primo weekend di programmazione negli States è
balzato in cima alle classifiche degli incassi.
In Come ammazzare il capo
…e vivere felici Nick Hendricks (Jason
Bateman), Dale Arbus (Charlie Day) e
Kurt Buckman (Jason
Sudeikis) sono legati da uno sfrenato odio per i
rispettivi capi (Kevin Spacey,
Jennifer Aniston e Colin Farrell), colpevoli di rendergli
impossibile la vita sul luogo di lavoro. La soluzione diviene
lampante con qualche drink di troppo: dopo aver pagato molto salati
gli inutili consigli di un ex galeotto (Jamie
Foxx), i tre si ingegnano per eliminare
definitivamente la causa di tutti i lori problemi. Ma i loro piani
hanno risultati disastrosi dando vita ad un’esilarante commedia.
L’ironia, centro indiscusso di questo lungometraggio, è di quelle
che funziona efficacemente catturando con leggerezza l’attenzione
dello spettatore.
Come ammazzare il capo …e vivere felici, il film
In Come ammazzare il capo …e
vivere felici la regia di Seth Gordon dona
leggerezza anche a quelle scene dove il delitto sembra essere il
fulcro centrale, donando ai personaggi di Nick, Dale e Kurt quella
spensieratezza che li fa agire senza pensare troppo alle
conseguenze. I tre protagonisti sono il prototipo di cittadino
mediocre che attraverso uno sforzo riesce ad emergere ed uscire da
questo luogo comune. I loro carnefici invece, gli horrible bosses
del titolo originale del film, sono descritti in maniera perfetta.
La sceneggiatura estremizza quelli che sono difetti e tendenze che
si possono trovare in ognuno, riuscendo a garantire una perfetta
costruzione di personaggi surreali, che nessuno vorrebbe avere come
propri superiori. La scelta degli attori è azzeccata sotto tutti
gli aspetti.
I tre amici, killer improvvisati,
trovano pieno accordo con le facce di Jason
Bateman, Charlie Day e
Jason Sudeikis i quali esprimono al meglio
l’incompetenza di tre perfetti pasticcioni catapultati in un
mestiere in cui le uniche fonti da cui prendere spunto sono i
lungometraggi del maestro Alfred Hitchcock e i telefilm
polizieschi. Tutto questo è Come ammazzare il capo …e vivere
feliciche seguirà sicuramente il successo avuto
in patria anche qui in Italia dove il pubblico verrà letteralmente
trascinato in sala da un cast stellare, e che ne uscirà ancora con
il sorriso sulla bocca fantasticando su come poter eliminare il
proprio personale datore di lavoro.
Emma Stone, vista di recente nel
delizioso Easy Girl, ed ora alle prese con Gwen Stacy per The Amazing Spider-Man, ha parlato del
personaggio a Comic Book Resources