Solo: A Star Wars Story sarà pure ambientato nel passato, ma ha portato con sé parecchie Easter eggs e riferimenti alle trilogie originali. Gli spin-off di Star Wars stanno ampliando l’universo, collegandosi a quello che sappiamo già, e i creatori hanno fatto del loro meglio per creare nuove, fantastiche connessioni.
Nonostante lo sviluppo di Solo: A Star Wars Story non sia andato troppo liscio, il prodotto finale è arrivato, ed espande l’universo e la mitologia di Star Wars in modo incredibile. Ecco una collezione di Easter Eggs, omaggi segreti a leggende dell’universo esteso, riferimenti per i fan più esperti, e piccoli dettagli che chiunque apprezzerà. Attenzione agli SPOILER.
Ecco le 30 cose su Solo: a Star Wars Story che vi siete persi.
Chewbacca rompe la tavola del Dejarik
Ogni fan di Star Wars conosce i famosissimi, classici oloscacchi del Millennium Falcon. Fortunatamente, Solo: A Star Wars Story non ha mancato di includerli, e in modo migliore di quanto i fan si aspettassero. Ufficialmente, il gioco è chiamato Dejarik, si gioca con otto pezzi su una scacchiera circolare, e fu introdotto nello Star Wars originale nel 1977 come strumento per mostrare quanto un wookie si possa arrabbiare per qualcosa di così piccolo. È tornato poi ne Il risveglio della Forza, e Solo mostra come Chewbe ha imparato a giocare… rompendolo. Beckett si becca l’ira di Chewbe quando cerca di insegnargli il gioco: il wookie si arrabbia cerca di gettare i pezzi giù dalla scacchiera. Ma questi non si muovono, e la scacchiera si limita a ad un’intermittenza. Se guardate bene, due pezzi scompaiono dalla scacchiera.
La pistola blaster di Han
Alcuni dicevano che dall’inizio una storia sulle origini di Han Solo non fosse necessaria, dato che molti fan non avevano davvero interesse nel conoscerla. Lo stesso vale per la sua famosissima e iconica arma, la pistola blaster. Starà ai fan decidere se Solo: A Star Wars Story si è rivelato interessante o meno. Ma gli appassionati sono stati felici di scoprire come Han sia entrato in possesso dell’arma. La pistola blaster DL-44 della BlasTech Industries, in Solo, viene lanciata a Han da Beckett, in modo che sia armato per la sua prossima missione. A Beckett non mancano sicuramente armi, e si può permettere di darne via una. Ma è comunque una delle armi più bramate della galassia di Star Wars, anche prima che Beckett e Han la modificassero. Il film spiega perché l’Impero abbia messo al bando la DL-44, un’arma particolarmente potente amata da criminali e contrabbandieri di ogni sorta.
Il momento del film al quale ha contribuito George Lucas
Data la loro storia, sia Han che Qi’ra son più che abituati a mantenere le apparenze. Ma la finzione cade quando hanno un incontro più privato sul Millennium Falcon, nell’armadio di mantelli di Lando, per l’esattezza. Nonostante non lavori alla serie da tempo, George Lucas ha avuto dei consigli da offrire sulla scena. Nella versione della sceneggiatura originale, Qi’Ra indossa uno dei mantelli di Lando, che Han toglie e riappende prima di prestarle interamente attenzione. Stando a quanto dice Ron Howard, Lucas pensava che la sceneggiatura fosse troppo “sofisticata” per Han. Secondo lui, infatti, Han non si preoccuperebbe di appenderlo. E Ron Howard è stato sorpreso da come Lucas fosse diventato, per un istante, il personaggio. E non solo il cambiamento ha dato alla scena qualcosa in più, ma mostra come Lucas conosca davvero il personaggio da lui creato.
I sogni di Lando
È impossibile separare, anche solo per un momento, il personaggio di Lando Calrissian dal carisma di Billy Dee Williams, e i creatori di Solo: A Star Wars Story non ci hanno giustamente nemmeno provato. Donald Glover sarà anche una versione più giovane di Lando, ma il film ha messo in chiaro il fatto che il suo gusto per la raffinatezza fosse lì dall’inizio. E non ci sorprende che, all’arrivo del gruppo su Kessel, in tutto il suo fuligginoso splendore, Lando si faccia sfuggire un commento ironico sulle colonie di miniere. È una battuta che ammicca ai fan che conoscono il suo futuro. Ma c’è di più: i fan sapranno infatti che finirà per dirigere una colonia di miniere ne L’Impero colpisce ancora. Conoscendo la sua carriera, da giocatore d’azzardo a Barone Amministratore di Cloud City, i fan non si sono fatti scappare i modellini presenti nella collezione personale di Lando a bordo del Millennium Falcon. Vediamo infatti un modellino del Falcon e, sotto questo, una versione in miniatura di Cloud City, con la sua silhouette inconfondibile.
La macchina del caffè di Lando
Normalmente il merito di aver diffuso una versione less glamour del futuro e del futuristico, con navi e attrezzi dall’aspetto più “consumato”, è riconosciuto a due film di Ridley Scott, Alien (1979) e Blade Runner (1982). Ma anche lo Star Wars originale di George Lucas non è stato sicuramente da meno. Ma chi abbia ispirato chi è sempre un mistero. E vale anche per lo stile amato da Lando Clarissian e per gli oggetti di cucina. Per chi non lo sapesse, è stato Alien a dare origine al filone di battute e scherzi sull’attrezzare le cucine dello spazio con oggetti che sembravano allora futuristici. Il più famoso tra questi è il macinacaffè Krups Coffina agganciato al muro (poi reso celebre da Ritorno al Futuro). Al quale si aggiunse una macchina del caffè Braun Aromaster KF 20, riconoscibile dalle due gambe cromate che tengono il contenitore per l’acqua e il filtro sospeso sulla caraffa. È questo che gli scenografi di Star Wars hanno deciso di inserire nella cucina di Lando: vedrete le due gambe metalliche rivolte all’esterno. Gli esperti riconosceranno il modello più grande, Braun Aromaster KF47 sul lato opposto del bancone.
La spiegazione sull’aspetto del Millennium Falcon
Se i creatori di Solo: A Star Wars Story pensavano che il pubblico sarebbe stato troppo emozionato alla rivelazione della storia del Millennium Falcon per accorgersi dei problemi di continuità, si sbagliavano di grosso. Non solo perché la nave è bianca e immacolata, il che ci fa domandare se Han l’abbia davvero maltrattata fino a renderla il “rottame” che conosciamo. No, la storia del Falcon nella saga di Star Wars si estende ovviamente oltre i suoi stessi film. E con Solo, è sembrato che i creatori avessero davvero fatto confusione. Perché? A causa del “naso” della nave. O piuttosto della sua assenza nel film.
Il problema non è il fatto che il Falcon abbia cambiato aspetto tra Solo e Una nuova speranza. Non è nemmeno il fatto che la nave contenuta nella protuberanza sia scomparsa. Il problema è (o era) il fatto che, in La vendetta dei Sith, il Falcon è apparto con lo stesso schema di colori (bianco e blu), ma con il naso già mancante. Fortunatamente, il film risolve la confusione, quando Han indica la nave ausiliare che Lando ha aggiunto al design della nave.
Han nomina il VCX-100 dei Ribelli
A proposito di navi famose di Star Wars, i fan di Star Wars: Rebels avranno familiarità con un’altra: Ghost. In un universo dove la Corellian Engineering Corporation è una delle migliori compagnie nel campo, ha senso che due delle navi più famose dell’universo siano state realizzate proprio dalla compagnia. In Solo: A Star Wars Story, Han menziona la Ghost addirittura con il nome del modello. La battuta sarà magari ignorata da coloro che non sanno nulla a riguardo, o da coloro che non sanno che il nome ufficiale del modello della Ghost è Trasporto Leggero CEC VCX-100.
Aurra Sing distrutta da Beckett
Mentre molti dei fan storceranno un po’ il naso alla menzione di Episodio I – La minaccia fantasma, molti sapranno anche che il film ha contribuito all’universo in modi che vanno oltre alla trama principale. E Solo fa parecchi collegamenti diretti tra il prequel e i film che seguono. Il film ha qualcosa in comune anche con le serie animate de Clone Wars, e uno dei riferimenti migliori a entrambi si trova in un pezzo di dialogo tra Beckett e Lando. La reputazione del leader di Han lo precede e, quando incontra Lando, viene menzionato il fatto che lui fosse stato colui che aveva sconfitto Aurra Sing. Beckett lo corregge ironicamente, facendo finta di essere innocente, dato che si è trattato di “una caduta” che ha ucciso Aurra Sing. I fan ricorderaino Aurra Sing su Tatooine in La minaccia fantasma, così come il suo ruolo di antagonista nella seconda stagione de Clone Wars.
Wazel de La minaccia fantasma è un Cloud-Rider
C’è un altro modo in cui Solo: A Star Wars Story fa riferimento a La minaccia fantasma. Nel corso della sua prima avventura, Han incontra parecchia gente. Affronta parecchie cose. Ma non è pronto per i Could Rider, guidati da Enfys Nest. I criminali hanno maschere, piume, mantelli, e hanno una certa abilità in termini di acrobazie, e sono stati parte del marketing del film sin dall’inizio. Ma per uno degli Easter egg migliori del film, gli spettatori dovranno guardare al di là di Enfys Nest: per la precisione ad uno dei Cloud Rider dalla statura ridotta. Si tratta infatti dell’attore Warwik Davis che prende appunto questo ruolo nel film dopo essere diventato un regolare di Star Wars a partire dal suo debutto da Ewok.
Warwick Davis ha avuto anche un piccolo ruolo in Minaccia fantasma come Weazel, scommettendo sulla gara di sgusci con il proprietario di Anakin Skywalker, Watto (guadagnando una certa somma grazie alla vittoria di Anakin). Secondo la guida ufficiale di Solo, anche il membro mascherato dei Cloud Rider si chiama Weazel, e che ha precedentemente lavorato con la gang di Hutt a Mos Espa, su Tatooine. Che è il nome con il quale Anakin chiama la propria casa in Episodio I, il che conferma che si tratta probabilmente dello stesso personaggio all’incirca vent’anni dopo.
L’armatura rossa Mandaloriana
Arriviamo alla collezione di artefatti e Easter egg che si trovano sulla nave personale di Dryden Vos: è difficile ignorare la quantità di riferimenti e legami con l’universo espando di Star Wars. ma cominciamo con l’oggetto che sicuramente avrà attirato più attenzione: la grande, rossa armatura Mandaloriana. Alcuni fan hanno pensato che fosse un’indicazione dell’eredità Mandaloriana di Dryden, ma la posizione dell’armatura nella stanza dei trofei del personaggio ci fa capire che non è così. Infatti, l’armatura è un riferimento alla serie a fumetti Star Wars: Cavalieri della Vecchia Repubblica, precedentemente considerata non canonica dopo che la Disney ha acquistato la Lucasfilm. I fan la ricorderanno come una variazione dell’armatura dei Neo-Crociati Mandaloriani, usata dai guerrieri durante la Grande Guerra dei Sith, durante le quali il rosso cremisi era riservato ai capitani incaricati di avere a che fare con la fanteria. Questa versione viene confermata dalla guida ufficiale di Solo.
Easter Egg: le reliquie di Indiana Jones
Ci sono altri universi ai quali si fa omaggio nella collezione di Dryden Vos. Tra le quali quello dei film di Indiana Jones: ebbene sì, le reliquie principali da tutti e tre i film di Indiana Jones sono, a quanto pare, sono sparsi nella stanza. Il che include l’idolo della fertilità rubato dal tempio in I predatori dell’Arca perduta, che potrebbe essere piuttosto difficile da riconoscere data la posizione accovacciata (si trova dietro a Han all’inizio dell’incontro). Più facili da vedere sono le Pietre di Sankara dal Tempio Maledetto. Compare anche il Sacro Graal, ma è il più difficile da scovare a causa delle dimensioni ridotte.
Il Teschio di cristallo di Xim il Despota
Molti fan di Indy preferiscono fare finta che Il teschio di cristallo non sia mai esistito, ma altri pensano che sia passato abbastanza tempo da fare dell’umorismo sulla storia aliena dell’esploratore. E così è stato per Ron Howard e i creatori di Solo, che hanno piazzato un riferimento al quarto film di Indy in modo più evidente degli altri, sempre nella stanza dei trofei di Dryden. L’oggetto in questione è appunto il teschio di cristallo, che è facile vedere su una piattaforma rialzata. Nella guida ufficiale di Solo: A Star Wars Story, viene identificato come la testa di cristallo di Xim il Despota, esistito migliaia di anni prima del film.
Dryden Vos ha un gigante Holocron Sith
Se avete visto solo i film principali di Star Wars, penserete che gli holocron (o olocroni) dei Jedi abbiano un ruolo ridotto. Ma le piccole forme poligonali di memoria fatte per immagazzinare informazioni si rivelano essere parecchio importanti nell’universo espanso. Nella serie animata Star Wars: Rebels questi hanno acquisito più importanza, ed è stato rivelato che anche i Sith hanno adottato questo modo di trasmissione della conoscenza. È difficile trovare l’holocron Sith nella collezione di Dryden. Non perché sia troppo piccolo per essere visto (la maggior parte sono effettivamente molto piccoli), ma perché è troppo grande. Il gigantesco holocron bianco e dorato è più grande di qualunque sia mai stato visto nell’universo espanso, il che ci fa pensare che il significato delle dimensioni sia un mistero ancora irrisolto.
L’elmo di Enfys Nest
Il mistero di Enfys Nest non è esattamente quello che i fan si aspettavano. La figura del personaggio è diventata indimenticabile sin dalla prima apparizione nel marketing di Solo: A Star Wars Story: un elmo di dimensioni considerevoli, visiera cromata, piume, mantello, e scudi dalla forma di ali: un gioiello per gli occhi.
Ma nessuno sapeva che ruolo avrebbe avuto: antagonista? Alleata? Ma non è quello che ci interessa ora. Quello che ci interessa, sono i dettagli del costume (che probabilmente verranno accuratamente analizzati nei prossimi mesi, cercando di cavarne più segreti possibile). Secondo la guida ufficiale del film, gli scudi sono fatti di ferro Mandaloriano, resistente addirittura alle spade laser. Ma uno dei dettagli migliori è il detto dipinto sull’elmo di Enfys Nest, difficile da leggere, tanto che non si riesce a vedere interamente in una volta. Ma il detto è stato ricostruito grazie a diverse fotografie, e dice più o meno “finché raggiungeremo il limite, l’ultima breccia, l’ultima stella, e non potremo andare più in alto”.
L’interprete di Enfys Nest è Erin Kellyman
L’identià di Enfys Nest è quasi un segreto di per sé, basandosi sul design del personaggio. Chi c’è dietro la maschera? Se il costume di Enfys Nest è uno dei migliori di sempre, la rivelazione di chi sta dietro la maschera è stata ancora più sorprendente. Sicuramente, non una delusione: la gang letale si rivela essere infatti guidata da una ragazzina. E il viso è quello dell’attrice Erin Kellyman, che alcuni conosceranno per la serie britannica Raised by Wolves e per il ruolo di Éponine nella nuova serie de Les Misérables della BBC. E, visto il suo ruolo in Solo, possiamo ipotizzare un suo ritorno come uno dei primissimi Ribelli della galassia.
Il cameo di Tam Posla di Rogue One
È un cameo facile da perdere, quello di Tam Posla, comparso brevemente in Rogue One, ma il fantastico design del personaggio ha attirato l’attenzione di alcuni. Dopo il film, il personaggio ha presto avuto la propria storia raccontata nel mondo a fumetti di Star Wars. Non sarà apparso molto nei film, ma la sua apparizione a sorpresa in Solo potrebbe voler dire che i creatori abbiano dei piani in serbo su di lui.
La menzione di Scarif
Il composto chimico del Coassio ha un ruolo importante nella storia di Solo: A Star Wars Story, in quanto carburante dal valore altissimo che rende possibili i viaggi nell’iperspazio. La storia della sostanza nell’intero quadro della tradizione di Star Wars è qualcosa che scopriremo presto, ma per ora limitiamoci a parlare dei criminali della gang di Beckett. Perché, per quanto sia difficile entrare in possesso di una certa quantità di Coassio, dove trovarlo, raffinarlo e ricettarlo è ancora più difficile. Inizialmente, il gruppo considera la possibilità di raffinare il Coassio sul pianeta Scarif. Un’idea che viene scartata quasi immediatamente da Beckett, data l’impossibilità di sottrarsi alla presenza dell’Impero: a quel punto, infatti, Scarif è diventata apparentemente uno dei luoghi Imperiali più fortificati della galassia. È un fatto che i fan di Rogue One sanno già, dato che le difese e forze militari del pianeta sono state dispiegate interamente nella battaglia finale del fim.
Beckett indossa il costume di Lando da Il Ritorno dello Jedi
A tutti piacciono i piccoli riferimenti ai pianeti della trilogia originale, ma sono gli Easter egg che vanno al di là della credibilità e fatti apposta per i fan a mandarli in visibilio. In Solo: A Star Wars Story, niente ne è esempio come il fatto che il travestimento usato da Beckett nel ruolo di scorta di Qi’Ra su Kessel. Dato che il suo nome e il suo viso sono conosciuti ovunque, Beckett indossa un’armatura con tanto di maschera che copre il viso: un travestimento che non può non dare nell’occhio. Non tanto per gli Imperiali o gli altri criminali in Solo, ma per il pubblico. Infatti, è impossibile non riconoscere il travestimento come quello indossato da Mando Calrissian all’inizio de Il ritorno dello Jedi. C’è un potenziale buco, ma può essere risolto pensando che, magari, il travestimento di Beckett ha fatto una tale impressione su Lando da spingerlo a conservarlo, perché non si sa mai.
Bossk il cacciatore di taglie
Han solo sarà anche famoso come uno dei criminali più famosi della galassia, ma ai giorni di Solo: A Star Wars Story, era ancora un principiante con più fascino che buonsenso (che sia cambiato in questo senso, è una discussione ancora aperta). E, se il pubblico sapeva che nulla sarebbe effettivamente successo a Han nel corso del film, i suoi compagni di avventure hanno forse avuto qualche dubbio in più. Preoccupazione alla quale Val dà voce più di tutti, dicendo che avrà bisogno di aiuto extra, e che avrebbero dovuto rivolgersi a qualcun altro, qualcuno che conoscono, come Bossk. Il nome non ricorderà qualcosa a tutti i fan, ma sicuramente la faccia sì. Così come le mani, e il viso squamoso, e gli altri cacciatori di taglie introdotti ne L’impero colpisce ancora. Il lucertolone Trandoshano è infatti uno dei mercenari assoldati per dare la caccia al Millennium Falcon. E, proprio come gli altri cacciatori di taglie, ha avuto una certa carriera nei romanzi, fumetti e serie animate.
Han spara per primo
Il bello di una storia che racconta le origini del personaggio non è solo il fatto di scoprire come da ragazzino di strada Han Solo sia diventato l’eroe che conosciamo, ma anche il vedere come abbia imparato a non ripetere i propri errori. Nella parte finale del film, Han mostra infatti quanto abbia imparato (o quanto pensi di aver imparato), decidendo di scappare con Qi’ra, prendendo con sé il bottino di Coassio per Enfys Nest, e riunendosi con Chewbe nel frattempo.
C’è solo un problema: Beckett, che è uno dei migliori tiratori della galassia e non avrebbe problemi nell’abbattere Han nel caso fosse necessario. Han spara per primo. È uno dei piccoli richiami alla storia già esistente di Han, uno dei tratti che lo definiscono. Il che non vuol dire che i fan non continueranno a discutere sul fatto che George Lucas abbia fatto bene o meno a cambiare l’approccio di Han. Dopo aver visto Solo, è difficile credere che Han esiterà mai più prima di sbarazzarsi di un altro cacciatore di taglie.
“Lo so”
È il momento che nessuno dei fan di Star Wars ha mai dimenticato. Dopo aver passato due film ad aspettare gli esiti della bizzarra storia d’amore tra Han Solo e la Principessa Leia, fatta di scambi accesi, parole dure, e gelosia, la verità finalmente viene a galla. E quando Han viene catturato da Darth Vader e dagli Imperiali e ogni speranza è perduta, Leia si decide ad aprire il proprio cuore. Han la guarda appena prima di essere congelato, e lei si fa scappare un “Ti amo!”, al quale lui risponde con un “Lo so”.
È uno dei momenti di improvvisazione più memorabili della storia del cinema, che dice molto sui personaggi e sulla loro storia d’amore lunga decenni. Ed è il tipo di momento che non può non essere richiamato in solo, anche se alcuni fan se lo saranno perso. Questa volta, però, la strana relazione in questione è quella tra Han e Lando, che risulterà infine in un’amicizia, ma non dopo un tumultuoso inizio. Quando Lando decide che è il caso di far sapere a Han del proprio odio verso di lui, la risposta di Han è appunto, “lo so”.
Come Han comincia a lavorare per Jabba
Quando le avventure di Solo: A Star Wars Story sono quasi giunte al termine, e Han e Beckett stanno discutendo su cosa il lavoro possa riservare per loro nel futuro, viene rivelato un dettaglio che qualcuno potrebbe essersi perso. Secondo Beckett, infatti, c’è un pettegolezzo che circola su una comunità criminale che un gangster conosciuto sta mettendo in piedi per un lavoro del quale non si sa molto.
Tutto quello che sappiamo è che l’apertura è su Tatooine… il che fa pensare ai fan ossessionati dai dettagli che quello a cui ci si riferisce sia effettivamente l’inizio del futuro di Han. Quando il personaggio viene introdotto nel primo film di Star Wars, si mette subito nei guai con il proprio capo, Jabba. Prima che le cose si mettano male, comunque, Han sembra aver risposto all’appello di Jabba per la creazione della “squadra”, e possiamo probabilmente attribuire a Beckett il fatto di aver messo la pulce nell’orecchio a Solo.
Darth Maul, ma non quello che vi ricordate
Anche se il futuro di Han è già scolpito nella pietra, il film riesce a creare comunque alcuni colpi di scena nelle scene finali. E il successo presso i fan di queste aggiunte varia a seconda di quanto questi sanno sulla storia del personaggio a partire da La minaccia fantasma. E, per quanto riguarda le rivelazioni sugli antagonisti, la scoperta che Qi’Ra lavori effettivamente per Darth Maul, l’ex apprendista di Palpatine, ha sconvolto più o meno tutti. La morte di Maul in Episodio I è tutto tranne che permanente, come molti spettatori avranno pensato. La sua resurrezione e conseguenti complotti sono stati esplorati in dettaglio in Clone Wars e Rebels, ma il film amalgama in realtà due versioni diverse.
In Solo: A Star Wars Story, è ancora l’attore Ray Park a tornare al famoso look del primo prequel di Star Wars. Ma, mentre la voce di Maul è stata quella di Peter Serafinowicz per il debutto sullo schermo, è stavolta Sam Witwer a donare la propria in Solo. Witwer è stato l’attore che ha preso il ruolo di Darth Maul dalla morte alla nuova vita da Clone Wars in poi: i fan in cerca di risposte non possono non vedere le serie animate.
La rotta di Kessel, Maelstrom e il Maw sono ora parte del canone
Da quando Han Solo si è vantato dei propri risultati al timone del Millennium Falcon nel primo Star Wars, i Fan si sono chiesti cosa fosse la Rotta di Kessel, e perché il record esistesse in termini di distanza, e non tempo. L’universo esteso di Star Wars ha dato varie risposte, stabilendo il fatto che il pianeta Kessel si trovasse all’interno di un gigantesco vortice di pericoli cosmici, il più grande dei quali era Maw (un gruppo di buchi nero così impossibile da concepire che molti pensano sia stato inventato da esseri antichi). Per questo, i piloti in fuga da Kessel dovevano per forza scegliere non il percorso più breve per uscire dalla nebula, ma il più sicuro. Avvicinandosi ai pericoli, e rischiando in modo mai tentato da altri piloti, Han e il Falcon hanno dimezzato la distanza necessaria per scappare. E tutto questo è stato reso parte del canone ufficiale da Solo: A Star Wars Story. E le enormi bestie con i tentacoli conosciuto come “summa-verminoth” sono nuove, ma secondo la guida ufficiale il Kessel ufficiale si trova ora nel cuore del vortice Akkadese, vicino al più grande di tutti: Maw (che è ora è un demonico pozzo di gravità, ma fa altrettanta paura).
Il gladiatore Droide Gronk
A volte, uno studio spende miliardi di dollari per promuovere un nuovo franchise, sperando che gli eroi e le eroine riescano a conquistare il pubblico e la sua immaginazione. Hanno addirittura inventato un famoso duo di robot comici: un droide protocollare snob e nevrotico era piccola unità R2, che si diverte parecchio prenderlo in giro. Una volta, hanno inventato anche il Droide Gonk, per caso. Conosciuto ufficialmente come Droide Generatore GNK, il personaggio che assomiglia ad un cestino della spazzatura con la gambe si è aggiudicato fanfiction, adorazione, e ossessione. Più del previsto. In Solo, i fan potranno apprezzare un cameo del personaggio: questa volta, Gonk è diventato un vero e proprio gladiatore, conosciuto come WG-22 (ma non conosciamo ancora il significato delle iniziali).
Il cameo di Clint Howard
Ron Howard ha preso questa volta il timone, e il fratello Clint ne sarà stato felice. Si è già aggiudicato, infatti, parecchi cameo nei film del fratello, e chiaramente Solo non è stato un’eccezione. Ron Howard ha cominciato a mettere la pulce nell’orecchio dei fan sul cameo verso la fine delle riprese, ma è stato all’uscita del film che i fan hanno scoperto di cosa si trattasse. Clint è stato infatti scelto per essere il direttore del derby di distruzione di droidi del Lodge di Vandor. È una piccola parte, che sfrutta l’umorismo di Clinto Howard, ma comunque un ruolo importante. Infatti, il tema dell’indipendenza dei droidi diventa importante per la prima volta in un film di Star Wars.
Qi’Ra è maestra di Teräs Kasi
Qi’ra non è solo più spietata di quanto Han immaginasse, ma è anche pericolosa in combattimento. Infatti, si vanta dell’essere particolarmente abile nell’arte marziale chiamata Teräs Käsi, un nome che sarà familiare agli appassionati di videogiochi di Star Wars. La tecnica di combattimento è stat introdotta nel gioco per PlayStation del 1997 Star Wars: Masters of Teräs Käsi. Al tempo, lo stile di combattimento era un mistero conosciuto solo da una donna e dai suoi seguaci che intendevano distruggere i leader dell’Alleanza Ribelle. Il materiale supplementare a L’ultimo Jedi ha poi rivelato che l’arte marziale è quella utilizzata dalle guardie rosse di Snoke. Ma è in Solo: A Star War Story che viene nominato per la prima volta.
La connessione tra il Coassio e i Ribelli
Il Coassio è l’espediente principale del film: un prodotto dal valore talmente alto da valere tutte le peripezie affrontate dal cast. Ma la tradizione legata alla sostanza è legata ancora più direttamente a Star Wars: Rebels. Come viene spiegato nella guida ufficiale di Solo, l’unico motivo per cui la gente ha realizzato le potenzialità del Coassio è dovuto alle stesse creature misteriose che hanno reso possibile il finale di Rebels, ovvero delle balene dell’iperspazio conosciuto come Purgill. Le gigantesche ed enigmatiche bestie “nuotano” in branchi nell’universo, lanciandosi alla velocità della luce grazie a mezzi organici. A quanto pare, i balenieri dell’universo di Star Wars hanno scoperto il Coassio negli organi e tessuti dei Purgill, e ritenuto la causa dei loro viaggi. Il processo di creazione della sostanza avviene all’interno degli animali, ma fu poi ricreato anche all’esterno.
Un cameo di Anthony Daniels nei panni di Sagwa il Wookie?
Nel trailer di Solo: A Star Wars Story i fan hanno visto Chewbe abbracciare un altro Wookiee, il che li ha fatti impazzire. Qualcuno sperava si trattasse della moglie, ma no. Il Wookiee in questione dà un po’ di continuità all’universo espanso, offrendo allo stesso tempo un cameo a C-3PO. Sarà stato difficile seguire il dialogo tra i due Wookiee, ma la guida ufficiale ha fornito dettagli a riguardo. Si tratta di Sagwa, che non è solo un prigioniero assieme a Chewie, ma anche un nativo di Rwookrrorr, la capitale di Kashyyk. Un ruolo minore, ma per quello che sappiamo del cameo di Anthony Daniels nel film, questa sarebbe l’opzione più calzante.
Il detonatore termico
Han Solo comincerà il più lontano possibile dalla vita di palazzo della Principessa Leia, ma i paralleli tra i due sono lì per i fan. Parliamo del confronto tra Han e la Signora del Crimine Lady Proxima, che risiede con la propria progenie sulla superficie di Corellia. È un bel riferimento all’Episodio VI, dove Leila e Luke ordiscono il piano per salvare Han dalle grinfie di Jabba. All’inizio, non si capisce se sia Leila dietro il costume e la maschera di “Boushh” che avanza davanti a Jabba per contrattare. Si tratta di un’impresa riuscita grazie ad un detonatore termale. Nel caso di Leila, per davvero.
Fonte: Screen Rant
Per la nostra recensione: Solo: A Star Wars Story Recensione