The Amazing Spider-Man 2, le 5 cose che il film ha fatto veramente bene

Il secondo e ultimo capitolo della Sony è risultato confuso e prolisso, ma nonostante le sue problematiche rimane un film con alcuni elementi ben fatti

The Amazing Spider Man 2 photogallery film

Vestire i panni di Spider-Man non è mai un compito facile, soprattutto se a indossare prima la tuta dell’Uomo Ragno è stato l’indimenticabile Tobey Maguire nella trilogia di Sam Raimi. A Andrew Garfield è però toccata l’ardua missione con la riedizione della saga cinematografica, slegata dalla precedente, conclusasi però troppo in fretta con il secondo capitolo The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro. I film di Marc Webb, molto ambiziosi di natura, portavano sullo schermo una nuova storia dell’Uomo Ragno, che aveva sulle spalle l’obiettivo di plasmare un intero universo di lungometraggi della Sony.

Le carte in regola le aveva tutte, ma qualcosa è andato storto, facendo naufragare in seguito l’idea. Fra le cause maggiori la trama risultata troppo prolissa e confusa. Al netto di alcuni problemi narrativi presenti in The Amazing Spider-Man 2, la pellicola rimane comunque piena di elementi visivi e contenutistici molto ben riusciti, con sequenze dal grande carico emotivo che meritano una certa attenzione. Scopriamo quali sono.

5The Amazing Spider-Man 2 ha il miglior costume di sempre

 

I live-action di Spider-Man hanno sempre saputo regalare al suo protagonista una tuta degna del suo nome. È da specificare che in tutti i lungometraggi dedicati all’eroe, da Tobey Maguire fino a Tom Holland per intenderci, ogni costume di Spider-Man si è allontanato dalla sua versione a fumetti, venendone realizzata una versione molto più moderna.

Eppure, se dobbiamo stilare una classifica della più bella, non si può fare a meno di posizionare sul podio il costume di Andrew Garfield in The Amazing Spider-Man 2 che, seppur anch’esso si discosti dal design classico, possiede un certo fascino. La componente creativa, in questo caso, è davvero degna di nota: quando infatti Peter indossa la tuta, riesce ad assumere molto più degli altri le sembianze di un ragno. E il costume, aiutato dagli incredibili effetti visivi di cui il film è pieno, spicca maggiormente.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.