Dal 12 ottobre disponibile su Netflix, La caduta della casa degli Usher (qui la recensione) è il nuovo incontro tra Mike Flanagan e la piattaforma, che dopo The Haunting of Hill House e The Haunting of Bly Manor, torna a raccontare l’orrore attraverso la lente delle grandi opere letterarie, scomodando questa volte il padre della letteratura gotica: Edgar Allan Poe.
In La caduta della casa degli Usher, lo scrittore americano viene omaggiato in un gioco di rimandi continui, precisi e creativi, aggiornando il suo ottocento letterario al 2023 e costruendo una specie di bignami dei suoi celebri componimenti. Sebbene infatti la serie prenda il titolo dall’omonimo racconto, il lavoro di adattamento di Flanagan ha intessuto la storia di partenza di trame, fili e intrecci che percorrono molti dei racconti, e sebbene alcuni siano delle citazioni riservate ai più profondi conoscitori dell’opera di Poe, altre sono nascoste in bella vista… nei titoli degli episodi! Ogni episodio della serie infatti porta il titolo di un racconto o di un poema e lo adatta all’interno della storia-cornice de La caduta della casa degli Usher.
Una tetra mezzanotte
Il primo episodio, quello in cui ci viene presentata la famiglia Usher, comincia in medias res, con i ragazzi Usher già morti e il capostipite, Roderick, pronto a confessare. Sebbene Una tetra mezzanotte non sia il titolo di nessun racconto, è il primo verso della più celebre poesia di Poe: Il corvo.
Siamo all’inizio di una storia che si abbevera costantemente della mitologia dell’autore statunitense, e così la storia comincia con l’incipit di una delle sue opere più famose.
La maschera della morte rossa
Il secondo episodio invece presenta un adattamento molto più letterale. Come scopriremo man mano che si va avanti con la serie, ogni puntata racconta la morte di uno degli Usher, fino all’inevitabile caduta finale (come anticipa il titolo), e così in questa puntata assistiamo alla caduta di Prospero, uno dei figli bastardi del protagonista.
Il racconto omonimo adattato in questo caso è la storia di un periodo di peste noto come Morte Rossa, durante il quale la classe alta di una città medievale si rinchiude nel palazzo del principe Prospero. Pensando di essere al sicuro dall’infezione, si lanciano in un lussureggiante ballo in maschera. Ma un ospite misterioso, che indossa una maschera da scheletro, invade la festa e ne consegue l’orrore.
Si tratta proprio di quello che succede nell’episodio: Prospero (come il principe) organizza una festa/orgia durante la quale una figura con una maschera da scheletro e un mantello cremisi assiste a un terribile incidente a causa del quale tutti gli invitati muoiono.
I delitti della Rue Morgue
Nel terzo episodio assistiamo alla morte di Camille. Anche lei bastarda di Roderick Usher, è la figlia più brillante, intelligente, la stratega della famiglia, quella che parla con la stampa e che risolve le questioni pubbliche. In I delitti della Rue Morgue, un personaggio di nome Camille trova la sua morte per mano di un orango omicida, esattamente come accade alla fredda e calcolatrice erede Usher.
Questa storia venne utilizzata anche come fonte di ispirazione per The Raven, film del 2012 con John Cusack che racconta la vita di Edgar Allan Poe, proprio come se fosse uno dei suoi racconti polizieschi.
Il gatto nero
Si tratta di uno dei racconti più celebri di Poe, ripercorre proprio la vicenda di un uomo, un criminale, che viene spinto a denunciarsi da un gatto nero che lo perseguita. Certo, il nostro Leo, l’Usher che trova la morte in questo quarto episodio, si toglie la vita in autonomia, tuttavia la relazione di Leo con il gatto è la stessa della storia dallo stesso titolo, con risvolti gore molto pesanti e momenti di tensione pura, mentre il giovane uomo scivola nella follia e nella paura.
Il cuore rivelatore
I battito del cuore della sua vittima fa impazzire un assassino che confessa così il suo stesso delitto, dopo giorni di ossessione che lo portano sull’orlo della follia. Si tratta della trama del racconto di Poe con questo titolo, ed è anche quello che accade a Victorine, ultima dei figli illegittimi di Roderick Usher, che ossessionata dal ticchettio di un cuore di cui in realtà aveva sancito la morte, impazzisce e si toglie la vita.
Lo scarabeo d’oro
In questo caso, più che un adattamento da un racconto o da una poesia, si tratta di una citazione, un riferimento che viene utilizzato da Flanagan e dai suoi sceneggiatori per mettere in scena la morte della secondogenita di casa Usher, Tamerlane.
La donna, ossessionata dal lancio di un progetto per dare un nuovo volto all’azienda di famiglia, non dorme per giorni e cade in uno stato confusionale che la porta alla pazzia (complice ovviamente è l’intervento di Verna) e, involontariamente, causa la sua stessa morte. Il nome del progetto è “Goldbug” e The Gold-Bug è proprio il titolo originale del racconto.
Il pozzo e il pendolo
Sgradevole e privo di un vero talento, il primogenito di Roderick, Frederick Usher, è forse colui che ha subito maggiormente l’influenza paterna. La sua storia si permea di senso di inadeguatezza, ma non è mai raccontato come una vittima per la quale provare simpatia, perché è anche un terribile carnefice.
Sottopone a terribili torture la moglie, la droga, proprio come fosse la vittima del famoso racconto di Poe che dà il titolo all’episodio. Come nel racconto, la vittima viene drogata, torturata e alla fine scampa al pericolo per un pelo. Tuttavia chi finisce tagliato in due da una lama a forma di pendolo non è lei, ma il suo carnefice, Frederick, appunto. L’ultimo dei figli Usher.
Il corvo
Come già detto, si tratta del componimento più famoso di Poe. Nella poesia, il nostro narratore è sveglio fino a tardi in una fredda sera d’inverno. Non riesce a dormire perché è addolorato per il suo amore, Lenore, “la fanciulla rara e radiosa che gli angeli chiamarono Lenore”. Un corvo vola in casa dalla sua finestra e lui non riesce a farlo uscire. Il corvo può pronunciare solo una parola, “mai più“, che viene generalmente interpretata come un simbolo che il narratore non supererà mai il suo dolore.
Lenore è la nipote di Usher, figlia di Frederick e unica anima innocente della famiglia, che però non sfuggirà al suo tremendo destino per portare a compimento La caduta della casa degli Usher. Inoltre, attraverso un passaggio di trama intricato, ma estremamente attuale secondo cui una volta morta la ragazzina, si crea per lei una persona virtuale ricavata da tutti i dati dei suoi account social, questa entità virtuale continua a vivere e a mandare messaggi al nonno con scritto “mai più” (sempre con qualche refuso). Un riferimento molto chiaro alla poesia, che si sovrappone all’altro significato che ha il corvo nella storia: l’animale infatti è Verna (leggi qui).