Anno: 2009

 

Regia: Takashi Miike

Trama: Ganchan e la sua ragazza Janet progettano e costruiscono robot ma quando il mondo è  minacciato dal malvagio trio Drombo composto dalla bellissima e perfida Miss Dronjo, e dai suoi tirapiedi Boyakki e Tonzula si trasformano nei supereroi Yattaman 1 e Yattaman 2. L’occasione per una nuova impresa si presenta quando la giovane Shoko chiede il loro aiuto per ritrovare il padre, scomparso in Egitto mentre era sulle tracce di uno dei quattro frammenti della potente Pietra Dokrostone: è il momento di una nuova battaglia per il possesso della Drokostone e per il destino del mondo…

Analisi: Takashi Miike, ultraprolifico regista giapponese (più di ottanta film in soli vent’anni, solo uno degno di spreco di energia elettrica: Izo, con Takeshi Kitano) ci regala l’ennesima trasposizione anime di cialtroni animati di cui non  sentivamo minimamente il bisogno, caratterizzata come al solito da violenza splatter banalmente miscelata a comicità “Japan” ed effetti speciali spesso degni del televisivo “Power Ranger”.

Film che vuole piacere per la sua costruzione giocosa e infantile, senza pretesa alcuna di lectio magistralis, con belle donne  ridotte a feticci fumettistici e una ridda di situazioni  palesemente misogine(tratto tipico del regista, che in questo forse tradisce il soggettista Tatsuo Yoshida).

La pellicola, ultra censurata nella versione italiana, risente certamente del salto di doppiaggio: Officine UBU si è avvalsa della collaborazione dello Yattaman fan club italiano al fine di non snaturare troppo i dialoghi che appaiono comunque didascalici e forzati quando non ridicoli.

Se come qualcuno ha detto Yattaman rappresenta il film manifesto di Miike credo che si stia parlando di manifesto mortuario o al limite pubblicitario reclamante paraocchismo a prezzi scontati: questo cinema giapponese soffre della stessa patologia italiana: è incollato ai propri stereotipi, incapace di evadere  forme consolidate e troppo spesso ripetute: vacanze e immaturi in Italia, supereroi e mutandine in Giappone.

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