La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba: recensione del film di Emilio P. Miraglia

La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba

La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba è il film del 1971 di Emilio P. Miraglia con Anthony Steffen; Marina Malfatti; Rod Murdock; Giacomo Rossi Stuart; Umberto Raho; Enzo Tarascio; Roberto Maldera; Joan C. Davies; Erika Blanc

 

La trama di La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba

La Notte che Evelyn Uscì dalla Tomba racconta le macabre vicende che vedono coinvolto il nobile inglese Lord Alan Victor Cunningham, uomo ossessionato dalla morte della moglie Evelyn. Per colmare questa enorme mancanza e i sensi di colpa che lo attanagliano, Alan si dedica ad un hobby particolare: l’omicidio, con la predilezione verso giovani donne dai capelli rossi so miglianti alla compianta sposa. Successivamente si sposa con Gladys, ma l’uomo continua a mostrare segni di squilibrio, a maggior ragione quando compare lo spirito di una misteriosa donna che tutti riconoscono come la compianta Evelyn e una serie di strane morti turbano la quiete del maniero

L’analisi del film

Si tratta di un tipico esempio di horror italiano anni ’70, sulla scia dei tanti capolavori di Mario Bava e dell’enfant prodige Dario Argento. Stephen King liquidò il film in poche righe, con un commento negativo a piè di pagina; probabilmente il noto scrittore non ha apprezzato la pellicola, un anomalo e sperimentale connubio tra due generi diversi come il gotico, caratterizzato da atmosfere retrò inquietanti e fatiscenti, e l’horror- thriller argentiano di ultima leva che aveva portato il noto regista alla ribalta grazie a pellicole immortali e cult evergreen come Il Gatto a Nove Code, L’uccello dalle Piume di Cristallo, Quattro Mosche di Velluto Grigio e tanti altri. Molto probabilmente il film paga il fatto di essere vittima di effetti speciali improvvisati ma forte del suo impatto emotivo legato all’immortale fascino del gotico, perché in fondo le storie di fantasmi, manieri diroccati, possessioni e delitti fanno sempre presa sul pubblico in cerca di emozioni travolgenti.

In occasione dell’uscita del film, addirittura, la distribuzione si organizzò per servire al pubblico che si recava al cinema dei pop corn di colore rosso (tanto per sottolineare il mood macabro della pellicola). Girato in inglese e doppiato in un secondo tempo in italiano, il film vanta nella distribuzione internazionale nei paesi anglofoni circa nove versioni, molte delle quali pesantemente censurate o vittima di tagli di montaggio che ne hanno alterato la coerenza della trama.

Ma non sono solo questi accorgimenti che hanno relegato il film nella nicchia dei cosiddetti B- Movies: Alcuni errori tecnici o sviste pesanti (come la palese presenza di luci extra- diegetiche in presenza di scene scarsamente illuminate) oppure il fatto di voler ambientare a tutti i costi una storia del genere nella suggestiva Inghilterra, ma girandola interamente in Italia (in Veneto, per la precisione) come si deduce dalle targhe applicate alle auto e dalla loro improbabile guida- improvvisata- a sinistra servono in realtà ad accrescere il fascino cult di una pellicola entrata di diritto nell’immaginario dei film “weird” tipici della nostra filmografia di genere anni ’70.

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Ludovica Ottaviani
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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.
la-notte-che-evelyn-usci-dalla-tomba-recensioneAlcuni errori tecnici o sviste pesanti (come la palese presenza di luci extra- diegetiche in presenza di scene scarsamente illuminate) oppure il fatto di voler ambientare a tutti i costi una storia del genere nella suggestiva Inghilterra, ma girandola interamente in Italia (in Veneto, per la precisione) come si deduce dalle targhe applicate alle auto e dalla loro improbabile guid