House of the Dragon recensione

Dal 22 agosto in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, tenetevi pronti a tornare a Westeros con House of the Dragon, la nuova serie HBO che ci riporta nell’universo de Il Trono di Spade a quattro anni dalla conclusione di una delle serie più importanti dell’ultimo decennio.

 

House of the Dragon, ecco cosa racconta

Ambientata nei Sette Regni, la storia si svolge circa 200 anni prima della nascita di Daenerys Targaryen e della Rivolta di Robert Baratheon. Siamo in un mondo governato dai Targaryen e all’inizio della nostra storia, re Jaehaerys I Targaryen ha preferito suo nipote Viserys Targaryen a Rhaenys Targaryen come erede al trono di spade, in quanto successore con la pretesa più forte perché uomo. Non si è mai vista infatti una regina a guidare Westeros! Tuttavia, molto presto la storia si ripete e una nuova battaglia per la successione si avvicina all’orizzonte: la regina Aemma Arryn, prima moglie di Re Viserys, muore di parto lasciando dietro di sé solo una figlia femmina, Rhaenyra Targaryen.

Oltre a lei potrebbe ambire al trono Daemon Targaryen, fratello minore del re, preferito dal popolo in quanto maschio, cavalca draghi, prode guerriero, ma allo stesso tempo impulsivo e spregiudicato. Tuttavia, Viserys nomina in una cerimonia pubblica Rhaenyra sua erede al trono. Nulla può offuscare la volontà del re, se non fosse che lo stesso si risposa con Alicent Hightower, molto più giovane di lui, figlia del Primo Cavaliere Otto Hightower e amica intima della principessa. Da questo matrimonio nasceranno due figli maschi, con i capelli color argento e cavalca draghi: due puri Targaryen.

House of the DragonQuanto può valere la parola di un re, alla sua morte? È di questo che ha paura la giovane Rhaenyra, erede legittima che però si scontra con tre uomini che hanno non solo avanzano una pretesa al trono, ma che in quanto maschi sono tutti favoriti dal popolo rispetto a lei. La lotta di successione al trono di spade di Re Viserys prenderà il nome di Danza dei Draghi, evento che per qualcuno ha rappresentato l’inizio della fine della casata di Daenerys.

Fuoco e Sangue

House of Dragon è basata su Fuoco e Sangue, il romanzo scritto da George R.R. Martin che racconta anche di questa guerra di successione e che si struttura in forma di annali, come fosse un volume scritto da un maestro della Cittadella, in cui vengono elencati tutti i re Targaryen, i principali fatti legati alla dinastia, alla successione e alle vicende che hanno portato sull’ambìto scranno questo piuttosto che quell’altro personaggio.

Quindi, per quanto siamo di fronte a un prequel de Il Trono di Spade, la sua origine letteraria è profondamente diversa in quanto a forma e contenuto e questo aspetto viene riflesso nella narrazione che non si fa scrupoli di fare grandi balzi temporali in avanti, e di cambiare alcuni degli interpreti, tra un’ellissi temporale e l’altra, per rappresentare lo stesso personaggio che cresce o invecchia.

House of the DragonUn cast perfetto

E c’è da dire che in tutti i casi i volti e il carisma degli attori scelti per interpretare i personaggi in gioco si rivelano sempre efficaci, perfettamente adatti ai loro personaggi, complice anche un importante lavoro del reparto trucco e costumi, che viene direttamente dalla “serie madre”.

Paddy Considine è stato scelto per interpretare Re Viserys, quinto re di Westeros e primo del suo nome, consigliato sempre con fedeltà e sincerità da Otto Hightower, che ha il volto familiare e carismatico di Rhys Ifans. Emma D’Arcy e Milly Alcock interpretano la principessa Rhaenyra Targaryen nelle sue diverse età, così come succede a Olivia Cooke e Emily Carey, che invece si dividono il personaggio fondamentale di Alicent Hightower. Tutte e quattro le attrici sono dotate di un allure che permette loro di mettere in scena una vasta gamma di sentimenti ed espressioni, che contribuiscono a costruire due personaggi femminili portentosi, sfaccettati e originali.

Matt Smith è sublime nei panni dell’instabile Daemon Targaryen, mentre completano il cast principale Steve Toussaint e Eve Best (strepitosa) che interpretano i coniugi Corlys Velaryon e Rhaenys Targaryen, la “Regina che non fu mai”, ovvero colei che a sua volta vantava pretese al trono ma alla quale venne preferito il cugino maschio, Viserys, appunto.

House of the DragonHouse of the Dragon è una sontuosa opera televisiva

House of the Dragon è una sontuosa opera televisiva. La qualità tecnica, lo spessore della messa in scena, la cura del dettaglio, la computer grafica, tutto ciò che ha reso grande Il Trono di Spade, qui è sviluppato all’ennesima potenza, dal momento che si parte da asset già consolidati, ma con molti elementi in più: il primo episodio della serie del 2011 non regge il confronto con lo sfarzo e la potenza scenica del pilota di House of the Dragon, anche se il secondo è molto meno potente da un punto di vista narrativo.

Non ci sono buoni o cattivi

La serie creata da Ryan J. CondalGeorge R. R. Martin ci riporta a Westeros ma si tratta di un prodotto profondamente diverso, siamo negli stessi posti de Il Trono di spade e al centro del discorso c’è sempre il desiderio di  salire su quel trono forgiato dalle spade dei nemici sconfitti di Aegon il Conquistatore, ma questa volta ci troviamo di fronte a una guerra civile combattuta a suon di sussurri, esilii, proclamazioni, nelle stanze della Fortezza Rossa e di Roccia di Drago, non ci sono battaglie tra famiglie, non c’è un conflitto aperto tra Stark e Lannister, in cui lo spettatore riesce a schierarsi.

House of the DragonAnche la costruzione dei personaggi è profondamente diversa: se all’inizio la storia sembra volerci portare dalla parte della fiera e ribelle Rhaenyra, poi scopriamo che in fondo la principessa non è poi tanto ribelle né tanto esente da lati oscuri o crudeli, allo stesso modo il principe Deamon, che potrebbe sembrare il villain designato, ha momenti di tenerezza che fanno breccia nel cuore dello spettatore, così come Alicent Hightower, figura femminile interessantissima mai chiaramente inquadrata nei suoi desideri e nelle sue ambizioni, o gli stessi rappresentanti della famiglia Velaryon, scuri di carnagione e bianchi di capelli, anch’essi discendenti di Valyria ma da un ramo cadetto e per questo considerati leggermente inferiori ai Targaryen.

Un moderno racconto di ambizione

House of Dragon lascia lo spettatore stupefatto e ammirato per lo sfoggio di una opulenta messa in scena (ci sono i draghi!), e a sorpresa si rivela narrativamente molto diverso dal suo predecessore, concentrato su un conflitto interno alla stessa famiglia: stiamo raccontando una storia in cui è impossibile prendere la parte dei buoni, perché non ce ne sono, così come non ci sono cattivi in senso stretto, è meno di una guerra, è più di una bega familiare. È l’inizio della tremenda Danza dei Draghi, che segnerà l’inizio della fine per la dinastia del Drago, ma è anche un racconto moderno su ambizione e senso del dovere, su ciò che è possibile e su ciò che lo diventa grazie alla volontà dell’uomo (o della donna, in questo caso).

House of the Dragon è disponibile dal 22 agosto in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti.

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RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
house-of-the-dragon-hboHouse of Dragon lascia lo spettatore stupefatto e ammirato per lo sfoggio di una opulenta messa in scena (ci sono i draghi!), e a sorpresa si rivela narrativamente molto diverso dal suo predecessore, concentrato su un conflitto interno alla stessa famiglia: stiamo raccontando una storia in cui è impossibile prendere la parte dei buoni, perché non ce ne sono, così come non ci sono cattivi in senso stretto, è meno di una guerra, è più di una bega familiare. È l’inizio della tremenda Danza dei Draghi, che segnerà l’inizio della fine per la dinastia del Drago, ma è anche un racconto moderno su ambizione e senso del dovere, su ciò che è possibile e su ciò che lo diventa grazie alla volontà dell’uomo (o della donna, in questo caso).