Roba da non crederci, sono riusciti a farlo ancora una volta con Masters of the Air. A ventitrĆ© anni da Band of Brothers e tredici da The Pacific, Steven SpielbergĀ e Tom Hanks hanno raccontato nuovamente la Seconda Guerra Mondiale attraverso i volti comuni e le gesta tuttāaltro che comuni degli eroi sconosciuti che lāhanno combattuta. Con Masters of the Air questa volta hanno puntato lāattenzione alla battaglia dei cieli, concentrandosi sul 100th Bomb Group dellāesercito degli Stati Uniti. La serie prodotta per Apple TV+ ĆØ ispirata dal libro Masters of the Air: America’s Bomber Boys Who Fought the Air War Against Nazi Germany, scritto da Donald L.Miller.

Masters of the Air, quando basta la storia vera
Di fronte a un prodotto come questo, viene sinceramente da chiedersi quale sia il senso nel continuare a produrre film di supereroi oppure action fracassoni con protagonisti esseri umani apparentemente invincibili. Come possono non bastare le storie vere di questi uomini comuni che hanno compiuto imprese capaci di andare oltre il concetto di eroismo, in nome di ideali e di un senso del dovere che li ha spinti a superare lāorrore che si ĆØ presentato davanti ai loro occhi? PerchĆ© in fin dei conti ĆØ semplicemente questo che Masters of the Air fa: espone il percorso umano tragico e insieme appassionante di normali esseri umani i quali si sono trovati costretti a confrontarsi con qualcosa di terribile. E hanno combattuto sia il nemico fisico che un qualcosa di ancora più sottile e terrificante: la perdita della propria umanitĆ . Ancor più che in Band of Brothers e The Pacific, il cuore di questa nuova miniserie sta nei silenzi, nei piccoli scarti tra le poche parole che i protagonisti si scambiano, comunicando con uno sguardo o una pacca sulla spalla la condivisione prima di tutto umana del proprio stato.

Un cast di giovani talenti
Ecco allora che lāamicizia virile tra i due protagonisti Gale Cleven (Austin Butler) e John Egan (Callum Turner) diventa lāultimo baluardo di difesa contro lāabisso, lāirrazionalitĆ del conflitto, la semplicitĆ disarmante della morte in battaglia. Una volta che lo spettatore introietta questo sentimento di fratellanza taciuta ma potente – e vi assicuriamo che succede fin dal primo episodio – ecco che i dialoghi comuni tra i vari personaggi perdono qualsiasi retorica e si fanno veri, emozionanti come le parole che si scambia chi deve nonostante tutto farsi forza lāuno con lāaltro. Masters of the Air riesce a caricare parole e gesti che abbiamo visto cosƬ tante volte sul grande e piccolo schermo di un significato profondo e denso, regalandoci come raramente ĆØ successo negli ultimi anni di serialitĆ la bellezza e il dolore dellāessere persone comuni.

Se Austin Butler conferma una presenza scenica indiscutibile e la capacitĆ di mostrare le pieghe nascoste del proprio personaggio, il cuore pulsante della miniserie ĆØ senza alcun dubbio Callum Turner, perfetto nel dipingere un soldato che affronta lāineluttabilitĆ del conflitto attraverso una gamma di comportamenti ed emozioni espressa con pienezza. Ć il suo John Egan lāeroe sfrontato di Master of the Air, grazie a un personaggio a tutto tondo ma soprattutto per merito dellāattore che lo interpreta. Ma questi due sonoĀ gli āeroiā dello show, i protagonisti che servono a trainare la storia. Nelle retrovie – ma neppure troppo – ci sono i soldati che combattono con il coraggio e le capacitĆ che posseggono. In poche parole i volti, gli uomini comuni che Spielberg, Hanks e le altre menti dietro la miniserie vogliono onorare. Se tanto bene cāerano riusciti in Band of Brothers (pensate al personaggio di Damien Lewis) e The Pacific (James Badge Dale o Jon Bernthal), Masters of the Air non ĆØ certamente da meno. Ecco allora che nella memoria emotiva del pubblico si sedimenteranno i volti umanissimi di Anthony Boyle e Nate Mann, capaci di regalare enorme potenza ai loro rispettivi personaggi. Per non parlare della partecipazione straordinaria di Barry Keoghan.
Se lāultima puntata dello show non contenesse una sequenza di propaganda fin troppo esplicita e non necessaria nĆ© condivisibile – opinione personale di chi scrive – Masters of the Air avrebbe tranquillamente conquistato il massimo delle stelle concesse per una recensione. PerchĆ© ĆØ uno spettacolo maestoso ma soprattutto un affresco umano indimenticabile. Come detto in principio, Steven e Tom lāhanno fatto ancora una voltaā¦

