Mercoledì recensione

Netflix sceglie un mercoledì di novembre per rendere disponibile in catalogo Mercoledì, la nuova serie Jenna Ortega che vede Tim Burton in veste di regista di quattro degli otto episodi della prima stagione e produttore esecutivo insieme a Alfred Gough e Miles Millar, creatori della serie televisiva Smallville.

 

Un coming of age a cavallo trai generi

La serie si muove a cavallo di un crocevia di generi, spostandosi tra la commedia, l’horror, il mistery e ovviamente, il coming of are con elementi teen, dal momento che protagonista assoluta dello show è una sedicenne Mercoledì Addams, alle prese con le difficoltà di “trovare un suo posto nel mondo”. Il cliché dell’adolescente difficile è qui aumentato all’ennesima potenza, dal momento che la casa Mercoledì non è soltanto un’adolescente, ma è una Addams, per cui possiede tutta una serie di caratteristiche che non sono proprio “alla moda” tra gli adolescenti. Innanzitutto è allergica ai colori, per cui veste solo di bianco e nero, poi non ride mai, né mostra alcuna emozione, anche se non è escluso che ne provi qualcuna, come il desiderio di giustizia, che per lei è più voglia di vendetta, oppure fascinazione per cose macabre, nonché uno spiccato odio verso la madre Morticia (Catherine Zeta-Jones) e verso tutto ciò che lei rappresenta.

Mercoledì, la trama

Quando, per vendicare uno scherzo subìto da suo fratello Pugsley, decide di sguinzagliare dei piagna contro la squadra di nuovo della scuola, Mercoledì viene comprensibilmente espulsa e si ritrova spedita alla Nevermore Academy, la scuola per reietti guidata da Larissa Weems (Gwendoline Christie), integerrima Preside ed ex compagna di scuola proprio di Morticia. Per Mercoledì si tratta di una condanna: essere costretta a frequentare la stessa scuola della madre e implicitamente essere spinta verso il suo stesso percorso accademico, fatto di trofei sportivi, successi scolastici e ovviamente la corona di reginetta, l’ultimo anno. Ma la ragazza non si farà scoraggiare e promette un’evasione con i fiocchi. Fino a che, nella vicina cittadina di Jericho, un terribile mostro non comincia a uccidere in maniera feroce gli studenti della scuola. Il mistero sull’identità e le motivazioni del mostro convince Mercoledì a rimanere alla Nevermore e lì, suo malgrado, comincerà a trovare uno spazio per lei…

Tre punti di forza

I punti di forza indiscussi di Mercoledì di Netflix sono tre: in primo luogo la messa in scena, dai costumi di Colleen Atwood alle scenografie, alla musica firmata da Danny Elfman, la serie dimostra una cura che purtroppo non è scontata nelle produzioni della piattaforma ma che rivela grande impegno nei confronti di questo prodotto in particolare, probabilmente grazie all’impronta artistica di Burton, che da sempre ha fatto delle scenografie caratteristiche e di tutto il decor l’aspetto più indicativo dei suoi film. Il secondo aspetto interessante della serie è senza dubbio la storia; sviluppata in maniera non troppo banale ma comunque molto classica, la trama di Mercoledì è un mistery che si articola lungo un preciso percorso a tappe e che non lascia indietro nessun dettaglio. Avvincente quanto basta dal voler sapere sempre “cosa succede dopo”, fino anche all’ultimo episodio che lascia la porta aperta a un secondo ciclo, la storia non è sorprendente ma riesce a coinvolgere lo spettatore, merito soprattutto di Jenna Ortega.

E qui siamo al terzo punto di forza dello show. La giovane interprete, molto più grande del suo personaggio, è magnetica, la sua Mercoledì irresistibile, tanto che forse non è troppo credibile come outcast. Tutti le ruotano intorno, non solo gli spettatori, ma professori, studenti, pretendenti amiche e innamorati, e soprattutto potenziali rivali tra le mura scolastiche.

Il nome Mercoledì
Wednesday. (L to R) Luis Guzmán as Gomez Addams, Jenna Ortega as Wednesday Addams, Catherine Zeta-Jones as Morticia Adams in episode 101 of Wednesday. Cr. Courtesy Of Netflix © 2022

Jenna Ortega, il carisma “problematico” di Mercoledì

Proprio il carisma di Ortega è un’arma a doppio taglio. Se la Mercoledì di Christina Ricci era all’apparenza dimessa e scostante, che con parole e azioni però rivelava la sua vera natura nefasta, queste iterazione del personaggio è molto più accattivante. Occhio grandi, ciglia lunghissime, labbra carnose, questa sedicenne è un concentrato di carisma ed è impossibile non rimanere attratti da lei. L’effetto è quindi contraddittorio, perché mentre lei continua a sentirsi reietta tra i reietti, chi le sta intorno non fa altro che cercarla, adularla e, in alcuni casi, eleggerla a proprio avversaria, che nel linguaggio delle high school è comunque un riconoscimento di valore. Questa adolescente con gli hobby per la scrittura, la scherma e il violoncello è sin troppo a suo agio in questo contesto, è sicura di sé, non sbaglia mai e sembra inevitabilmente destinata al successo. Inattaccabile e impermeabile a quello che le succede, la vedremo poco a poco cedere alla normalità e ai sentimenti, i quali se da una parte per lei sono sintomo di debolezza, diventano un modo per umanizzarla e avvicinarla al pubblico.

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Diverso è bello, fino a un certo punto

Ma anche in questo caso la serie dice una cosa facendone una opposta: l’inno alla diversità, e all’importanza di esserlo, così in tema per il nostro tempo, si schianta contro questa normalizzazione di Mercoledì che si apre agli altri. Per cui il messaggio sembra essere che va benissimo ed è importante essere diversi, purché si mantenga un minimo di normalità per consentire agli altri di avere accesso alla nostra persona. Non si tratta di un demerito della serie, che comunque fa il suo dovere da un punto di vista dell’intrattenimento, ma è chiaro che siamo ancora lontani dal concetto di accettazione del reietto, quello vero, senza doti o carisma. Tutti i reietti con doti particolari che ci vengono presentati sono tutti bellissimi.

In questo senso, Mercoledì perde il suo potenziale di rappresentazione pur rimanendo un ottimo prodotto di intrattenimento, ben confezionato e interpretato. Alla fine tutti vorremmo uscire con la protagonista, o essere lei, e questo sentimento, per quanto vincente nell’ottica del successo della serie, sembra tradire lo spirito di un personaggio che è sempre stato piuttosto macabro e respingente e per questo affascinante.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
mercoledi-tim-burtonAlla fine tutti vorremmo uscire con la protagonista, o essere lei, e questo sentimento, per quanto vincente nell’ottica del successo della serie, sembra tradire lo spirito di un personaggio che è sempre stato piuttosto macabro e respingente e per questo affascinante.