Queenmaker, recensione della nuova serie Netflix

Il dramma politico sudcoreano è disponibile in piattaforma dal 14 aprile.

Queenmaker recensione
Queenmaker Kim Hee-ae as Hwang Do-hee in Queenmaker Cr. Kim Ji-yeon/Netflix © 2023

Secondo molte rappresentazioni cinematografiche, dietro ad ogni grande figura di potere ce n’è un’altra, ancora più potente, che tira veramente le fila delle vicende. Queenmaker racconta tutti I sotterfugi politici che esistono dietro alla ricca e potente famiglia a capo della Eunsung. La serie, formata al momento da una sola stagione di undici episodi, ognuno da circa un ora, è un dramma politico sudcoreano prodotto da Netflix. Scritto da Moon Ji-young e diretto da Oh Jin-seok, Queenmaker è caratterizzato da un cast di figure note prevalentemente nel panorama cinematografico nazionale: ritroviamo l’attrice Kim Hee-ae nel ruolo di Hwang Do-hee. Moon So-ri interpreta Oh Seung-sook, un’avvocatessa per i diritti umani che lotta per i diritti delle donne lavoratrici; affianco ad esse abbiamo Ryu Soo-young nel ruolo di Baek Jae-min.

Queenmaker: una famiglia al potere

Hwang è la figura di riferimento nella società Eunsung, braccio destro di Son Young-sim per più di dieci anni. Hwang è colei che si occupa di risolvere tutti i problemi causati dai vari membri della famiglia di Son, nascondendo scheletri segreti e mantenendo pulita la reputazione della nobile stirpe. Hwang è, insieme a Baek Jae-min, marito di una delle figlie di Son, una figura esterna, e quindi per questo mai totalmente accettata; lei è trattata come il cane da guardia della famiglia.

Quando Jae-min commetterà l’ennesimo abuso su una delle ragazze che lavorano alla Eunsung, la quale arriverà a suicidarsi nella disperazione, Hwang si rifiuterà di insabbiare anche questo delitto, lasciando la società per sempre. A questo punto, Son le si rivolterà contro: tra le due si instaurerà una guerra continua che si combatterà nel campo di battaglia delle elezioni per il sindaco della città di Seul; mentre Son cercherà in ogni modo di portare il proprio genero alla vittoria, Hwang collaborerà con Oh Seung-sook, stravagante avvocatessa per i diritti umani e per i lavoratori.

Una campagna elettorale tra imbrogli ed ipocrisie

Una caratteristica interessante di Queenmaker è il fatto che vengono toccate diverse tematiche rilevanti ed interessanti a  livello sociale.

La serie, come dramma politico, va ad analizzare la realtà della politica e delle campagne elettorali: non è la prima volta che tali tematiche vengono portate sul grande schermo. Finora molte sono state le serie ed i film con tematiche simili: si pensi alle  serie Scandal di Shonda Rhimes e House of Cards con Kevin Spacey. Un elemento che accomuna questi tre esempi è il fatto che luogo di ambientazione sono sempre gli Stati Uniti d’America. Invece, in Queenmaker l’elemento politico si fonde con il contesto culturale sudcoreano, caratterizzato da specifici comportamenti e  tradizioni.

Un elemento da notare già dai primi episodi, prima dell’inizio effettivo della campagna elettorale, è il ruolo dei media; questi vengono facilmente manovrati dalla stessa Hwang. Vengono intessute articolate storie da semplici foto o notizie non accertate, così da creare forti mobilitazioni anche sui social network.

Queenmaker Cr. Kim Ji-yeon/Netflix © 2023

Un altro fattore che rende Queenmaker una  serie accattivante è la presenza di molte figure femminili forti e determinate; guardando la serie con un occhio attento, emerge chiaramente come tutti i personaggi più affermati, più potenti, sono donne. Si pensi alla signora Son, a capo della colossale società Eunsung, o anche alla avvocatessa Oh Seung-sook, così legata alla sua causa per la salvaguardia delle donne lavoratrici da occupare per settimane e settimane il tetto di uno dei grattaceli della Eunsung.

Discriminazioni di classe e di genere

Tutta la serie Queenmaker è strutturata sulla contrapposizione tra le elite politiche ed economiche, rappresentate dal gruppo Einsung, e da tutto il resto del popolo, rappresentati da Hwang e Oh Seung-sook.

Son e Jae-in, dall’alto dei loro grattaceli, si impongono con tutta la loro forza su tutti, corrompendo e ricattando per il proprio tornaconto personale; per questo, si sentono invincibili. Le stesse elezioni sono solamente un modo per ottenere maggiore potere, e per vincere sono disposti anche ad imbrogliare i più poveri, considerati come inferiori ed insignificanti. La stessa Hwang, pur  avendo fatto parte del nobile mondo di Son  per fin troppo tempo, non è mai stata realmente accettata: è stata  ed è rimasta solamente una sottoposta, un cane da guardia da sfruttare.

Questo senso di superiorità espresso da tutte le figure della famiglia di Son emerge anche dal trattamento disumano e degradante con cui talvolta vengono trattati tutti gli impiegati. Lo stesso Jae-min non ha alcuno scrupolo nell’approfittarsi sessualmente della propria segretaria, vista semplicemente come una donna inferiore: talvolta, a fianco delle discriminazioni di classe, si vengono ad affiancare anche velate discriminazioni di genere.

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