Maid: recensione della serie Netflix con Margaret Qualley

'Maid', nuova serie tv Netflix, è un ritratto spietato della volontà di sopravvivenza di una giovane madre

Maid recensione serie tv netflix
Cr. RICARDO HUBBS/NETFLIX © 2021

Dopo essere stata apprezzata largamente negli Stati Uniti, la serie Netflix Maid ha finalmente ottenuto il successo meritato anche in Italia. Il veterano della TV John Wells (ER, Southland) si è messo al lavoro con un team di produzione di tutto rilievo, che include Molly Smith Metzler e Margot Robbie, per adattare il bestseller Maid: Hard Work, Low Pay and a Mother’s Will to Survive di Stephanie Land. L’adattamento di un libro di memorie è riuscito a conferire a Maid la credibilità, mai spettacolarizzata, che molti progetti simili non riescono a raggiungere, filtrando la verità di Land attraverso l’interpretazione delicatamente esplosiva della giovane Margaret Qualley.

 

Maid: la concretezza visiva della storia di Alex

Alex (Qualley), è una giovane madre che decide di lasciare il marito violento Sean (Nick Robinson) nel mezzo della notte. Con solo 18 dollari nel portafoglio, lotterà di giorno in giorno cercando si racimolare abbastanza soldi per un alloggio, cibo e sicurezza per lei e sua figlia. Il suo viaggio la porterà a trovare lavoro come “maid”, presso un’agenzia gestita da Yolanda (Tracy Vilar) e trovarsi a che fare con la madre bipolare Paula (Andie MacDowell, che è la vera madre di Qualley, il che aggiunge un ulteriore livello di realismo) assieme a quella del padre alienato Hank (un efficace Billy Burke). Si incrocerà anche con un’altolocata padrona di casa di nome Regina (un’incredibile Anika Noni Rose), che finisce per essere molto più di una semplice estranea.

L’incredibile successo di Maid, che è rientrato quasi immediatamente tra i titoli in tendenza su Netflix, risiede nel fatto che la serie non ha mai la pretesa di parlare per nessuno, tranne che per la propria protagonista; la storyline è talmente tanto incorporata nella prospettiva personale di Alex che l’esperienza soggettiva oltrepassa la realtà oggettiva, dimostrando che Maid non è alla ricerca di uno studio socio-culturale, bensì mira a dare concretezza visiva ai pensieri di chi avrebbe sempre sperato di trasferire la sua storia in parola scritta. La penna di Alex è sensibile, ma incisiva, fiorente di un’interpretazione superba, che trova l’umanità anche nel più freddo dei giorni, quando la rete di sicurezza sociale e un rifugio tanto anelato sono ormai inafferrabili.

MAID MARGARET QUALLEY
Cr. RICARDO HUBBS/NETFLIX © 2021

Il diario di Alex diviene libro aperto per lo spettatore: è il volto dell’attrice a sancire l’arco narrativo della protagonista, che combatte cercando di mantenere la compostezza di fronte a una pressione psicofisica insopportabile, e convoglia le traversie tramite gesti apparentemente impercettibili, che assumono però valenza simbolica: un labbro che si contrae, sbattere le ciglia, alzare il mento. Alex dovrà imparare un nuovo linguaggio, corporalmente disagevole, per far fronte a una cerchia di individui i cui rapporti sono già da tempo disarticolati: Paula entra ed esce dalla vita di Alex con il caos irresistibile di un tornado, un bipolarismo aggravante e un passato da rivalutare; Robinson interpreta la dualità minacciosa insita nel carattere di Sean, la cui storia dolorosa spiega, ma non scusa, il dolore che lui stesso infligge nel presente.

È il legame madre-figlia – e la tensione – a brillare di più per tutto l’arco narrativo della serie. Qualley e MacDowell sono indubbiamente le migliori partner di scena l’una per l’altra, con la giovane attrice che conferisce alla produzione realismo emotivo e la veterana dello schermo che probabilmente fa il lavoro più impressionante della sua carriera, fluttuando repentinamente attraverso pensieri e stati d’animo, come sfogliando le pagine di un libro.

MAID serie tv 2021Maid: il libro di Alex filtrato dagli occhi di Margaret Qualley

Maid è un avvincente racconto di guarigione e scoperta di sé, come non se ne vedevano da tempo sulla piattaforma. “Non sono davvero sicura di quello che mi è successo“, dice Alex al suo gruppo di terapia. Nonostante abbia frequentato sei scuole superiori durante un’infanzia in cui sua madre nomade è passata da un uomo all’altro, è stata accettata al college ma non ci è andata. Quando sua figlia dorme, scrive del suo nuovo lavoro e di quello che vede nelle case mentre curiosa in giro, il che fornisce una gradita struttura episodica allo show, così come la serie di situazioni abitative e sistemazioni di fortuna che deve costantemente cercare per avere un posto dove dormire la notte, che scandiscono un ritmo narrativo specchio del disinganno routinario di Alex.

È la vivida immaginazione di Alex che cerca di far fronte alla disillusione quotidiana, rifugiandosi in un mondo tutto mentale, ricordo di ciò che non è potuto essere e che è rimasto inspiegato, e prospetto immaginifico di una dimensione di supporto che è sempre mancata nella vita della giovane.

Maid conserva l’elemento più importante della scrittura di Land, ovvero una conoscenza duramente conquistata della nostra fragile rete di sicurezza sociale e dei suoi inghippi, radicata nell’esperienza di prima mano dell’autrice; la sceneggiatura non si dimentica comunque mai di cosa significhi essere una giovane donna, con ambizioni e voglia di riscatto, che ha reso lo studio e l’esperienza acquisita funzionale a un escapismo mentale, per garantirsi un ruolo nel libro della vita. Tutto è stato tolto ad Alex, ma non la sua fantasia creativa, centro propulsivo di un ancoramento al bene e all’affetto che non può dimenticarsi di ritagliare per sé stessa.

In dieci episodi Maid, o meglio il diario di Alex, offre uno sguardo spietato su ciò che significa essere una giovane donna, ritrovatasi improvvisamente in una condizione di povertà dilagante, senza appigli o affetto alcuni su cui fare affidamento. Maid è la storia individuale di un insieme sovrapposto di problemi strutturali, che mostra come la spirale della mobilità verso il basso è solo accelerata da fattori come il genere, la paternità e la salute mentale.

Qualsiasi descrizione di Maid rischia di suonare incessantemente cupa, ma non lo è. Nei momenti di gioia che affiorano, le piccole vittorie, le inaspettate dimostrazioni di sostegno, cementano il vero messaggio di Maid: ognuno di quei piccoli atti di gentilezza è davvero ciò che può far andare avanti Alex. E, realmente, ognuno di noi.

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