The End of the F***ing World 2° stagione: recensione della serie Netflix

The End of the F***ing World 2

“Ho appena compiuto 18 anni, e credo di aver capito cosa significano le persone per le altre”. Su queste parole, e su un colpo di pistola su schermata nera, si concludeva la prima stagione della serie originale Netflix, distribuita per la prima volta sul servizio nel gennaio 2018. Con The End of the F***ing World 2, seconda stagione della serie ideata da Jonathan Entwistle e basata sull’omonimo fumetto, i due protagonisti James e Alyssa sono pronti a raccontare cosa accadde, dopo quel finale aperto.

 

Ambientata a due anni di distanza dagli eventi della prima stagione, la storia vede Alyssa (Jessica Barden) e James (Alex Lawther) alle prese con la difficile reintegrazione nella società dopo la loro spericolata fuga e l’omicidio commesso. Il passato tuttavia non li lascerà in pace, e tornerà nelle loro vite per una inevitabile resa dei conti.

The End of the F***ing World 2: dalla fuga all’ingresso nel mondo adulto

Stando alle parole del suo ideatore, la prima stagione della serie era concepita nella sua struttura come un vero e proprio lungometraggio. Ciò appare ancora più vero alla luce dei nuovi episodi, concepiti allo stesso modo e assimilabili per contenuti ad un vero e proprio sequel. Non si parte da immediatamente dopo lo sparo sentito nel finale della precedente stagione, bensì si compie un salto in avanti di due anni, proprio quelli intercorsi tra la realizzazione delle prime e delle nuove puntate. Un salto che ci porta a incontrare i due protagonisti nel momento in cui hanno già affrontato le conseguenze di quanto compiuto, ritrovandoli ora alle prese con la difficoltà di dover tornare alle loro vite di sempre.

Non vi sono dunque vere e proprie nuove avventure da affrontare, che avrebbero rischiato di rendere ripetitiva la serie, bensì si tende a riflettere su quanto accaduto nel passato dei protagonisti, e così facendo si assiste al loro continuo evolvere come personaggi. L’evento fondamentale della prima stagione, l’omicidio del malintenzionato Clive Koch, ritorna ora come spettro del passato che tormenta i due protagonisti, mai realmente usciti dalla casa dove tutto è avvenuto. Un evento che acquista ora maggior significato, e si rivela essere il scoglio da superare per i due ragazzi.

Se la prima stagione si incentrava sul loro tentativo di fuga da un’età adulta, dove quasi tutti gli adulti apparivano come personaggi deplorevoli, questa seconda appare invece avere il suo cuore nell’inevitabilità dell’ingresso in questo mondo. Per compiere questo passaggio i due incasinati protagonisti avranno bisogno di fare i conti con il proprio passato e con sé stessi, superando le crisi che li affliggono e che tanto li hanno caratterizzati all’inizio della loro storia.

The End of the F***ing World 2

The End of the F***ing World 2: l’importanza delle persone per le altre

I novelli Bonnie e Clyde si svelano così più profondi di quello che si pensava, manifestando paure universali e sentimenti nascosti per paura della fragilità che questi comportano. Alla dinamicità e all’esplosività della prima stagione, subentra dunque un velo di malinconia, presente sull’intera serie ma qui particolarmente accentuato, proprio per le tematiche trattate. Una malinconia che tuttavia non spegne la natura politicamente scorretta dei due personaggi, che brillano nuovamente grazie alla scrittura della serie e alle interpretazioni dei due fantastici interpreti.

Né tantomeno vengono a mancare le sue ormai celebri caratteristiche, dalla colonna sonora ricercata e adeguata ad ogni momento, alla messa in scena che valorizza ogni scena e inquadratura, regalando immagini di grande impatto che sanno spesso raccontare ben più di quel che viene detto.

The End of the F***ing World, che tanto aveva avuto successo come serie cinica e dirompente, porta ora a maturazione la sua natura, particolarmente devota ai sentimenti che hanno contribuito a cambiare e salvare i due problematici protagonisti. Ripartendo proprio dall’ultima battuta della scorsa stagione, si esplora il suo significato dimostrando cosa significano le persone per le altre, e di quanto questi legami possano essere importanti nel percorso di crescita.

La seconda stagione di The End of the F***ing World è in uscita su Netflix dal 05 Novembre.

 

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Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
the-end-of-the-fing-world-2-stagione-serie-netflixThe End of the F***ing World, che tanto aveva avuto successo come serie cinica e dirompente, porta ora a maturazione la sua natura, particolarmente devota ai sentimenti che hanno contribuito a cambiare e salvare i due problematici protagonisti. Ripartendo proprio dall'ultima battuta della scorsa stagione, si esplora il suo significato dimostrando cosa significano le persone per le altre, e di quanto questi legami possano essere importanti nel percorso di crescita.