Biutiful film

Sembrerebbe essere giunta finalmente al termine la lunga soap opera distributiva di Biutiful, ultimo lavoro del messicano Alejandro González Iñárritu. Il nome del celebre regista non sembrava una garanzia sufficiente per la Universal, che con vari comunicati ha più volte annunciato e smentito negli ultimi giorni la distribuzione della pellicola per l’Italia direttamente in dvd .

 

Decisione piuttosto discutibile per un prodotto che aveva già riscosso variegati consensi all’ultimo Festival di Cannes, garantendo il trionfo ex aequo con il nostro Elio Germano dello spagnolo Javier Bardem come miglior attore ; fortunatamente sembra che la paura di un poco significativo riscontro al box office sia stata definitivamente accantonata in favore del buon senso , consentendo anche al nostro paese una appropriata visione su grande schermo . A differenza del labirinto linguistico e corale presentatoci in “Babel” , in questo caso la trama si concentra unicamente sull’enigmatico personaggio di Uxbal , marito di una moglie affetta da instabilità mentale e padre di due bambini , che dopo una vita passata a combattere contro la povertà aiutandosi con losche attività , scopre di essere malato di cancro e di avere pochi mesi di vita.

In una Barcellona degradata e squallida decisamente lontana dai colori di Gaudi e dalla movida turistica delle Ramblas , Iñárritu mette alla prova lo spettatore ancora una volta con una storia dura e impegnativa , che a suo dire è però molto meno cupa di ogni suo precedente lavoro e assai più piena di speranza: “Questo è un film che parla di esseri umani e io lo considero molto umano. – ha dichiarato appassionato il regista – Forse non è pieno di speranza, perché così è la nostra vita oggi . E’ un film che parla della nostra vita a differenza del cinema di esplosioni e omicidi . Me la chiamate vita quella che viene mostrata ? Dite che quel cinema è divertente e brillante . Sinceramente non lo trovo tale . Anzi, semmai quello sì che è davvero deprimente. In un mondo fatto di e-mail e cellulari, dove siamo sempre più separati gli uni dagli altri, Biutiful rappresenta un’esperienza molto intima. Quella che non troviamo più nel mondo. Il viaggio del personaggio interpretato da Javier Bardem è così vicino alla nostra esperienza umana che la gente si sente addirittura minacciata da quello che vede. L’intimità è il ‘punk’ di questi anni, è la nuova provocazione per la gente. Siamo così distanti dagli uni agli altri, che quando presenti qualcosa relativo alle emozioni umane, tutto dicono ‘è deprimente’, perché non siamo quasi più capaci di riconoscerci. La gente è ‘strafatta’ di Botox, non vuole essere più quello che è, e non vuole parlare né della morte, né dell’invecchiamento. La nostra è una società malata e non importa se noi neghiamo quanto vediamo o ignoriamo quello che questo film ci racconta. Al tempo stesso, paradossalmente, è cinema dell’intimità che mi rende speranzoso per il futuro. Io amo questo tipo di film“.

Prima pellicola del regista scritta senza lo storico collaboratore  Guglielmo Arriaga , “biutiful” trova la sua vera “bellezza” nell’interpretazione di Bardem , straordinaria nella sua disperazione , e a detta di molti in odore di Oscar : “Un film intenso come Biutiful è duro da realizzare,- ha detto l’attore – ma alla fine  dà una grande soddisfazione, perché un regista come lui ti porta verso luoghi che ti fanno crescere come attore e professionista. Iñárritu è uno dei più grandi registi di sempre e come attore sai che sarai sempre protetto da lui. Lui sa come prendersi cura delle delicatezze delle sottigliezze delle interpretazioni del suo cast. Sapevo che la persona dietro alla macchina da presa era perfettamente consapevole di quanto accadeva davanti ai suoi occhi in termine di recitazione dei suoi attori”. Riuscirà il disperato Uxbal a strappare la statuetta (che sarebbe la seconda per Bardem ) all’ormai favorito “re” Colin Firth con il suo celebre discorso ?

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