Black Box – La scatola nera: la storia vera dietro il film

-

Black Box – La scatola nera è un thriller francese del 2021 diretto da Yann Gozlan che si distingue per la sua tensione psicologica e il forte ancoraggio alla realtà. Il film si muove tra le coordinate del giallo investigativo e del dramma paranoico, seguendo le vicende di Mathieu Vasseur, un giovane e brillante analista di incidenti aerei incaricato di indagare su un misterioso disastro che coinvolge un volo commerciale. La sua missione consiste nel ricostruire ciò che è accaduto ascoltando i dati registrati nella scatola nera dell’aereo, ma man mano che l’indagine procede, le sue scoperte mettono in discussione le versioni ufficiali e lo spingono in una spirale di ossessione e pericolo.

Il film affronta numerosi temi di grande attualità: la fiducia nella tecnologia, i limiti della verità ufficiale, il potere delle grandi aziende e l’importanza della trasparenza nel settore dell’aviazione civile. Black Box – La scatola nera esplora però anche la solitudine e la fragilità di chi cerca la verità in un sistema che tende a proteggerne gli interessi, mostrando come la ricerca della giustizia possa trasformarsi in un percorso tanto nobile quanto destabilizzante. La costruzione narrativa serrata e l’ambientazione claustrofobica – tra uffici, cabine di registrazione e archivi tecnici – contribuiscono a generare una tensione costante, sorretta da una regia precisa e dall’intensa interpretazione di Pierre Niney.

 

Quello che rende Black Box – La scatola nera ancora più affascinante è il suo legame con fatti reali: la storia trae infatti ispirazione da diversi incidenti aerei realmente accaduti e in particolare dalle indagini sul volo Air France 447 del 2009. L’analisi delle scatole nere, la pressione sulle autorità e i dubbi sollevati sulle dinamiche del disastro hanno fornito spunti essenziali per la costruzione della trama. Nel corso dell’articolo andremo ad approfondire le vere vicende che hanno influenzato il film e a capire come la realtà abbia nutrito la finzione in modo tanto realistico quanto inquietante.

LEGGI ANCHE: Black Box – La scatola nera: la spiegazione del finale del film

Black Box - La scatola nera spiegazione finale

La trama di Black Box – La scatola nera

Il film segue le vicende legate al disastro di un aereo precipitato sulle Alpi. Un aeromobile nuovo di zecca con 300 passeggeri a bordo, si schianta infatti con un’incredibile rapidità e con una dinamica misteriosa. A occuparsi del caso è il giovane Mathieu Vasseur, tecnico della BEA, l’autorità responsabile delle inchieste sulla sicurezza nell’aviazione civile. Quando viene rinvenuta la scatola nera, non sembra risultare nulla di anomalo e il caso viene chiuso in fretta. Tuttavia, Vasseur poco convinto dell’esito, continua le sue indagini personali.

Le tracce audio rivelano infatti dei dettagli che gli fanno pensare a una manomissione del contenuto della scatola nera. La sua ipotesi diventa dunque quella di un attentato. Contravvenendo agli ordine del suo capo Philippe Rénier, Mathieu inizia allora una coraggiosa ricerca di prove in grado di confermare la sua tesi. Una decisione che metterà però in serio pericolo la sua carriera e la sua vita.

La storia vera dietro il film

Il film di Gozlan, pur non essendo tratto da un singolo evento reale, si nutre di analogie e suggestioni provenienti dal mondo dell’aviazione civile. Sin dal primo momento, il regista ha mostrato una comprovata passione per questo universo, definendolo perfettamente adatto al cinema per via delle tensioni tra costruttori aeronautici, compagnie aeree e piloti. Per rendere credibile la storia, il team ha coinvolto esperti della BEA – l’organo francese che indaga sugli incidenti – e ha svolto riprese nella sede reale di Le Bourget. Il risultato è un thriller dall’altissima verosimiglianza tecnica che ben sfrutta l’enigma della scatola nera, vera protagonista del film.

Black Box - La scatola nera Pierre Niney

Gozlan ha poi mescolato elementi reali e finzione, imbastendo quella che ha definito «una cospirazione costruita da zero». L’incidente su cui si concentra Black Box – La scatola nera è fittizio, eppure, dietro alle quinte si percepisce molto di autentico: l’ipotesi di sabotaggio informatico, la manipolazione delle scatole nere da parte di un singolo individuo (e non di un’organizzazione) e le pressioni aziendali sul sistema di sicurezza. A questo si aggiunge l’input dato dall’attualità: sia per la tecnologia usata che, in non pochi incidenti, ha mostrato falle reali.

In questo senso, Black Box – La scatola nera non è un dramma reale, ma piuttosto una riflessione su cosa potrebbe accadere davvero, se le scatole nere venissero manipolate. L’obiettivo non è ricostruire fatti specifici, ma esplorare scenari plausibili in cui la verità si scontra con l’interesse economico e la propaganda del potere. Gozlan stesso ha ammesso di essersi documentato attentamente, non più per trovare inspiegabili coincidenze, ma per inserire l’inverosimile in un contesto completamente credibile.

Molti elementi di Black Box – La scatola nera riecheggiano dunque eventi reali in cui le scatole nere hanno avuto un ruolo cruciale nelle indagini. Celebre il caso del volo Air France 447, precipitato nell’Atlantico nel 2009, dove ci vollero due anni per recuperare le scatole nere e chiarire le cause. Simili tensioni emergono anche nel caso del Boeing 737 MAX, ritirato dal mercato dopo due incidenti mortali causati da errori di software. Questi episodi mostrano come, nella realtà, la trasparenza e l’accesso ai dati siano spesso ostacolati da interessi industriali e pressioni politiche, esattamente come nel film di Yann Gozlan.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
- Pubblicità -
 

ALTRE STORIE

- Pubblicità -