Fuga da Alcatraz: la storia vera dietro il film

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Fuga da Alcatraz, uscito nel 1979 e diretto da Don Siegel, è uno dei titoli più iconici nella carriera di Clint Eastwood e rappresenta la quinta e ultima collaborazione tra l’attore e il regista dopo film come La notte brava del soldato Jonathan e Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!. Con questo film, Eastwood mette da parte l’azione esplosiva che spesso lo aveva accompagnato negli anni Settanta, abbracciando invece un racconto più essenziale, minimalista e sospeso sulla tensione psicologica. Nei panni del detenuto Frank Morris, l’attore offre una delle sue interpretazioni più asciutte e carismatiche, costruendo un personaggio caparbio, silenzioso e intuitivo.

Il film si colloca nel solco del prison-movie classico, ma ne aggiorna i codici, privilegiando realismo, introspezione e un rigoroso rispetto delle condizioni carcerarie dell’epoca. Fuga da Alcatraz racconta un’evasione realmente avvenuta e lo fa senza colori romanzati, presentando l’isola-prigione come un organismo oppressivo, fatto di regole ferree, spazi angusti e un controllo istituzionale soffocante. Più che la spettacolarità, a dominare è la battaglia mentale: il silenzio diventa linguaggio, l’ingegno arma principale, la resistenza psicologica l’unica possibilità di sopravvivenza.

Tra i suoi temi principali emergono la lotta contro un sistema disumanizzante, la determinazione individuale e la capacità di ribellarsi quando ogni via sembra chiusa. L’evasione non è solo fuga fisica, ma liberazione simbolica dall’autorità assoluta. Nel resto dell’articolo, sveleremo però la storia vera dietro il film, ovvero quella di Frank Morris, che nel 1962 riuscì a fuggire dalla celebre prigione e a far perdere le sue tracce. Una figura, la sua, divenuta una vera e propria icona culturale.

Clint Eastwood in Fuga da Alcatraz
Clint Eastwood in Fuga da Alcatraz

La trama di Fuga da Alcatraz

Nel 1960, l’isolata prigione di Alcatraz è il luogo di detenzione più sicuro degli Stati Uniti d’America. Nel corso dei precedenti ventisei anni, nessuno è mai riuscito a lasciare l’isola. Per questo, dopo aver intrapreso con successo una serie di evasioni da penitenziari minori, il rapinatore Frank Morris (Clint Eastwood) viene condotto nella prigione di massima sicurezza. L’arrivo di Morris scatena le fantasie del detenuto Wolf Grace, che cerca un approccio sessuale ma è brutalmente respinto da Frank. Con il passare del tempo, il nuovo arrivato inizia ad integrarsi e forma una cricca.

Ne fanno parte l’eccentrico Tornasole, l’afro-americano English, il ladro d’auto Charlie Puzo e i fratelli Anglin, esperti rapinatori di banche. Insieme, iniziano ad architettare un piano per la fuga. Il loro progetto è quello di sfruttare l’azione del mare sulle pareti di Alcatraz, rese deboli dall’erosione naturale dell’acqua, scrostando il muro con un tagliaunghie e procedendo per le vie di areazione fino a raggiungere la spiaggia. Il piano richiede diversi mesi di lavoro e segreti, ma le previsioni di Morris si rivelano essere esatte. Parallelamente, tuttavia, Wolf ha meditato di punire Frank per il rifiuto e la sua brama di vendetta rischia di interferire con la fuga.

La storia vera dietro il film

Fuga da Alcatraz si basa sull’omonimo libro di J. Campbell Bruce, pubblicato nel 1963, che ricostruisce in forma giornalistica l’evasione realmente avvenuta nel 1962 dal penitenziario federale di Alcatraz. Il film di Siegel non introduce elementi romanzati o fantastici: al contrario, aderisce con notevole precisione ai fatti documentati dall’FBI e dai rapporti ufficiali dell’epoca. La storia di Frank Morris e dei fratelli Clarence e John Anglin – gli unici evasi dalla prigione considerata fino ad allora a prova di fuga – è rimasta una delle più celebri e misteriose della storia carceraria americana, anche perché, ancora oggi, non esiste una risposta definitiva sul loro destino dopo quella notte.

Frank Lee Morris nacque nel 1926, crebbe in condizioni difficili e passò gran parte della giovinezza tra istituti e carceri minorili. Secondo la documentazione giudiziaria, era dotato di un quoziente intellettivo superiore alla media, oltre che di un carattere estremamente riservato. Le sue condanne furono principalmente legate a rapine e furti. Dopo aver evaso da diversi penitenziari statali, l’ultima volta nel 1960, fu classificato come detenuto ad alto rischio di fuga e trasferito ad Alcatraz, la prigione federale più sorvegliata e sicura degli Stati Uniti.

Clint Eastwood è Frank Morris in Fuga da Alcatraz
Clint Eastwood è Frank Morris in Fuga da Alcatraz

Una volta sull’isola, Morris iniziò a lavorare nella falegnameria e a osservare con precisione la struttura del penitenziario. Fu lì che, nel 1961, incontrò i fratelli John e Clarence Anglin, anch’essi rapinatori di banca con diversi tentativi di fuga alle spalle, e il detenuto Allen West. I rapporti investigativi raccontano che, studiando le condutture d’aria e la struttura in cemento ormai deteriorato dall’umidità, Morris ideò un piano meticoloso e quasi ingegneristico: ampliare discretamente le bocche d’aerazione delle celle, risalire nei condotti fino alla zona tecnica non sorvegliata del tetto e realizzare un’imbarcazione improvvisata utilizzando impermeabili rubati e cuciti insieme.

La fuga avvenne nella notte del 11 giugno 1962. Dopo mesi di lavoro, i detenuti erano riusciti a sostituire le griglie metalliche con pannelli finti e a fabbricare dei manichini rudimentali con carta, capelli veri presi dal barbiere del carcere e sapone, così che i secondini, durante il controllo notturno, pensassero che fossero ancora nei letti. Allen West rimase però indietro: il foro nella sua cella non era abbastanza grande e non riuscì a uscire in tempo. Morris e i fratelli Anglin, invece, raggiunsero il tetto, scesero lungo una tubazione posteriore fino alla riva e si allontanarono sulle zattere di fortuna, diretti verso la baia di San Francisco. Dopo la fuga scattò una delle ricerche più estese mai realizzate dall’FBI.

Il mare aperto e le correnti della baia rendevano statisticamente improbabile una sopravvivenza, e i rapporti ufficiali dell’epoca conclusero che i tre detenuti fossero probabilmente annegati. Tuttavia, nessun corpo fu mai recuperato e nessuna traccia certa venne individuata. Negli anni successivi, diverse testimonianze e presunti avvistamenti alimentarono il mito: fotografie, lettere e ipotesi secondo cui i tre si sarebbero rifugiati in Sud America. Nessuna prova definitiva venne mai confermata. È proprio questa ambiguità, fedele alla storia reale, che rende Fuga da Alcatraz un film tanto incisivo: racconta un’evasione autentica, costruita con logica, ingegno e determinazione, lasciando aperta la domanda che da oltre sessant’anni continua ad affascinare pubblico e studiosi.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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