Girl: la spiegazione del finale del film thriller

-

Girl, diretto nel 2020 da Chad Faust, è un thriller rurale essenziale e cupo che rilegge in chiave contemporanea il mito della vendetta familiare. Ambientato in un’America periferica e impoverita, il film segue una giovane donna senza nome, interpretata da Bella Thorne, che torna nella sua cittadina natale con l’intento di uccidere il padre violento. L’atmosfera è quella di un noir sporco, fatto di silenzi, strade desolate e un costante senso di minaccia, con una tensione che cresce scena dopo scena.

Il film affronta temi come l’eredità della violenza, la manipolazione psicologica e l’illusione della giustizia personale, ponendo al centro una protagonista fragile ma determinata. In questo, Girl si avvicina a opere come Un gelido inverno di Debra Granik o Blue Ruin di Jeremy Saulnier, che condividono la stessa ossessione per l’ambiente rurale degradato e per personaggi intrappolati in segreti familiari corrosivi. La violenza non è spettacolarizzata: è un peso morale, un’eredità tossica da comprendere prima ancora che da combattere.

Il confronto con altri revenge thriller mostra come Girl scelga una via più intima, concentrata sulla scoperta personale più che sulla vendetta in sé. La presenza enigmatica del personaggio interpretato da Mickey Rourke amplifica il senso di pericolo e di ambiguità morale, mentre l’indagine della protagonista sulla verità del proprio passato diventa l’asse tematico centrale. Nel resto dell’articolo si proporrà una spiegazione dettagliata del finale del film e del suo significato.

Bella Thorne in Girl
Bella Thorne in Girl

La trama di Girl

Il film racconta la storia di una ragazza (Bella Thorne), che fa ritorno nella sua città natale, intenzionata a vendicarsi del padre violento. Al suo arrivo, però, trova il genitore già morto, ucciso da qualcuno il giorno prima. La ragazza, presa con sé, l’ascia paterna, si mette così alla ricerca di chi possa aver commesso l’omicidio e mentre è sulle tracce dell’assassino s’imbatte in un sinistro sceriffo (Mickey Rourke), tramite il quale scopre un’inquietante eredità familiare, che la giovane non avrebbe mai immaginato.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Girl, la protagonista riesce a fuggire dalla prigionia impostale dallo sceriffo e da Charmer, rivelatisi gli assassini di suo padre e parte del gruppo criminale dei Brothers. Braccata e determinata a trovare la verità, la ragazza affronta Charmer nella sua casa, dove lo scontro precipita in una violenta escalation che porta alla morte dell’uomo. La fuga successiva, inseguita dallo sceriffo, la conduce a rifugiarsi da Betty, che diventa la chiave per comprendere la natura reale del padre e le motivazioni che hanno portato al suo omicidio.

Dopo aver appreso da Betty che lo sceriffo e Charmer sono in realtà suoi zii materni e che suo padre stava risparmiando denaro per offrirle un futuro migliore, la ragazza torna nella casa d’infanzia per affrontare definitivamente il suo persecutore. Lo sceriffo la raggiunge, deciso a estorcerle il nascondiglio del denaro, ma lo scontro finale si conclude con la morte dell’uomo per mano della ragazza. Recuperata la borsa di soldi nascosta sotto un tronco, la ragazza affronta anche la madre: la verità sul tradimento subito e sull’omicidio del padre emerge dolorosamente, chiudendo il cerchio della vicenda.

Mickey Rourke in Girl
Mickey Rourke in Girl

Il finale di Girl ribalta dunque le convinzioni iniziali della protagonista, mostrando come la vendetta immaginata fosse costruita su un’immagine distorta del padre e su menzogne alimentate dalla madre. La morte dei Brothers non è solo una resa dei conti fisica, ma la distruzione di un sistema familiare corrotto che ha manipolato per anni la percezione della ragazza. Nel ritrovamento del denaro, simbolo dell’amore silenzioso del padre, la ragazza scopre che l’uomo che credeva un mostro aveva, negli ultimi anni, cercato di riscattarsi e proteggerla, ribaltando il cuore morale del racconto.

La scelta della protagonista di non vendicarsi sulla madre, ma di costringerla a rivelare la verità, rappresenta la transizione dal ciclo della violenza a un atto di consapevolezza. Il film sottolinea come la verità, per quanto dolorosa, sia necessaria per spezzare le eredità tossiche e ricostruire la propria identità. La protagonista abbandona la città non come vittima, né come carnefice, ma come una giovane donna che ha finalmente il controllo della propria storia, liberata dalle manipolazioni che l’hanno definita fino a quel momento.

Girl suggerisce dunque che la violenza ereditaria non è un destino irreversibile, ma un ciclo che può essere spezzato attraverso la conoscenza e il confronto con la verità. La protagonista comprende che l’odio che la muoveva era costruito e che la giustizia autentica non consiste nel perpetuare vendette cieche, bensì nel liberarsi dalle bugie che soffocano la possibilità di crescere. La sua partenza finale, distribuzione del denaro compresa, indica un gesto di restituzione e di rinascita: un futuro possibile, lontano dal dolore che ha definito la sua vita fino a quel momento.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
- Pubblicità -

ALTRE STORIE

- Pubblicità -