Harry Potter e la Pietra Filosofale, perché Harry aveva la pietra filosofale in tasca?

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Non ci si riflette mai abbastanza ma il motivo principale per cui in Harry Potter e la Pietra Filosofale il giovane maghetto riesce a sconfiggere il professor Raptor e a impedire a Voldemort di tornare è nascosto in piena vista e si concentra in due oggetti magici che spiegano perfettamente la psicologia di Harry come mago e come persona, svelandone la natura e spiegando come mai Harry è riuscito a far apparire la pietra nei suoi pantaloni al momento opportuno.

Il mantello dell’invisibilità 

Il primo strumento magico che ci svela la natura di Harry in Harry Potter e la Pietra Filosofale è il mantello dell’invisibilità. A Natale, Harry Potter riceve un mantello che utilizza per girare per la scuola di notte, indisturbato. Il mantello lo nasconde e lo protegge, così come protegge coloro che lui sceglie di accogliere alla sua ombra, Ron e Hermione, i suoi amici. Questa volontà di Harry proteggere gli altri è il cuore del suo personaggio e solo alla fine della saga, in Harry Potter e i Doni della Morte scopriamo che il mantello è uno dei Doni della Morte originali. Harry Potter usa il mantello dell’invisibilità per proteggere gli altri, ed è questa la motivazione per cui, alla fine, riesce a far comparire la pietra filosofale nella sua tasca.

Lo specchio di Erised

Oltre al mantello, Harry si imbatte nello Specchio di Erised, un manufatto magico custodito a Hogwarts. Dopo che Harry continua a tornare allo Specchio per vedersi riflesso con i genitori, capiamo come lo strumento magico funziona: mostra quello che si brama più profondamente nel cuore. In cima si trova infatti un’iscrizione: Emarb eutel amosi vout linon ortsom. La frase letta al contrario (come allo specchio) recita: Mostro non il tuo viso ma le tue brame. Quando Silente lo scopre, gli spiega il funzionamento dello Specchio.

Silente afferma di vedersi riflesso con un paio di calzini in mano, ma in seguito il pubblico scoprirà che forse Silente sta guardando la sua famiglia, viva e vegeta, insieme a lui. Il riflesso che Harry vedrà nei sotterranei della scuola però sarà molto diverso.

Raptor e Harry di fronte allo Specchio

Quando Harry, con l’aiuto di Ron e Hermione, riesce a raggiungere Raptor/Voldemort nell’ultima prova che protegge la Pietra Filosofale, scopriamo che il professore posseduto vede nello Specchio (che costituisce l’ultima prova, escogitata da Silente) se stesso con la pietra in mano che la porge all’Oscuro Signore. Nel momento in cui Harry si specchia, invece che i suoi genitori, si vede con in tasca la pietra e scopre magicamente di averla in tasca. Come è successo? Si tratta dell’incantesimo di Silente!

L’Incantesimo di Silente

In Harry Potter e la Pietra Filosofale Albus Silente e senza dubbio un personaggio molto meno misterioso e complicato rispetto a come viene caratterizzato nei film successivi (inon dimentichiamo che la sua prima interpretazione vedeva coinvolto Richard Harris, poi sostituito da un più energico Michael Gambon). Alla fine del film Harry Potter e Silente si confrontano in un modo che diventerà poi classico per la serie: il preside parlerà con il ragazzo e gli spiegherà (spiegandolo anche ai lettori e agli spettatori) cosa è accaduto quell’anno, in uno schema molto confortante e ripetitivo. Nell’occasione del loro primo confronto, però, Silente spiega a Harry come è riuscito a prendere la Pietra.

Dice che grazie al suo incantesimo esercitato sullo specchio, la pietra appare solo a coloro che la desiderano ma non la usano, cosa che dà una piccola idea degli incredibili poteri magici che Silente possiede. La spiegazione relativa al perché Voldemort non può toccare Harry, invece, è forse più importante ma appare secondaria in questa sede. Fatto sta che è l’incantesimo di Silente che permette a Harry di prendere la Pietra. Di fronte allo Specchio, Harry desidera trovare la pietra per sottrarla a Raptor, ma non ha alcun desiderio di usarla, questa intenzione, ancora una volta protettiva verso gli altri, permette a Harry di superare la prova e di ottenere la pietra.

Il finale di Harry Potter e la Pietra Filosofale

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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