Hellboy: The Golden Army è il secondo capitolo della saga cinematografica diretta da Guillermo del Toro, uscito nel 2008, quattro anni dopo il primo film. Se il precedente capitolo aveva introdotto il pubblico al personaggio ideato da Mike Mignola per la Dark Horse Comics, questo sequel amplia l’universo narrativo e visivo in modo significativo, fondendo il folklore europeo con il fantasy epico e con lo stile distintivo del regista. Del Toro, già premiato per la sua immaginazione gotica e mitologica, eleva qui l’impianto visivo e tematico, spingendo Hellboy oltre i limiti del genere supereroistico classico per avvicinarlo a un tono da fiaba oscura.
Il film si colloca in una linea narrativa autonoma rispetto ai fumetti originali, ma trae ispirazione da diversi elementi presenti nell’opera di Mignola, in particolare dalla miniserie The Right Hand of Doom e da frammenti sparsi dell’universo di Hellboy. Del Toro e Mignola collaborarono per definire il tono e i personaggi, ma il film si prende molte libertà nel costruire una nuova mitologia. L’introduzione dell’armata d’oro, delle creature fantastiche e del mondo nascosto parallelo all’umanità consente infatti al regista messicano di esplorare i suoi temi ricorrenti: l’emarginazione, il destino, il conflitto tra umano e mostruoso.
Hellboy: The Golden Army riprende così i personaggi del primo film, ma li evolve: la relazione tra Hellboy e Liz, il ruolo di Abe Sapien, e la minaccia rappresentata dal principe Nuada si inseriscono in una trama più ampia e profonda, che pone il protagonista di fronte a interrogativi morali e personali sempre più complessi. Una delle chiavi più affascinanti della pellicola è la profezia che pende su Hellboy e il suo destino legato all’Apocalisse. Nel resto dell’articolo esploreremo proprio questo: il significato del finale del film, il ruolo della profezia e come questi elementi ridefiniscono il personaggio e il suo rapporto con l’umanità.
La trama di Hellboy: The Golden Army
Questo sequel si apre sulla rottura di un’antica tregua fra la razza umana e l’invisibile regno fantastico. l’Inferno sta ora per scatenarsi ancora una volta sulla Terra per volontà del Principe Nuada, un leader spietato in cerca di vendetta per la sua stirpe e pronto a risvegliare un indomito esercito di creature noto come Golden Army. Per impedire i suoi piani di conquista, l’indomabile Hellboy si trova dunque a dover indagare sulla vicenda, alternandosi tra la superfice terrestre e un ricco sottobosco di creature fantastiche di ogni tipo. Aiutato nella sua missione dalla pirocinetica fidanzata Liz, dal mutante acquatico Abe e dal mistico protoplasmatico Johann Krauss, si troverà ben presto a dover scegliere fra la vita che conosce e l’ignoto destino che lo attende.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto di Hellboy: The Golden Army, la tensione raggiunge il suo culmine quando il principe Nuada rintraccia sua sorella Nuala al quartier generale del B.P.R.D., sfruttando il legame magico che li unisce. Dopo averla trovata, Nuada combatte contro Hellboy e lo ferisce gravemente con una lancia incantata, lasciando nel suo petto una scheggia letale che non può essere rimossa facilmente. Con Nuala in ostaggio e il destino dell’umanità in bilico, Liz, Abe e Johann Krauss decidono di portare Hellboy nel luogo in cui si trova l’Armata d’Oro, in Irlanda del Nord, sperando di trovare un modo per salvargli la vita.
Guidati da un goblin fabbro, il gruppo incontra l’Angelo della Morte, che rivela a Liz il prezzo da pagare per salvare Hellboy: se continuerà a vivere, condurrà un giorno alla fine dell’umanità. Nonostante l’avvertimento, Liz implora di salvargli la vita e rivela finalmente a Hellboy di essere incinta. Questa rivelazione lo risveglia, gli dona la forza di andare avanti, con l’Angelo della Morte che rimuove la scheggia. Giunti al santuario dell’Armata d’Oro, Nuada viene sfidato da Hellboy, che in quanto principe infernale ha diritto al comando dell’esercito. Dopo un duello intenso, Hellboy vince ma risparmia la vita al suo avversario.
Tuttavia, Nuada tenta un’ultima volta di ucciderlo, costringendo Nuala a togliersi la vita per fermarlo. I due fratelli sono infatti legati indissolubilmente e ciò che accade ad uno si ripercuote anche sull’altro. Morendo, Nuada ribadisce la profezia: un giorno Hellboy dovrà scegliere tra l’umanità e il mondo magico. Il finale si sviluppa così proprio attorno a questa profezia. L’intera storia è attraversata dal conflitto tra due mondi: quello umano, razionale e moderno, e quello magico, antico e dimenticato. Hellboy si trova al centro di questo scontro, come creatura nata dall’inferno ma cresciuta tra gli uomini.
La decisione di risparmiare Nuada dimostra però che Hellboy vuole essere più umano che demone, ma le parole del principe morente suggeriscono che questa pace è solo temporanea. Il gesto di Liz, che alla fine scioglie la corona con il fuoco per disattivare definitivamente l’Armata d’Oro, rappresenta un rifiuto simbolico del potere assoluto e del destino preordinato. È un atto d’amore e di fiducia verso Hellboy, che nonostante le sue origini oscure è diventato una figura capace di scegliere il bene. Il finale, con i protagonisti che si dimettono dal B.P.R.D. per vivere una vita diversa e più libera, apre a nuove possibilità.
Liz che rivela a Red di aspettare due gemelli e anche se questa dovrebbe essere una notizia felice, è un po’ inquietante considerando il suo destino finale. Tuttavia, nonostante Hellboy: The Golden Army sia stato accolto positivamente da critica e pubblico, il terzo capitolo della trilogia di del Toro non è mai stato realizzato a causa di una combinazione di fattori produttivi ed economici. Il film, pur avendo incassato decentemente, non raggiunse i risultati sperati dalla Universal per giustificare un sequel ad alto budget. Inoltre, i diritti del personaggio tornarono alla casa editrice Dark Horse, complicando ulteriormente lo sviluppo. Così, l’esito della profezia non ha potuto trovare compimento sul grande schermo.