Joseph Gordon-Levitt: una (giovane) vita nel cinema

Joseph Gordon-Levitt film

È stato una giovanissima star del piccolo schermo, ha rischiato di diventare un idolo adolescenziale, non ha trascurato gli studi per poi tornare a recitare, e  oggi si è imposto come una delle stelle in ascesa del firmamento hollywoodiano. È stato diretto da Robert Redford, Lee Daniels, Spike Lee, Christopher Nolan, Steven Spielberg, Robert ZemeckisOliver Stone; ha affiancato sul set Zoey Deschanel, Scarlett Johannsson, Julianne Moore, Christian Bale, Leonardo DiCaprio e Bruce Willis.

 

A 34 anni (è nato nel 1981) Joseph Gordon-Levitt ha già alle spalle oltre 25 anni di carriera, e nonostante questo non sembra aver ancora raggiunto la piena maturità artistica, dando l’impressione di aver ancora frecce al suo arco e potenzialità inespresse.

Secondo figlio di una famiglia ebrea (il fratello maggiore Dan è morto nel 2010 a soli 36 anni) Gordon-Levitt nasce e cresce a Los Angeles, nel sobborgo di Sherman Oaks: le porte dello show-biz  gli si aprono improvvisamente e precocemente quando viene notato da un agente nel corso di una recita scolastica in cui interpreta lo Spaventapasseri nel Mago di Oz; come successo ad altre piccole star della televisione, si comincia con degli spot commerciali e si prosegue con piccole apparizioni in serie tv, tra cui un paio di episodi di Casa Keaton, alla fine degli anni ’80.

La carriera del giovanissimo Joseph prosegue nei primi anni ’90 con l’esordio sul grande schermo in Beethoven, seguito da In mezzo scorre il fiume diretto da Robert Redford, che gli vale uno Young Artist Award, e dal disneyano Angels; nel 1996 arriva il primo vero successo: Joseph Gordon-Levitt interpreta il ruolo di Tommy Salomon nella sit-com Third rock from the sun (in italiano: una famiglia del terzo tipo); Joseph Gordon-Levitt diventa un volto noto della tv e ottiene una certa popolarità, sancita da varie copertine di riviste per teen ager; l’attore dichiarerà di non aver vissuto positivamente quel periodo, detestando di essere riconosciuto in pubblico; la serie si conclude nel 2001, dopo sei stagioni e Joseph Gordon-Levitt  viene premiato con il Teen Choice Award nel 1999. Proseguono nel frattempo le apparizioni sul grande schermo, come in Halloween: 20 anni dopo e 10 cose che odio di te.

Nonostante il percorso artistico ormai avviato, Joseph Gordon-Levitt porta avanti gli studi: diplomatosi col massimo dei voti,  sceglie di trasferirsi a New York per frequentare la Columbia University, seguendo studi storico – umanistici e diventando e appassionandosi per la lingua e la cultura francesi; l’abbandono del ‘nido’ e il trasferimento sulla costa opposta degli States nelle parole di Joseph sono stati uno spartiacque che l’ha portato a crescere e maturare come persona.

È a questo punto che comincia la vera e propria ascesa dell’attore nello star-system, con ruoli sempre più evidenti e interessanti, sia in film di stampo più autoriale che in prodotti ‘di cassetta’: nel corso degli anni ’00 si susseguono, tra gli altri, il ruolo di un prostituto gay con una storia di abusi sessuali infantili alle spalle in Mysterious Skin di Greg Araki; Brick di Ryan Johnson, con il ruolo di uno studente che investigando su un omicidio si trova di fronte ad un traffico di droga, interpretazione che gli vale i primi giudizi positivi da parte della critica; Shadowboxer, in cui è diretto da Lee Daniels.

I giudizi positivi proseguono con Lookout e la parte di un bidello coinvolto in una rapina in banca; Stop-Loss di Kimberly Peirce lo vede nei panni di un reduce della guerra in Iraq; in Killshot  è uno psicopatico che affianca il killer professionista  Mickey Rourke.

La fine del decennio lo vede partner di Zooey Deshanel in (500) giorni insieme, altra interpretazione che riceve il plauso della critica, in particolare per la sua capacità di cambiare rapidamente registro emotivo; negli stessi anni, eccolo nel ruolo del supercattivo di turno in G.I. Joe: la nascita del Cobra e ‘avventuriero onirico’ in Inception di Christopher Nolan al fianco di Leonardo DiCaprio.

La collaborazione con Christopher Nolan prosegue in occasione de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, dove Joseph Gordon-Levitt è un battagliero poliziotto che aiuta Batman nella lotta al crimine ; seguono l’adrenalinico Senza Freni (Premium Rush), in cui è uno spericolato fattorino in bicicletta e Looper, pellicola fantascientifica a base di paradossi temporali in cui l’attore dà il volto alla versione più giovane del maturo protagonista interpretato da Bruce Willis. A breve distanza – siamo ormai nel 2012 – giunge la partecipazione a Lincoln, diretto da Steven Spielberg.

Lo stesso anno è segnato da un’ulteriore svolta: Don Jon segna l’esordio di Joseph Gordon-Levitt dietro la macchina da presa per il primo lavoro sulla lunga distanza, dopo aver diretto un paio di corti, il primo dei quali, Sparks, tratto da un racconto di Elmore Leonard aveva visto la partecipazione di Carla Gugino ed Eric Stoltz.

In Don Jon, l’attore è praticamente un factotum: scrittore, produttore ed interprete, dirigendo assieme a sé stesso Scarlett Johannson e Julianne Moore. Gordon-Levitt porta sullo schermo la vicenda di un giovane uomo che vive la propria esistenza all’insegna di una regolarità maniacale e che trova l’unica valvola di sfogo nella pornografia su Internet; la sua dipendenza porterà al fallimento di un storia potenzialmente importante, ma il protagonista troverà – forse – la sicurezza sentimentale tra le braccia di una donna più grande, segnata da un passato tragico. Il film viene presentato al Sundance Festival, ottenendo in seguito un discreto riscontro.

Dopo aver partecipato al fumettistico Sin City: Una donna per cui uccidere, Gordon-Levitt viene dato trai papabili per il ruolo di protagonista del marvelliano Ant-Man, poi assegnato a Paul Rudd. Arriviamo così ai giorni nostri, con il fresco arrivo nelle sale del biografico The Walk, dedicato all’equilibrista francese Philippe Petit e all’impresa che nel 1974 lo vide percorrere un cavo teso tra le Torri Gemelle di New York; a breve Gordon Levitt sarà protagonista di un altro biopic, dando il volto a Edward Snowden, l’addetto dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale Americana responsabile della fuga di notizie riguardanti le violazioni compiute dai servizi americani in tema di intercettazioni, in patria e all’estero.

Trai progetti in cantiere, va almeno ricordato quello riguardante Sandman, il Signore del Sogno protagonista della serie a fumetti ideata da Neil Gaiman: se ne parla da un paio d’anni e Gordon-Lewitt stesso ha annunciato di esserne il produttore; per lui si parla di un impegno a tempo pieno, come regista e protagonista, ma il problema sta tutto nella possibilità effettiva di portare sul grande schermo una saga così densa e complessa, per la quale sarebbe molto più adatta la serialità televisiva.

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