Land: la storia vera a cui si ispira il film

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Il dolore può insinuarsi lentamente nella mente di una persona e spingerla a prendere decisioni dettate dalla disperazione. Land, una splendida analisi di questa emozione, segna il debutto alla regia di Robin Wright. L’attrice, celebre per Forrest Gump e la serie House of Cards, interpreta il personaggio di Edee Mathis, un avvocato di Chicago che soffre di un dolore incommensurabile a causa di una perdita devastante. La sua vita sembra essere stata rapita dalla noia, mentre lei cerca disperatamente di liberarsi dalle sue catene. Le tendenze suicide di Edee indicano un tentativo di sfuggire al suo dolore, ma alla fine sceglie di isolarsi nella natura selvaggia del Wyoming.

Land è una storia che risuona con il senso di desolazione che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita, specialmente quando posti davanti a dolori apparentemente insormontabili. Nel seguire la storia di questa donna sullo schermo, viene spontaneo chiedersi se sia ispirata ad una storia vera. In questo approfondimento, esaminiamo quindi proprio questo aspetto, ovvero se questa commovente storia abbia qualche radice nella vita reale. Prima però, riportiamo più nel dettaglio la trama del film.

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La trama di Land

Il film racconta dunque la storia di Edee Mathis (Robin Wright), una donna che ha subito un doloroso lutto e cerca di rifarsi una nuova vita tra le aspre Rocky Mountain. Tra le montagne e immersa nella natura, Edee tenta di trovare la forza per reinventarsi, ma sarà grazie all’incontro con un cacciatore del posto (Demiàn Bichir) che ridarà senso alla sua vita. L’uomo, che ha perso la sua famiglia e sa quanto sia deleterio il dolore di un lutto, le insegnerà a sopravvivere a questa terra apparentemente aspra e riuscirà a salvarla dalla sua tragedia personale.

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Land è basato su una storia vera?

La risposta più rapida è che no, Land non è basato su una storia vera. Il film è tratto da una sceneggiatura originale scritta da Jesse Chatham ed Erin Dignam. I produttori Allyn Stewart e Lora Kennedy hanno poi portato la storia in fase di sviluppo a Robin Wright, che stava lavorando a House of Cards e ne aveva diretto alcuni episodi. Entrambi i produttori erano affascinati dalle capacità registiche di Wright e dalle sue credenziali di attrice. Dopo aver identificato il potenziale della sceneggiatura, Wright ha coinvolto la sua amica Erin Dignam per creare una narrazione ricca di sfumature che potesse funzionare come una sceneggiatura toccante.

Robin Wright ha spiegato in varie interviste che l’intento era quello di raccontare la resilienza femminile e il potere dell’auto-riscoperta attraverso la natura. Per questo motivo, dunque, Land è stato sviluppato facendo riferimento a storie e testimonianze reali di persone che, dopo aver subito gravi perdite o affrontato momenti di depressione, hanno scelto di allontanarsi dal mondo per ritrovare se stesse in contesti selvaggi e isolati. Anche se il personaggio di Edee è fittizio, la sua esperienza riecheggia vicende simili realmente accadute, come quelle raccontate in memorie autobiografiche come Wild di Cheryl Strayed o in articoli e reportage su individui che hanno scelto di vivere in montagna per elaborare il dolore.

In questo senso, Land può essere letto come una “finzione realistica”, in cui il contesto e le emozioni rappresentate riflettono fedelmente ciò che molte persone vivono dopo un trauma. Il film si ispira quindi a un vissuto emotivo autentico e riconoscibile, anche se non è una trasposizione di un caso specifico. Proprio questa combinazione di finzione e verità emotiva rende il film toccante e universale, capace di parlare a chiunque abbia attraversato un dolore profondo e cercato rifugio in se stesso o nella natura.

Robin Wright e Demián Bichir in Land
Robin Wright e Demián Bichir in Land

La produzione di Land, tra cyberbullismo e relazioni umane

Sulla realizzazione del film, è invece interessante notare che il cyberbullismo moderno è stato uno dei motivi principali che hanno spinto Wright a dirigere il progetto. Il costante giudizio e l’odio riversati sui social media le hanno fatto capire che l’empatia, la gentilezza e il contatto umano possono aiutare a dissipare l’ombra della tristezza. Fedele ai suoi pensieri, Wright ha creato un film che celebra il potenziale dei legami umani e della natura, che possono aiutare una persona a guarire le ferite dei ricordi traumatici. Gli sceneggiatori Jesse Chatham ed Erin Dignam non hanno poi voluto rivelare molti dettagli sul passato di Edee: le ragioni del suo dolore insondabile sono trattate vagamente attraverso dei flashback.

Sembra quasi che Edee visiti la vastità della natura in una ricerca suicida. Tuttavia, Wright ritrae l’azione di Edee mentre descrive il viaggio di una donna attraverso la sofferenza e il dolore. Più che la storia della vita di Edee, Land parla dunque del desiderio fondamentale di una vita semplice nel tumulto violento del mondo moderno. Il personaggio del cacciatore Miguel è invece come un angelo custode che aiuta Edee a sopravvivere nella dura natura selvaggia. La dinamica tra i due è raccontata attraverso un atteggiamento platonico.

I due hanno bisogno l’uno dell’altra, ma l’economia visiva del film si allontana dal mostrare un sottotono melodrammatico. Questo aspetto è stato fondamentale nel film, aiutando Wright a definire il viaggio di Edee, che sceglie di affrontare il proprio dolore a modo suo. La narrazione di Land può essere paragonata a film come Nomadland e Into the Wild, ma il trattamento di Wright lo allontana dalla gravità artistica dei film sopra citati. Anche se Land non è una storia vera, tocca sicuramente alcune corde emotive che ci fanno credere nella sua narrazione.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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