Lo strangolatore di Boston: la terrificante storia vera

Il film sullo Strangolatore di Boston è da ieri disponibile su Disney+: ecco la terribile storia vera del killer che terrorizzò la città.

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I contenuti audiovisivi sui serial killer sono oggiggiorno molto popolari: un sondaggio ha rivelato che quasi due terzi degli adulti americani (e quasi l’80% dei millennial) ne sono fan. Lo Strangolatore di Boston di Hulu sarà sicuramente l’ultimo della lista dei film del genere da vedere, disponibile su Disney+ per l’Italia dal 17 marzo 2023. Il famigerato assassino ha in gran parte evitato di essere oggetto di contenuti mediatici e, infatti, l’unico progetto sul caso degno di nota è stato il film The Boston Strangler del 1968, con Tony Curtis e Henry Fonda.

 
 

È interessante notare che l’uomo dietro i “Silk Stocking Murders” resta in qualche modo nell’ombra anche in questo progetto, che si concentra principalmente sulle giornaliste Loretta McLaughlin (Keira Knightley) e Jean Cole (Carrie Coon) e su come hanno lottato per informare le donne di Boston attraverso una serie di articoli sull’assassino. Ma chi si nascondeva effettivamente dietro questo terrificante soprannome? Scopritelo con noi in questo articolo.

Quando sono iniziati gli omicidi dello Strangolatore di Boston?

David Dastmalchian Hulu
David Dastmalchian interpreta Lo strangolatore di Boston nel film Hulu

Il 14 giugno 1962, Anna Slesers, 55 anni, fu trovata morta dal figlio sul pavimento della cucina del suo appartamento. La sarta e devota frequentatrice della chiesa era stata strangolata a morte: la giacca blu che indossava era stata strappata e la cintura avvolta intorno al suo collo per formare un fiocco. Il suo appartamento era stato messo a soqquadro, il che suggeriva che forse Slesers si era imbattuta in un ladro. La verità, tuttavia, era molto più agghiacciante: la donna era stata aggredita sessualmente dal colpevole e non c’erano prove che suggerissero che fosse entrato con la forza.

Un’altra vittima, Mary Mullen, 85 anni, è stata ritrovata il 28 giugno, morta di infarto prima che l’assassino potesse fare qualcosa. Le condizioni in cui vennero trovate le due vittime non offrivano alcuna prova che facesse pensare a un serial killer a piede libero, finò al ritrovamento il 30 giugno 1962 di altre due vittime, che suggerì assolutamente il contrario. Nina Nichols, 68 anni, fu trovata uccisa nella sua casa; praticamente identico fu il caso di Helen Blake, 65 anni, divorziata, il cui cadavere venne ritrovato lo stesso giorno. Come nel caso Slesers, entrambe le scene del delitto vennero orchestrate in modo da sembrare un furto con scasso; vennero aggredite sessualmente e rinvenute con l’inquietante “biglietto da visita” dell’assassino: le calze di Nichols erano legate a mo’ di fiocco intorno al suo collo e, allo stesso modo, il reggiseno di Blake.

La paura invade Boston nei primi anni ’60

Keira Knightley
Keira Knightly è la giornalista nel film Hulu Lo strangolatore di Boston

La polizia di Boston dovette affrontare la terrificante realtà che un serial killer, che si guadagnò il soprannome di “Strangolatore di Boston“, era a piede libero, probabilmente uno psicopatico mosso dall’astio nei confronti di donne anziane. Il commissario di polizia Edmund McNamara annullò il congedo delle forze di polizia, richiedendo l’intervento delle stesse a causa della grave situazione.

I media inviarono avvertimenti, suggerendo alle donne di chiudere a chiave le porte di casa e di essere caute con gli sconosciuti. La popolazione dell’area di Boston era paralizzata dalla paura e, nonostante l’aumento della presenza della polizia e gli avvertimenti, altre 9 donne, di età compresa tra i 19 e gli 85 anni, sarebbero state vittime dell’assassino. L’ultima vittima fu trovata il 4 gennaio 1964, dopodiché gli omicidi cessarono.

Lo Strangolatore di Boston fu mai catturato?

L'arresto di Albert DeSalvo
L’arresto di Albert DeSalvo

Il 27 ottobre 1964, un uomo, fingendosi un detective, entrò in una casa e aggredì una donna. Tuttavia, non la uccide, anzi, lasciò la casa dopo averle detto “mi dispiace”. La donna denunciò l’aggressione alla polizia, che arrestò l’aggressore poco dopo. Il nome dell’uomo era Albert DeSalvo e, dopo la diffusione delle sua foto, molte altre donne si fecero avanti per confessare che anche loro erano state violentate da DeSalvo. La polizia arrestò DeSalvo con l’accusa di stupro multiplo, ma non lo collegò al caso dello Strangolatore di Boston… finché DeSalvo stesso non confessò di essere il killer in persona. La sua confessione era certamente plausibile, soprattutto dopo aver fornito alla polizia dettagli intricati sugli omicidi che non erano stati resi pubblici. Purtroppo, la confessione non è stata sufficiente per incriminare DeSalvo per gli omicidi dello Strangolatore di Boston. Inoltre, ci furono altre due complicazioni che impedirono a DeSalvo di essere accusato: la prima, era l’assenza di prove fisiche che lo collegassero ai crimini. La seconda questione sarebbe stata più problematica e avrebbe portato a teorie secondo cui DeSalvo non era affatto lo Strangolatore di Boston, o che era uno dei due Strangolatori che avevano commesso gli atti efferati.

La confessione di DeSalvo è emersa durante la sua detenzione al Bridgewater State Hospital, dove ha incontrato George Nassar. DeSalvo ha confessato le sue affermazioni a Nassar, che ha contattato il suo avvocato per riferire la notizia. Tuttavia, è stata la loro interazione durante questo periodo che ha impedito alla polizia di fare una chiara associazione tra DeSalvo e gli omicidi. Alcuni ritengono che DeSalvo abbia confessato tutto a Nassar, mentre altri sono convinti che Nassar sia il vero Strangolatore di Boston, che ha fornito a DeSalvo i dettagli dei crimini come parte di un complotto per richiedere la ricompensa di 10.000 dollari offerta dalla polizia da condividere con le loro famiglie. Non potendo condannare DeSalvo come Strangolatore di Boston, DeSalvo venne invece incarcerato a vita per rapina e reati sessuali. In seguito avrebbe ritrattato la sua confessione e, se c’era dell’altro, DeSalvo se lo portò nella tomba dopo essere stato pugnalato a morte in prigione il 25 novembre 1973. Nel 2013, la prova del DNA ha collegato in modo definitivo DeSalvo alla morte di Mary Sullivan, ma sarebbe stato l’unico omicidio dello Strangolatore a trovare una soluzione, poiché la prova del DNA non era applicabile altri omicidi.

Il coinvolgimento di Loretta McLaughlin nella vicenda

Un articolo di Loretta McLaughlin e Jean Cole sullo Strangolaltore di Boston

La McLaughlin, protagonista del film in uscita, entrò nella storia del serial killer nel 1962. I primi quattro omicidi attirarono l’attenzione della McLaughlin, che notò che c’era un collegamento oltre ai macabri fiocchi intorno al collo delle vittime: tutte e quattro le donne portavano occhiali da vista, amavano la musica classica e avevano legami con un ospedale locale. Dopo aver fatto coppia con Cole, le due hanno iniziato a diffondere i dettagli nella comunità, avvertendo le donne di Boston e dei dintorni di stare all’erta.

McLaughlin e Cole, che insieme hanno inventato il soprannome “Lo Strangolatore di Boston“, finiranno per scrivere 29 articoli in totale sullo Strangolatore di Boston, le sue vittime, lo schema dell’assassino e gli aggiornamenti sulle indagini della polizia. Il percorso è stato difficile, con un redattore del Boston Record American che contestava l’utilità di pubblicare una serie sulla morte di “nessuno” e il sessismo dilagante nel settore che poneva continui ostacoli al loro operato.

Tutte le vittime dello Strangolatore di Boston

Tutte le vittime dello Strangolatore di Boston

Spesso, i progetti audiovisivi di true crime o che vogliono raccontare la storia dei più terribili serial killer, tendono a “dimenticarsi” le vittime della vicenda, per concentrare ogni sforzo produttivo sulla rappresentazione attoriale e narrativa del villain. Nonostante il film disponibile su Disney+ abbia come fulcro tematico la storia dello Strangolatore di Boston, è giusto e doveroso onorare le vittime innocenti della malvagità del killer. Ricordiamo:

  • Anna Slesers, 55 anni, sarta, ritrovata il 14 giugno 1962.
  • Mary Mullen, 85 anni, pensionata, ritrovata il 28 giugno 1962.
  • Nina Nichols, 68 anni, fisioterapista, ritrovata il 30 giugno 1962.
  • Helen Blake, 65 anni, infermiera, ritrovata il 30 giugno 1962.
  • Ida Irga, 75 anni, pensionata, ritrovata il 19 agosto 1962.
  • Jane Sullivan, 67 anni, infermiera, ritrovata il 21 agosto 1962.
  • Sophie Clark, 20 anni, tecnico ospedaliero, ritrovata il 5 dicembre 1962.
  • Patricia Bissette, 23 anni, receptionist, trovata il 31 dicembre 1962.
  • Mary Brown, 69 anni, pensionata, ritrovata il 6 marzo 1963.
  • Beverly Samans, 23 anni, musicoterapeuta, ritrovata il 6 maggio 1963.
  • Evelyn Corbin, 58 anni, impiegata presso l’impianto di illuminazione Sylvania, ritrovata l’8 settembre 1963.
  • Joann Graff, 23 anni, artista e insegnante di scuola domenicale, trovata l’11 novembre 1963
  • Mary Sullivan, 19 anni, impiegata presso i grandi magazzini Filene’s, trovata il 4 gennaio 1964.

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