Tarantino, vampiri e supereroi: la carriera di Mary Elizabeth Winstead

Mary Elizabeth Winstead

Non ancora trentenne (classe 1984), Mary Elizabeth Winstead ha già accumulato una discreta carriera, almeno sotto il profilo quantitativo: tuttavia fino ad ora, nonostante la sua partecipazione a qualche pellicola di ‘culto’, oltre a che a Grindhouse: Death Proof di Tarantino, l’attrice originaria di Rocky Mountain (North Carolina), non sembra ancora aver avuto la vera e propria ‘occasione della vita’ per mettersi realmente in luce. La svolta potrebbe però essere dietro l’angolo, dopo il ruolo di primo piano ottenuto nel prequel de La Cosa di Carpenter e con la prossima partecipazione ad Abraham Lincoln: Vampire Hunter.

 

Ultima di cinque figli, Mary Elizabeth Winstead trascorre l’infanzia in un sobborgo di Salt Lake City; la sua prima passione, è il canto, cui si aggiungerà in seguito la danza, attività che però sara costretta ad abbandonare perché troppo alta. Un’esperienza che le tornerà utile in seguito, quando nel 2008 girerà Make It Happen, film ‘danzereccio’ uscito solo per il mercato dell’home video. Attorno ai tredici anni, Mary Elizabeth decide di dedicarsi alla recitazione: il ‘battesimo’ sulle scene avviene addirittura a Broadway, in una breve apparizione in Joseph and the amazing technicolor dreamcoat, cui seguiranno varie apparizioni televisive, in serie come Il tocco di un angelo  e del suo spin-off Terra Promessa. Il primo ruolo importante è quello di Jessica Bennet nella soap Passion, sul cui set resterà un anno. Dopo un altro paio di esperienze sul piccolo schermo e una parte secondaria nella commedia  Checking Out,  Mary Elizabeth ottiene primo ruolo di rilievo: è la ‘cattiva’ di Sky High, commedia della Disney incentrata su un’accademia per giovani supereroi, del cui cast fanno parte, tra gli altri Kurt Russell (che poi ritroverà sul set di Grindhouse: Death Proof di Tarantino) e Kelly Preston: la commedia ottiene un buon riscontro di critica e pubblico, è un divertente quanto disimpegnato omaggio al genere supereroistico, per quanto abbia qualche caduta di tono (ad esempio nel voler citare, oltre ai vari supereroi americani, anche i Power Rangers): la Winstead si trova tutto sommato a suo agio in un personaggio totalmente ‘calligrafico’ e il cui compito è di caratterizzare, in un’iperbole che sconfina nella farsa, i classici luoghi comuni del ‘cattivo da fumetto’.

Tarantino, vampiri e supereroi: la carriera di Mary Elizabeth Winstead

Quello dei supereroi, sembra essere una sorta di file rouge nella carriera dell’attrice: nei primi anni 2000 infatti, viene presa in considerazione per il ruolo di Wonder Woman nel il film dedicato alla  Justice League, (il gruppo di supereroi nel quale militano, tra gli altri, Superman, Barman e Lanterna Verde), un progetto messo in cantiere ormai da anni, ma che per varie vicissitudini non ancora trovato una realizzazione compiuta.  Il 2010 è l’anno di Scott Pilgrim Vs The World, del quale la Winstead è la protagonista femminile, a fianco a Michael Cera: come Sky High, la pellicola rappresenta un omaggio al mondo dei supereroi e dei fumetti, ma molto più originale e divertente: il protagonista si troverà costretto ad affrontare uno ad uno tutti gli ex della ragazza di cui si è innamorato, unitisi in una sorta di supergruppo; il film, basato sull’omonima serie a fumetti, è un mix spassoso che, nonostante il colossale flop al botteghino, ha progressivamente consolidato il suo status di ‘film di culto’ dopo l’uscita in dvd. La Winstead  è stata poi una possibile candidata per il ruolo di Maria Hill nel recente Avengers, poi andato a Coby Smulders.

Mary Elizabeth WinsteadChiusa la parentesi dedicata ai supereroi, facciamo un passo indietro e torniamo a seguire la carriera di Mary Elizabeth dopo Sky High: è a questo punto infatti che comincia un’altra importante fase della sua carriera, segnata dalla proficua collaborazione con i produttori James Wong e Glen Morgan: si comincia col terzo capitolo di Final Destination , che ottiene buone performance al botteghino, giudizi ambivalenti da parte dei critici e che con Sky High ha in comune il fatto di essere un omaggio a un ‘genere’ e ai suoi meccanismi. Meno fortunato è il successivo Black Christmas, che però le fa ottenere una nomination premio di ‘Scream Queen’ agli Scream Awards. Siamo nel 2006, e la Winstead partecipa finalmente al suo primo film ‘di livello’: è nel cast corale Bobby di Emilio Estevez; l’anno successivo è la volta di Grindhouse: Death Proof di Tarantino, dove fa parte del gruppo di ragazze preso di mira dal maniaco stradale Kurt Russell. Il film è di quelli ‘importanti’, per quanto sia una pellicola in cui il regista porta quasi all’esasperazione certe sue ‘fisse’ (come ad esempio la chilometrica sequenza iniziale a base di chiacchiere interminabili), e che quindi diventa un ‘oggetto’ indirizzato soprattutto ai suoi più fedeli seguaci, non ottenendo i risultati di alti film della sua carriera. La sua prova successiva è al fianco di Bruce Willis, nel ruolo della figlia John McClane nel quarto film della saga di Die Hard.

Mary Elizabeth WinsteadIl resto, è storia recente: Mary Elizabeth Winstead partecipa al prequel de La Cosa di Carpenter, firmato da Matthijs van Heijningen a fianco di Joel Edgerton, in un ruolo da protagonista assoluta: il film uscirà in Italia a fine luglio; successivamente la vedremo in Abraham Lincoln Vampire Hunter, tratto dall’omonimo libro di Seth Grahame-Smith, in cui sarà la moglie del protagonista, interpretato da Benjamin Walzer:  due film che sembrano costituire uno snodo cruciale per la carriera della Winstead, e che ci permetteranno di capire se il suo futuro resterà legato a produzioni ‘di genere’, o se l’attrice, non ancora trentenne, sia destinata a più ampi orizzonti. Un’ulteriore occasione per mostrare le proprie capacità sarà Smashed, (presentato nel corso dell’ultima edizione del Sundance e in attesa di trovare una distribuzione), film drammatico incentrato su una coppia che ha fondato il proprio legame sulla dipendenza dall’alcohol, e sulla strada presa da questa relazione quando la protagonista decide di disintossicarsi. L’attrice ritroverà poi Jason Schwartzman e Aubrey Plaza – coi quali aveva recitato in Scott Pilgrim –  sul set di A glimpse inside the mind of Charles Swan III di Roman Coppola. Infine parteciperà all’horror The Darkness, film diretto da Daniel Stamm, ispirato a Giro di vite di Henry James.

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