The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro (2014), diretto da Marc Webb, rappresenta il secondo capitolo del reboot dell’Uomo Ragno targato Sony, con Andrew Garfield nei panni di Peter Parker. Rispetto al primo film del 2012, questo sequel espande notevolmente l’universo narrativo del personaggio, aumentando il numero di personaggi, di sottotrame e di conflitti emotivi. Se il primo capitolo aveva il compito di introdurre il nuovo Spider-Man e riscrivere le sue origini in chiave più moderna, il sequel si prende il tempo di esplorare la psicologia del protagonista e i suoi tormenti interiori, con particolare attenzione al peso della responsabilità e alla fragilità dei legami umani.
Una delle principali novità introdotte nel film è la presenza di più villain, tra cui spiccano Electro (Jamie Foxx), Harry Osborn/Green Goblin (Dane DeHaan) e un’apparizione fugace di Rhino. La figura di Electro, in particolare, offre uno sguardo sul tema dell’emarginazione e dell’ossessione, trasformando Max Dillon in una minaccia dalle potenzialità devastanti. Inoltre, il film inserisce numerosi riferimenti a un universo più ampio e all’idea di un possibile futuro franchise con i Sinistri Sei, cosa che testimonia l’intenzione di Sony di costruire un proprio universo condiviso dedicato ai personaggi dell’universo di Spider-Man, anticipando tendenze che sarebbero poi diventate centrali nel cinema di supereroi.
Nonostante l’ambizione narrativa e visiva, The Amazing Spider-Man 2 è anche noto per il suo finale estremamente drammatico, che segna un momento cruciale nella vita di Peter Parker. Senza entrare ancora nei dettagli, è proprio nel finale che il film trova la sua identità più tragica e matura, con una sequenza che ha lasciato un’impronta profonda nei fan e ha influenzato il modo in cui il personaggio sarebbe stato riproposto negli anni successivi. Nei prossimi paragrafi, approfondiremo cosa succede nel finale del film, il suo significato e in che modo ha modificato il destino di Spider-Man al cinema.
La spiegazione del finale del film
Il finale di The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro è uno dei più drammatici e memorabili dell’intera saga cinematografica dedicata all’Uomo Ragno, non solo per l’intensità emotiva ma anche per il suo impatto sul personaggio di Peter Parker. Nella sequenza finale, Peter e Gwen si dirigono insieme verso la centrale elettrica dove Electro ha preso il controllo, mettendo a rischio l’intera città di New York. La battaglia che segue è spettacolare e caotica, ma anche estremamente personale: Peter affronta Electro non solo come eroe, ma anche come ragazzo che ha disobbedito alla promessa fatta al padre di Gwen di tenerla lontana dal pericolo. Gwen stessa insiste per aiutare Peter, dimostrando coraggio e determinazione, e la loro collaborazione è fondamentale per sconfiggere il nemico.
Dopo aver sovraccaricato i trasformatori e aver fatto letteralmente esplodere Electro, Peter e Gwen pensano di aver vinto, ma è a quel punto che entra in scena Harry Osborn, ormai trasformato nel Green Goblin. Scoprendo l’identità segreta di Peter e vedendo Gwen al suo fianco, Harry capisce subito come colpire più duramente l’amico d’infanzia. La battaglia si sposta nell’orologio della torre, e qui avviene il momento più tragico del film: Gwen cade nel vuoto durante il combattimento. Nonostante il disperato tentativo di Peter di salvarla con la sua ragnatela, la giovane colpisce violentemente il suolo, morendo all’istante.
La morte di Gwen rappresenta un punto di svolta definitivo per Peter Parker. Il film mostra come, nei mesi successivi, Peter si ritiri dal suo ruolo di Spider-Man, profondamente segnato dal dolore e dalla colpa. La scena al cimitero, in cui Peter visita la tomba di Gwen, è toccante e testimonia quanto il trauma abbia influito su di lui. La narrazione suggerisce che non è solo Gwen a essere morta, ma anche una parte dell’identità di Peter come eroe. L’idea che nonostante i suoi poteri, Peter non sia riuscito a salvare la persona che amava, è il cuore del film e una potente riflessione sul limite dell’eroismo.
L’epilogo mostra il ritorno di Spider-Man grazie a un messaggio lasciato da Gwen e all’ispirazione che lui stesso riesce a trarre dalla memoria della ragazza. In parallelo, si accenna alla formazione di un team di supercriminali da parte della Oscorp, con riferimenti espliciti ai Sinistri Sei. Viene mostrato il Rhino in armatura, pronto a seminare il caos in città, ma Peter ritorna in azione proprio in quel momento, lanciandosi nella battaglia come Spider-Man davanti agli occhi di un bambino vestito da supereroe. Questa sequenza, carica di speranza, sottolinea la rinascita di Peter come simbolo di speranza e giustizia.
Tuttavia, il film lascia diverse domande in sospeso. Chi è l’Uomo Misterioso che parla con Harry nel carcere di massima sicurezza? Come si sarebbe sviluppata la trama dei Sinistri Sei? Quali segreti nasconde ancora Oscorp, e quale sarebbe stato il ruolo del padre di Peter, la cui ricerca è solo accennata nel corso dei due film? Inoltre, il film suggerisce che c’erano progetti molto più ampi in cantiere, compreso un coinvolgimento più profondo con il passato della famiglia Parker e lo sviluppo di nuove tecnologie legate ai poteri dei villain.
Tutte queste domande sono rimaste senza risposta, poiché The Amazing Spider-Man 3 non è mai stato realizzato. Il fallimento commerciale del secondo film rispetto alle aspettative, unito alle critiche sulla sua struttura narrativa frammentaria, spinse Sony a interrompere la saga e a collaborare con i Marvel Studios per introdurre una nuova versione di Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe. Così, la storia di Peter Parker interpretato da Andrew Garfield si è chiusa senza un vero epilogo, lasciando un senso di incompiutezza e molte ipotesi su cosa sarebbe potuto accadere se la trilogia fosse stata portata a termine.