Goltzius and the Pelican Company Peter Greenaway rinnova la collaborazione ormai decennale con l’italianissimo Quintetto Architorti, in occasione del suo nuovo lavoro, Goltzius and the Pelican Company.

 

La formazione di stanza a Torino, nata nel 1994 per iniziativa del violoncellista Mario Robino, snoda su otto composizioni il commento sonoro dell’ultima opera del regista, ambientata nell’Alsazia del ‘500.

Brani dalla durata variabile, trai circa tre minuti dell’incipit, ‘Caprilli’, caratterizzato da un’attitudine quasi ludica, agli oltre quindici della chiusura, “Food of Love’.

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L’impostazione è, come si può immaginare, del tutto classica: al quintetto – due violini, viola, violoncello e contrabbasso – si aggiungono occasionalmente qualche fiato e voci ‘liriche’, per un lavoro che è stato registrato ricorrendo ad una tecnica di sovraincinsione, applicata alle sonorità minimaliste del quintetto.

Le otto tracce, oltre naturalmente a subire l’influenza della lunga tradizione della musica per archi, riportano elementi di esperienze più recenti, tra cui appunto quella del minimalismo sonoro, con effetti che spesso possono ricondurre alle composizioni di Michael Nyman (non a caso, altro storico collaboratore di Greenaway).

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Goltzius and The Pelican Company-film-00L’apertura dai contorni giocosi, fa da prologo ad un lavoro in cui a farla da padrone è comunque una certa tensione drammatica, una calma che evoca atmosfere ‘misteriose’ pronta spesso e volentieri ad esplodere in momenti di dinamismo quasi furente.

Il Quintetto Architorti, che oltre a comporre la colonna sonora ha anche partecipato attivamente al film, commenta così le vicende dell’incisore di stampe erotiche Goltzius che, al fine di ottenere un finanziamento per completare un ciclo di opere dedicate alle situazioni più scabrose del Vecchio Testamento, accetta l’offerta del Margravio di Alsazia: mettere in scena dal vivo quelle stesse scene, suscitando reazioni a catena sia nella corte alsaziana, che nella stessa compagnia, dato che quei racconti affrontano il tema sessuale spingendosi fino ai tabù più inconfessabili, per un film che riflette sulla sessualità e sui rapporti di questa con la religione.

Una nuova sfida per la formazione torinese la cui ‘missione’, nelle stesse intenzioni del fondatore Robino, è stata quella di spingersi al di là dei confini di genere per contaminarsi con esperienze sonore anche apparentemente molto distanti, prova ne siano le collaborazioni con gruppi come Subsonica e Africa Unite e artisti come Tony Esposito, Madaski e Meg.

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