L’abbiamo vista di recente in sala in Il Vangelo Secondo Maria di Paolo Zucca, ed è a teatro con “Solo Anna”, uno spettacolo ispirato ad Anna Magnani, sua maestra d’arte e di vita, al Wood Natural Bar di Roma. Lei è Lidia Vitale, volto intenso e voce scura, indimenticabile Teresa Malatesta di Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, visto a Venezia 79.
L’abbiamo raggiunta al telefono per farci raccontare del suo ultimo film dal 20 giugno su Prime Video, Maschile Plurale, la seconda arrembante avventura di Antonio e Luca (dopo Maschile Singolare), diretto da Alessandro Guida. Nel film Lidia Vitale interpreta Gaia Trevis, una critica gastronomica in grado di mettere in discussione le certezze del protagonisti.
Lidia Vitale in Maschile Plurale
Ma com’è nata la collaborazione con Guida per Maschile Plurale? “Questa collaborazione nasce perché Alessandro Guida mi ha contattata. Avevo seguito la sua esperienza in Maschile Singolare, lo spirito che guida il mio lavoro in questo momento è il sostegno ai giovani. Fare cinema è una delle cose più difficili al mondo e realizzare un film appartiene al mondo dei sogni. Quello che mi ha spinto ad accettare non è stato il ruolo, ma il desiderio di sostenere un progetto che in qualche modo si era sfidato e aveva vinto la possibilità di fare il secondo capitolo.
Lo avrei fatto comunque, indipendentemente dalla sceneggiatura. Poi mi sono ritrovata in un gruppo di persone delicate, che ci stavano mettendo l’anima. Mi piace seguire i giovani se posso contribuire alla loro crescita, credo sia questo il compito di un adulto che ha già fatto un pezzo di strada: stare accanto e sostenere i più giovani. Oltretutto il tema LGBTQ+, come ogni tema relativo ai diritti umani, mi sta a cuore, quindi perché no? C’erano già due elementi importanti per accettare il ruolo”.
Il lavoro di acting coach
Il lavoro di attore è spesso associato al narcisismo. Ma Lidia Vitale porta avanti da tempo anche il lavoro di acting coach, mettendosi al servizio di interpreti più giovani. Si tratta di un’anomalia?
“Penso che un vero attore non possa interpretare un’altra persona se non rompe prima le barriere dell’ego. Quelle che per me sono fonti di ispirazione, come Cate Blanchett, Juliette Binoche, Margot Robbie, e tante altre colleghe nel mondo, sono persone che lavorano costantemente sulla destrutturazione dell’ego. Ho avuto la grande fortuna di aver incontrato dei grandi maestri. Non essendo riuscita a entrare nelle accademie, mi sono costruita un percorso e mi sono andata a cercare quelle figure che mi hanno formata profondamente. Una delle regole che ho assimilato è quella di creare successori, quelli a cui passare lo scettro quando non ci sarò più. Io amo veder fiorire un giovane, mi riempie il cuore, vedere accedere alla propria grandezza un essere umano. Mi appassiona.”
In particolar modo quando si tratta di donne: “Penso che, soprattutto per le donne, affinare certi strumenti porta a ampliare le consapevolezze e significa diventare padrone delle proprie vite, senza paura. Io ho bisogno delle altre donne accanto, e che si uniscano a fare rete. Ci sono tante donne che seguo in questo processo di creare consapevolezza.”
Ti
mangio il cuore: Lidia e
Elodie
Una rete che ha costruito anche sul set di Ti mangio il cuore con Elodie, alla quale ha fatto da acting coach: “Dal set di quel film mi porto nel cuore il lavoro sui personaggi e il legame con Elodie. Io e lei abbiamo risuonato l’una con l’altra immediatamente, come fosse una mia figlia del mondo. Con lei ho sviluppato un atteggiamento materno, all’interno del quale accompagnavo la sua crescita. Mi sono presa molto a cuore il suo percorso e poi le voglio bene! E allo stesso modo il rapporto con Antonella Gaeta (sceneggiatrice del film, ndr), che trovo una penna eccellente. Quel progetto è stato fatto da un gruppo veramente bello.”
Sia per Ti mangio il cuore che per Il Vangelo Secondo Maria, Lidia Vitale ha lavorato in location selvagge, la Puglia e la Sardegna. Che ruolo svolge la location nell’interpretazione di un ruolo?
“Sono di quegli attori che va in location molto prima dell’inizio delle riprese, perché credo sia fondamentale percorrere i luoghi in cui si origina il personaggio. Tra un po’ voglio fare un personaggio a cinque stelle, perché sto sempre in mezzo alle paludi (scherza)! Mi piace connettermi con lo spirito viscerale e animale, sarà il mio amore per la natura che mi porta a recitare sempre nel fango! Il ruolo dell’ambiente è fondamentale. C’è bisogno di radicarsi dove il personaggio vive e dove consuma la sua quotidianità. Lo stesso valore hanno i costumi!”
Per Netflix con Carolina Crescentini nella serie su Adelina Tattilo
Teatro, cinema ma anche serialità e piattaforme, presto Lidia Vitale arriva su Netflix nella serie Mrs Playmen, in cui Carolina Crescentini interpreta Adelina Tattilo, un’editrice, giornalista e produttrice cinematografica italiana, che ha lottato per cambiare la società italiana negli anni ’60.
“Sono felicissima di aver partecipato alla serie! Per me si sta profilando un anno in cui ho lavorato molto spesso a storie che raccontano di empowerment femminile. Sono felice che la mia vita stia attraendo questo tipo di racconti e sono stata felice di lavorare con Carolina Crescentini che è una mia amica da tanto tempo. È stato bello lavorare insieme anche perché è stato il coronamento di un’amicizia che dura da anni e che ci ha dato la possibilità di creare una rete di scambio. Quella di Tattilo è una storia importante, racconta di come un femminile che si prende un potere sano e non prevaricatorio può cambiare le sorti degli eventi.”
Oltre a Netflix, vedremo di nuovo Lidia Vitale in sala con Death do us part di David Chavez Grant e Abigail Ory ambientato durante lo scoppio della peste nera nel XVI secolo. Per adesso possiamo goderci la sua interpretazione in Maschile Plurale, dal 20 giugno su Prime Video.