Marta Miniucchi, intervista alla regista di Gente Strana – Watu Wa Ajabu

Marta Miniucchi gente strana

Presentato come evento speciale di Alice nella Città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2022, Gente Strana – Watu Wa Ajabu è il nuovo mockumentary di Marta Miniucchi (Benelli su Benelli) con Matteo Gatta e Cesare Bocci.

 

Abbiamo incontrato la regista, Marta Miniucchi, che ha raccontato come è nato il documentario sull’organizzazione non governativa CEFA, il Comitato europeo per la formazione e l’agricoltura fondato a Bologna il 23 settembre 1972 per iniziativa di Giovanni Bersani e di padre Angelo Cavagna, che si propone di realizzare progetti per contribuire a vincere fame e povertà.

“Ho conosciuto il CEFA un anno fa e quella del film è stata una lavorazione molto veloce – dice Miniucchi – Molte delle ONG più famose, come Emergency ad esempio, lavorano sulle emergenze, mentre CEFA si occupa di progetti a lungo periodo, lavorano tantissimo e costantemente, tutti i giorni, è un’organizzazione stimata, ma sconosciuta ai più. Quest’anno CEFA compie 50 anni, e Paolo Rossi Pisu mi ha offerto la regia di un documentario che raccontasse questa realtà, ma che lo facesse in una maniera che potesse arrivare a tutti. Con il sostegno di Genoma film, ho pensato che il modo più accattivante per raccontare CEFA a chi non lo conosceva era quella di mescolare storia e finzione, e quindi il risultato è quello che si può definire mockumentary, un documentario con dei filmati di finzione, quindi il repertorio insieme alla vera fiction, così che il risultato avesse un brio che il semplice filmato di repertorio non ha. In questo modo spero che Gente Strana – Watu Wa Ajabu possa essere interessante non solo per chi già conosce l’organizzazione, ma anche per chi non ha idea di cosa sia.”

Questa natura ibrida del film di Marta Miniucchi si rispecchia dal punto di vista linguistico in una serie di stili e tecniche che si mescolano per dar vita a un documentario effettivamente molto interessante, sia nella forma che nel contenuto.

“In Tanzania abbiamo girato con una mini dv, tecnologia vecchia, perché avevo bisogno che quel personaggio, il ragazzo che parte volontario, sembrasse davvero lì a quel tempo e avevo bisogno che si adattasse al repertorio di quel tempo. Per quanto riguarda il reporter, lì abbiamo fatto cinema vero e proprio con la tecnologia più recente, muovendoci in quel linguaggio. Ho invece intervistato il ragazzo tanzaniano con un punto di osservazione di ripresa classico, con due macchine da presa, mentre lui è seduto nel suo ufficio. In questo modo ho potuto raccontare diversi punti di vista, che potessero racchiudere più o meno tutti quelli di chi si sarebbe trovato a guardare il film: il cinismo diffidente, l’entusiasmo di donarsi, il trovarsi in difficoltà e accogliere l’aiuto.”

Dal punto di vista stilistico, dunque, Gente Strana – Watu Wa Ajabu non è un documentario canonico, ma si arricchisce di un’ibridazione che moltiplica lo sguardo e offre davvero una comprensione a 360° di quello che è il progetto CEFA, senza scadere in un linguaggio pedagogico o presuntuoso. A evitare questo rischio, anche “l’utilizzo” di Lodo Guenzi come fosse Margot Robbie… Almeno nelle parole di Marta Miniucchi: “Volevo che il coinvolgimento di Lodo fosse estemporaneo, venisse dal nulla, e come reference ho dato proprio il ruolo di Margot Robbie ne La grande scommessa di Adam McKay. Nel film, che racconta la crisi immobiliare del 2008, Robbie compare di punto in bianco, in una vasca di bolle e con un bicchiere di champagne in mano a spiegare in termini tecnici cosa c’era dietro agli investimenti a rischio e dietro allo scoppio della bolla immobiliare. Nel mio film, Lodo irrompe nella narrazione e spiega, numeri alla mano, cos’è il CEFA”. Il riferimento è abbracciato a pieno e il risultato è tanto più coinvolgente quanto l’intervento sembra fuori contesto, proprio come nel film di McKay.

Ma perché il film si intitola Gente Strana? “La gente strana è, agli occhi di chi vive in questi posti in cui interviene il CEFA, quella che viene in qualità di volontaria ad aiutare, che spera in un mondo migliore incurante delle difficoltà che si incontrano per perseguire il proprio sogno. È gente strana in senso buono, naturalmente. In questo tipo di esperienze, si va lontano da casa per insegnare ad altri delle tecniche di sopravvivenza, dall’agricoltura all’allevamento, ma la verità è che si impara a propria volta tantissimo. In questo progetto del CEFA c’è la conoscenza che porti in questi luoghi, ma anche quella che acquisisci, perché ti confronti con un mondo talmente nuovo che devi imparare ad abitare da zero. È un dare ma è anche un prendere continuo, e volevo raccontare questa bella storia da più punti di vista.”

Gente Strana – Watu Wa Ajabu sarà disponibile prossimamente al cinema con GENOMA FILMS e successivamente su Sky Documentaries e in streaming su NOW.

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