In occasione dell’uscita al cinema di Sundown, la sua nuova collaborazione con Michel Franco, dopo Chronic, abbiamo incontrato Tim Roth, che ha parlato del film girato interamente ad Acapulco, lì dove il regista ha passato le sue estati dell’infanzia.
La storia di Sundwon è quella di Neil Bennett, un uomo di mezz’età, che alloggia in un lussuoso resort di Acapulco assieme alla sorella Alice, erede come lui di una multinazionale dell’industria della carne, e i due figli di lei. La notizia improvvisa della morte della madre li costringe a interrompere la vacanza e tornare subito in Inghilterra per il funerale, ma Neil, che da un po’ manifesta insoddisfazione nei confronti di tutto per ragioni sconosciute, finge di aver smarrito il passaporto al momento dell’imbarco e rimane in città a crogiolarsi pigramente sulla spiaggia.
Roth e Franco hanno lavorato insieme alla storia
Neil è un personaggio insolito, non lo capiamo mai davvero, eppure potrebbe persino far simpatia. Affascina e respinge lo spettatore. Per Tim Roth è stato complicato interpretarlo perché è stato il primo tassello intorno cui si è costruito il film: “Io e Michel abbiamo lavorato sulla storia che poi è diventata una sceneggiatura, che si evolveva mentre giravamo. Quindi non è mai stata una cosa fissa, decisa. Io sapevo nel mio privato quali erano le motivazioni del mio personaggio che però non tutti gli altri conoscevano. Loro sapevano l’arco che percorrevamo, ma le motivazioni di ognuno erano oscure. È stato molto difficile, credo sia stato uno dei personaggi più emotivamente complicati che io abbia mai approcciato, e non ho ancora visto il film, vorrei vederlo con un pubblico, ma è difficile per via della pandemia.”
“Quello che volevamo era che la nozione di performance svanisse – continua Roth – Volevamo vedere che lui è un uomo che ti capita di riconoscere, perché magari hai visto la mia faccia in altri film, ma lui semplicemente scende in spiaggia, incontra qualcuno e così via… l’idea era di eliminare la barriera tra attore e pubblico e farsi cogliere dall’inaspettato. Inoltre credo che ogni persona che lo vede lo percepisce in maniera diversa, per alcuni è divertente, per altri è terrificante. Il personaggio era stato deciso prima della sceneggiatura, e da qui abbiamo lavorato in maniera evolutiva. È stato difficile, ma anche eccitante. Così è lavorare con Michel, non sai mai quello che ne verrà fuori. Per un attore è divertente sperimentare in questo modo.”
Il film è ambientato ad Acapulco proprio perché Franco voleva tornare sui posti della sua infanzia, ma Tim Roth ha detto che lui non ha nessun desiderio di tornare nei posti in cui è cresciuto:
“Non torno mai nei posti in cui sono cresciuto, non credo siano interessanti. Il posto in cui andavo a scuola a South London… ero bullizzato, quindi perché tornare? Non ho bei ricordi, non ho interesse a tornare indietro a quei posti. Quando penso a quei posti e alla vita che ho avuto lì, sono felice che sia passato, che non sia più nel presente.”
Tim Roth: “ogni aspetto della mia vita contiene una contraddizione”
Sundown racconta soprattutto le contraddizioni di un luogo magnifico, funestato però da esplosioni di violenza che sembrano non trovare alcuna giustificazione razionale, una contraddizione profonda per Acapulco. Per Tim Roth la contraddizione è un elemento costitutivo di ogni esperienza, come lui stesso spiega: “Non c’è nessuna ragione per cui io dovrei essere a questo punto della mia carriera, a parlare con voi di un film che ho girato in Messico. Per me è una contraddizione anche questa, direi che ogni aspetto della mia vita contiene una contraddizione.”
Per quanto riguarda il lavoro sul set, per Tim Roth e la troupe di Michel Franco è stato insolito lavorare in mezzo al caos di Acapulco, ma a mano a mano che le riprese procedevano, i locali si abituavano alla macchina cinematografica:
“Quelli sono i posti in cui Michel andava in vacanza da piccolo, proprio quella spiaggia lì. Ma niente ti prepara a quello che trovi, la gente, il rumore, l’interazione con la persone. Ero veramente guardato come un alieno. Le cose sono cambiate piano piano mentre si avanzava con la produzione. Eravamo una cosa insolita per i locali, con le telecamere sulla spiaggia affollata, ma è bastato poco perché diventassimo poco interessanti. Girare a New York è un incubo, girare ad Acapulco ci ha permesso invece di lavorare molto più tranquillità, come se niente fosse. Non ti aspetti che una cosa del genere sia semplice, ma è stato così, facile, principalmente grazie alla popolazione del posto.”
Sundown arriva al cinema il 14 aprile distribuito da Europictures.