Venezia 76: presentato The King, di David Michôd

the king
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Joel Edgerton ha firmato la sceneggiatura insieme al regista David Michôd e nel film interpreta John Falstaff. Chiarisce il rapporto con l’opera shakespeariana da cui è tratto The King, ovvero l’Enrico V. I due hanno creato qualcosa di nuovo e insolito, mescolando elementi del mondo reale a quelli della drammaturgia elisabettiana, attualizzando il periodo e proponendone una loro personalissima rivisitazione.

 

Per Timothée Hal Chalamet interpretare Enrico V è stata una vera e propria sfida, che è riuscito a sostenere grazie al supporto di Edgerton e Michôd e alla presenza di un cast di alto livello. Questa esperienza è stata formativa, come lui stesso l’ha definita e lo ha aiutato ad apprendere e a migliorarsi, anche inconsapevolmente, cosa che ha arricchito la sua interpretazione. Il concetto di potere è l’aspetto che viene maggiormente esplorato. In passato era naturale per molti giovani ereditarlo grazie alla linea di successione. Nelle opere di Shakespeare era impensabile attribuire un’autorità simile a personaggi così giovani, ma in The King diventa una chiave di lettura primaria e il motore narrativo.

Tom Glynn-Carney che veste i panni di Henry Percy, racconta, a proposito del concetto di potere, come il suo personaggio sia guidato da una miscela esplosiva di rabbia e ribellione. Sentimenti che la sua inesperienza non gli permette di incanalare e domare.

Lily Rose Depp interpreta il ruolo di Caterina di Valois. Nel suo caso il potere è basato sulla parola e sulla fermezza. In un’epoca in cui le donne non potevano decidere della propria vita, il suo personaggio trova il modo per imporre la propria opinione e far aprire gli occhi a Enrico V.

Il Delfino di Francia (interpretato da Robert Pattinson che non è presente al Lido) è il risultato di uno dei tanti “ritocchi” apportati alla storia e alla fisicità dei suoi protagonisti. David Michôd ha raccontato di come il versatile Pattinson abbia caratterizzato il Delfino con atteggiamenti impacciati e un accento ridicolo.

Una delle scene più impegnative è stata quella della battaglia, girata in meno di tre settimane nel nord dell’Ungheria con un caldo soffocante, indossando armature molto pesanti, gestendo una settantina di cavalli e numerose comparse in una palude di fango. La coreografia della battaglia prevedeva scene di massa, ma anche immagini molto dettagliate. Joel la definisce un’esperienza faticosa ed estremamente positiva, ricordandosi di quando era giovane e sognava di far parte di un progetto cinematografico.

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