Prodotto da Jennifer Lawrence, che sfrutta la sua posizione di primo piano a Hollywood per dare voce a chi non ce l’ha, il documentario Bread and Roses della regista afghana Sahra Mani, è un grido di protesta che mette in luce le devastanti conseguenze del ritorno al potere dei talebani in Afghanistan nel 2021. Attraverso le storie intime di tre donne, Zahra, Taranom e Sharifa, Mani offre un ritratto ravvicinato di una resistenza viva che si aggrappa con coraggio alla speranza e alla forza della condivisione, nonostante le oppressive restrizioni che hanno trasformato le loro vite in una prigione a cielo aperto.
Bread and Roses ci porta nel cuore dell’esperienza quotidiana
Dalla scena di apertura, Bread and Roses si distingue per la sua scelta stilistica di abbandonare qualsiasi voce narrante o intermediario che guidi lo spettatore. Questa decisione conferisce al documentario un’immediatezza cruda e autentica attraverso la quale Mani ci invita a entrare direttamente nella quotidianità delle protagoniste, affidandosi principalmente alla forza delle immagini e delle loro esperienze. È un approccio che richiede attenzione e rispetto da parte del pubblico, e aggira con agilità l’effetto didascalico di molte opere a tema sociale. La vicinanza ai soggetti non sacrifica mai la chiarezza: il contesto politico e storico emerge con forza dalla narrazione stessa, senza bisogno di espedienti invadenti.
Zahra, Taranom e Sharifa: donne di resistenza
Il cuore pulsante del documentario sono le donne che Mani sceglie di seguire. Zahra, Taranom e Sharifa non sono figure passive né vittime rassegnate, come le vorrebbe il regime afghano. Il film evidenzia la loro determinazione a sfidare uno status quo che nega loro dignità e diritti fondamentali, sono donne che rischiano la vita semplicemente per protestare, per cercare di rivendicare ciò che è stato loro strappato. Il punto di maggiore forza del documentario è proprio quello di riuscire a bilanciare la denuncia delle violazioni dei diritti umani e la celebrazione della resilienza e del coraggio delle donne afghane, che attraverso Bread and Roses dimostrano di avere una voce.
L’intuizione che premia il film è quella di mostrare quanto in fretta sia stata trasformata la vita delle protagoniste: la chiusura delle scuole, il divieto di lavorare, l’imposizione di un regime di segregazione che le costringe agli arresti domiciliari. Ogni aspetto della vita è stato ridotto a un binario rigido e soffocante in cui le donne possono assumere soltanto i ruoli di madri rispettose o vergini educate, altrimenti sono considerate “cattive” e private di qualsiasi diritto. Un dualismo cieco che riduce le donne a strumenti di un ordine patriarcale spietato.
Ribellione e solidarietà
Mani non si limita a documentare l’oppressione. L’energia del film deriva anche dalla capacità di mettere in evidenza i momenti di resistenza, i gesti di ribellione e solidarietà che le donne afghane continuano a compiere, nonostante il pericolo costante. Questo non solo serve a veicolare la speranza tra chi deve affrontare il regima, ma evita che il film diventi un racconto in cui la tragicità della situazione raccontata prenda il sopravvento restituendo un quadro di sola disperazione. L’umanità e la forza delle protagoniste emergono in ogni fotogramma, rendendo evidente quanto sia ingiusto e inaccettabile il silenzio della comunità internazionale.
Bread and Roses invita anche a riflettere su un diffuso malinteso sulla condizione delle donne in Afghanistan, dal momento che riferisce con chiarezza che i diritti delle donne afghane non sono un miraggio mai raggiunto: nel 1919, ottennero il diritto di voto prima ancora delle donne italiane. Le protagoniste del film non lottano per ottenere ciò che non hanno mai avuto, ma per riconquistare una libertà che era stata loro garantita. Questo dettaglio storico rende ancora più evidente la regressione imposta dai talebani.
Con una regia sobria e rispettosa, Sahra Mani ci ricorda che ignorare ciò che accade in Afghanistan equivale a condannare metà della sua popolazione all’oppressione e al silenzio. Bread and Roses è un documentario arrabbiato, che non si fa accecare da quella rabbia e anzi, è commovente e pieno di dignità, invita a non voltare lo sguardo e a riconoscere la forza delle donne che continuano a lottare per la loro libertà.
Bread and Roses
Sommario
Bread and Roses è un documentario arrabbiato, che non si fa accecare da quella rabbia e anzi, è commovente e pieno di dignità, invita a non voltare lo sguardo e a riconoscere la forza delle donne che continuano a lottare per la loro libertà.