Guglielmo Tell: recensione del film con Claes Bang

Il film arriverà nelle sale italiane il 3 aprile.

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Il regista Nick Hamm porta sul grande schermo la leggenda di Guglielmo Tell con un’opera ambiziosa e visivamente imponente, radicata nell’omonima opera teatrale di Friedrich von Schiller. Il risultato è un film che mescola azione, dramma storico e un pizzico di ironia, con una chiara intenzione di avviare un possibile franchise cinematografico.

 

Claes Bang interpreta il leggendario eroe svizzero con una presenza scenica imponente e un’interpretazione misurata. Questo Tell non è solo un abile tiratore con la balestra, ma un uomo segnato dalle Crociate, un veterano che, pur avendo visto l’orrore della guerra, non esita a ribellarsi contro l’oppressione degli Asburgo. L’antagonista principale è il malvagio esattore delle tasse Gessler, interpretato con sadico piacere da Connor Swindells, mentre Ben Kingsley veste i panni di un dispotico re Alberto d’Austria, reso ancora più memorabile da un iconico monocolo.

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Guglielmo Tell, un eroe radicato nella leggenda

Il film si concentra più sugli scontri e sulle tensioni crescenti tra Tell e gli oppressori piuttosto che su epiche battaglie. Forse per limiti di budget, le scene di combattimento sono più vicine a schermaglie localizzate che a grandi battaglie campali, ma Hamm riesce comunque a mantenere alta la tensione e a costruire una progressione drammatica efficace. Tuttavia, il copione presenta alcuni limiti: il linguaggio pseudo-shakespeariano dona un’atmosfera arcaica, ma talvolta suona eccessivamente artificioso. Inoltre, il finale lascia un retrogusto amaro con un cliffhanger che sembra un’aperta richiesta di sequel, rovinando in parte la chiusura del racconto.

Uno degli elementi più riusciti del film è il suo cast corale. Rafe Spall nei panni del leale amico di Tell, Emily Beecham come sua moglie e Jonathan Pryce nel ruolo di un nobile svizzero aggiungono profondità alla narrazione. Anche Jonah Hauer-King e Ellie Bamber offrono interpretazioni solide nei ruoli di giovani alleati del protagonista. Visivamente, la pellicola si distingue per scenografie dettagliate e una fotografia che esalta le ambientazioni medievali, grazie al lavoro del direttore della fotografia Jamie D. Ramsay.

Guglielmo Tell tra tra il serio e il grottesco

Il tono del film oscilla tra il serio e il grottesco: Hamm non si trattiene dal portare in scena momenti di violenza sopra le righe, con arti mozzati e combattimenti che ricordano le scene più esagerate de Il Trono di Spade o addirittura del Cavaliere Nero dei Monty Python. Questo contrasto tra solennità e assurdità contribuisce al fascino del film, rendendolo un’esperienza divertente e a tratti surreale.

Uno degli aspetti più innovativi è l’aggiunta di elementi moderni alla storia classica. Hamm introduce una moglie musulmana per Tell, Suna (interpretata da Golshifteh Farahani), e un figlio adottivo, dettagli che aggiungono sfumature inedite alla sua caratterizzazione e forniscono un sottotesto critico sulle Crociate e il fanatismo religioso. Tuttavia, questi spunti non sempre vengono approfonditi adeguatamente e restano sullo sfondo della narrazione.

Dal punto di vista tecnico, il film vanta un budget considerevole di 45 milioni di dollari, che si riflette nella qualità delle ambientazioni e dei costumi, ma non sempre nella spettacolarità delle sequenze d’azione. La colonna sonora di Steven Price enfatizza l’epicità delle scene chiave, anche se in alcuni momenti risulta eccessivamente enfatica. Il risultato è un progetto insolito per i tempi, che sembra arrivare da un passato in cui l’epica pre-Signore degli Anelli si vendeva un tanto al chilo, puntando più alla simpatia che all’eroismo.

Guglielmo Tell è un film che indubbiamente intrattiene grazie alla sua serietà quasi paradossale e alla sua interpretazione di una storia classica con toni da blockbuster moderno. Se si riesce a chiudere un occhio su alcune scelte narrative discutibili, rimane un omaggio interessante al mito di Tell, con il potenziale per una saga cinematografica.

Guglielmo Tell
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Sommario

Un modo di affrontare l’avventura storica datato ma non privo di fascino e di capacità di intrattenere un pubblico non troppo esigente.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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