Guida pratica per insegnanti, recensione del film di Thomas Lilti

Nelle sale italiane dal 17 aprile, un film corale che racconta con affetto e lucidità la scuola pubblica, tra sorrisi, fatica e quotidiane imperfezioni.

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Dopo aver raccontato il mondo della sanità pubblica francese attraverso film come Ippocrate, Il medico di campagna e Il primo anno, Thomas Lilti cambia campo d’osservazione con Guida pratica per insegnanti, al cinema dal 17 aprile con Movies Inspired. Abbandonato temporaneamente lo stetoscopio, il regista-medico si cimenta con uno dei generi più sacri e frequentati dal cinema d’oltralpe: il film di ambientazione scolastica. Anche questa volta, lo fa con il suo stile distintivo, costruendo una narrazione corale e profondamente umana, che evita tanto il pietismo quanto la satira facile. Non c’è traccia di caricature né di stereotipi, ma uno sguardo lucido e partecipe sulle fragilità, le pressioni e le contraddizioni che attraversano l’universo scolastico.

 

Frammenti di una vita comune, ma minacciata

La trama si apre con l’inizio dell’anno scolastico e l’arrivo di Benjamin (Vincent Lacoste), giovane supplente senza esperienza, chiamato a integrarsi in un corpo docente già affiatato e compatto. Attraverso il suo sguardo un po’ spaesato, Lilti ci accompagna in un viaggio emotivo che passa dalla leggerezza del quotidiano alla fatica del mestiere, mostrando una professione piena di sfide ma anche di gratificazioni profonde. Il film evita la retorica, ma non si tira indietro di fronte all’emozione, regalando al pubblico un’ora e quaranta di sorrisi, malinconia e momenti sinceramente commoventi.

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A rendere tutto più coinvolgente è il formato corale: invece di seguire ogni personaggio con un arco narrativo completo, Lilti preferisce catturare frammenti di vita, spesso lasciati in sospeso, che rispecchiano bene la realtà sfaccettata e talvolta frustrante del mestiere. Un approccio che può apparire incompleto, ma che invece rappresenta la vera forza del film: non idealizzare, non semplificare, ma raccontare l’imperfezione del quotidiano.

Grazie anche a un cast azzeccato (oltre a Lacoste, spiccano François Cluzet, Adèle Exarchopoulos, Louise Bourgoin, William Lebghil), Guida pratica per insegnanti diventa un film profondamente empatico, capace di mostrare gli insegnanti non come eroi, ma come esseri umani che ogni giorno cercano di fare il massimo in un contesto sempre più difficile. Senza proclami, ma con estrema lucidità, Lilti lancia una riflessione sul futuro dell’istruzione pubblica, sull’erosione del senso di missione e sul rischio di una deriva competitiva e privatistica, evocata anche dal controverso “Patto degli insegnanti” voluto da Emmanuel Macron.

Adèle Exarchopoulos e Vincent Lacoste in una scena di Guida pratica per insegnanti
Adèle Exarchopoulos e Vincent Lacoste in una scena di Guida pratica per insegnanti – © 2023 31 Juin Films / Les Films du Parc / France 2 Cinéma / Le Pacte / Les Films de Benjamin

Pedagogia delle emozioni

La struttura del film è quella tipica del cosiddetto cinéma-pommade: piccoli episodi di vita collettiva (una cena tra colleghi, una gita in surf, un consiglio di disciplina) si succedono secondo un ritmo preciso, spesso accompagnati da musiche familiari e inquadrature in lunga focale. Ogni problema viene risolto prima che diventi realmente scomodo: il docente in crisi si riprende, lo studente ribelle si redime, l’equilibrio viene sempre ristabilito, come in una fiction che conosce troppo bene i propri meccanismi.

Ciò che colpisce è la capacità del regista di cogliere non solo la dimensione pedagogica del mestiere, ma anche il suo impatto relazionale e psicologico. Dietro il concetto spesso idealizzato di “vocazione”, Guida pratica per insegnanti racconta il carico emotivo e pratico che ogni docente si porta dietro: i compiti da correggere a casa, le lezioni da preparare, i rapporti con studenti e famiglie, i dubbi sulla propria efficacia. Il film non cerca soluzioni facili, né offre un lieto fine rassicurante: semplicemente mostra, con onestà, quanto sia difficile oggi essere insegnanti in un sistema scolastico sempre più fragile, sottofinanziato e in parte abbandonato dallo Stato.

Un protagonista simbolico tra insicurezze e tenerezza

Il protagonista Benjamin, interpretato da Vincent Lacoste, è un giovane supplente inesperto, una figura di raccordo perfetta per introdurre il pubblico all’interno di un tipico collegio francese. La sua posizione incerta – né completamente accettato dagli alunni né dai colleghi – riflette una domanda centrale: cosa significa davvero “trovare il proprio posto” a scuola? Tuttavia, il film sembra sorvolare su queste tensioni iniziali, trasformando ben presto le dinamiche tra colleghi in un’allegra quotidianità quasi adolescenziale, fatta di pause alla mensa, battute in sala professori e cene condivise.

Guida pratica per insegnanti preferisce concentrarsi sulle “vite dei professori”, proponendo un mosaico di storie personali già viste, in cui la realtà scolastica diventa solo lo sfondo di piccole vicende di gruppo. Se da un lato il film tenta di offrire un ritratto collettivo, dall’altro scivola verso la leggerezza di una commedia di buoni sentimenti, dove ogni scena è permeata da un tono nostalgico e conciliatorio. Anche le difficoltà strutturali dell’istruzione – mancanza di fondi, carenze organizzative, conflitti gerarchici – sono appena accennate, come elementi di un inventario sbrigativo e senza reale urgenza.

Un racconto empatico che valorizza studenti e docenti

Tra alti e bassi, ma con una netta prevalenza di momenti positivi, Guida pratica per insegnanti racconta le giornate di un gruppo di docenti in un collegio della periferia parigina. Ancora una volta, Thomas Lilti dimostra di saper mettere in scena con sensibilità e umanità il mondo dei mestieri legati al prendersi cura dell’altro. Dopo aver esplorato l’ambiente medico, il regista volge lo sguardo a un’altra grande professione spesso data per scontata: quella dell’insegnante.

Vincent Lacoste, ormai attore feticcio di Lilti, è perfettamente a suo agio nel ruolo di un professore di matematica alle prime armi. Il suo personaggio incarna le insicurezze e le ambizioni di chi prova a trovare un equilibrio tra autorevolezza e comprensione. La sua interpretazione riesce a toccare corde universali: ciascuno di noi conserva nella memoria un insegnante che ha fatto la differenza. E Lacoste, con rispetto e tenerezza, restituisce dignità a questo ruolo tanto complesso quanto fondamentale. Accanto a lui, Adèle Exarchopoulos conferma la sua versatilità, offrendo un ritratto convincente e misurato di un’insegnante di matematica, mentre Louise Bourgoin e François Cluzet aggiungono sfumature di intensità e calore al racconto.

Una scena del film Guida pratica per insegnanti
Una scena del film Guida pratica per insegnanti – © 2023 31 Juin Films / Les Films du Parc / France 2 Cinéma / Le Pacte / Les Films de Benjamin

Una favola moderna per parlare al grande pubblico

Nonostante il titolo, Guida pratica per insegnanti non è un film pesante o didascalico. Al contrario, Lilti opta per una messa in scena leggera, a tratti teatrale, che gioca con l’esagerazione e con piccoli momenti di comicità, anche rischiando una certa caricatura. Ma proprio questa scelta stilistica gli permette di staccarsi dal realismo più crudo per abbracciare un racconto più caldo, quasi favolistico, in cui i protagonisti diventano eroi quotidiani senza bisogno di proclami.

Uno degli aspetti più interessanti del film è l’attenzione rivolta anche agli studenti, ritratti con rispetto e autenticità, lontano dagli stereotipi spesso riservati ai giovani delle periferie. In questo senso, Guida pratica per insegnanti riesce davvero a essere un’opera “popolare” nel senso migliore del termine: un film che parla a tutti, che riesce a evocare l’alunno che siamo stati, l’adulto che siamo diventati e il cittadino che vorremmo essere.

Guida pratica per insegnanti
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Sommario

Pur accennando soltanto alle criticità strutturali del sistema, Guida pratica per insegnanti è un film empatico e delicato, che sceglie un tono caldo e corale per raccontare le sfide quotidiane della scuola con leggerezza e autenticità.

Agnese Albertini
Agnese Albertini
Nata nel 1999, Agnese Albertini è redattrice e critica cinematografica per i siti CinemaSerieTv.it, ScreenWorld.it e Cinefilos.it. Nel 2022 ha conseguito la laurea triennale in Lingue e Letterature straniere presso l'Università di Bologna e, parallelamente, ha iniziato il suo percorso nell'ambito del giornalismo web, dedicandosi sia alla stesura di articoli di vario tipo e news che alla creazione di contenuti per i social e ad interviste in lingua inglese. Collaboratrice del canale youtube Antonio Cianci Il RaccattaFilm, con cui conduce varie rubriche e live streaming, è ospite ricorrente della rubrica Settima Arte di RTL 102.5 News.

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