Hugo Cabret: recensione del film di Martin Scorsese

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Arriva finalmente al cinema distribuito da 01 Distribution Hugo Cabret, il nuovo film di Martin Scorsese con protagonisti Asa Butterfield, Ben Kingsley, Chloë Grace Moretz, Sacha Baron Cohen, Ray Winstone, Emily Mortimer e Christopher Lee.

 

Un paio d’anni fa cominciò a serpeggiare la voce che Martin Scorsese si sarebbe cimentato con il 3D in un fantasy ambientato nella Parigi degli anni ’30. Tutti abbiamo aspettato con ansia questa rivelazione, questo inedito rapporto tra un regista come Scorsese e un tecnologia e un genere che mai aveva affrontato prima, e finalmente possiamo vederne il risultato. Con Hugo Cabret ognuno ritroverà l’incredibile dolcezza e la vibrante passione di un ragazzino che insegue un sogno, ancorato all’unico oggetto che gli resta di un padre prematuramente morto.

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La trama di Hugo Cabret

In Hugo Cabret, Hugo (Asa Butterfield) è un orfano che nella stazione ferroviaria di Parigi regola gli orologi, al posto di uno zio ubriacone e sempre in giro a far chissà cosa. Un giorno però incontra Isabelle (Chloë Grace Moretz) e con lei, a poco a poco scoprirà un mondo di sogni lì dove non avrebbe mai sospettato ci fosse qualcosa di così meraviglioso da scoprire.

Chloë Grace Moretz e Asa Butterfield in Hugo Cabret
Chloë Grace Moretz e Asa Butterfield in Hugo Cabret © 2011 – Paramount Pictures

Hugo Cabret è l’amore per il cinema di Martin Scorsese

Scorsese parte dal romanzo bestseller The Invention of Hugo Cabret e ci racconta la storia di un amore verso il cinema, verso l’illusione, verso l’infinita capacità che questo mezzo ha di raccontarci i nostri sogni. Lo fa attraverso gli occhi meravigliati di Hugo, che per una serie di fortunate coincidenze si trova in casa del grande George Méliès (interpretato da Ben Kingsley), primo grande poeta dell’immaginario umano al cinema. Scorsese ci racconta il suo amore verso questo cinema, così grande e profondo da ritagliarsi addirittura un cameo nel film.

L’idea del romanzo, che Scorsese riesce appieno a centrare è quella di rileggere la storia con il genuino senso di ri-scoperta che si cela negli occhi dei ragazzi, anche di quelli, come Hugo e Isabelle, che nella loro giovane vita hanno sofferto la solitudine. Per Hugo il cinema è un luogo di compagnia, di dolce malinconia e di rifugio poiché nella sala buia e nelle immagini in movimento risiede il vivido ricordo di un padre che gli ha lasciato molto più di quello che il ragazzo pensa. Una mente ingegnosa, il desiderio di scoperta, la furbizia nell’ingenuità dell’infanzia, fanno di Hugo un protagonista perfetto per una qualsiasi avventura per ragazzi.

Asa Butterfield in Hugo Cabret
Asa Butterfield in Hugo Cabret. Foto di Jaap Buitendijk – © 2011 GK Films. All Rights Reserved.

Martin Scorsese padroneggia egregiamente il 3D

Da un punto di vista tecnico, Scorsese passa l’esame con il 3D a pieni voti, realizzando dei piccoli piani sequenza in cui la stereoscopia è perfettamente sincronizzata con il movimento di macchina aiutando lo spettatore ad essere coinvolto nella storia. E qui Scorsese si conferma il grande regista che è, mettendo al suo servizio la tecnica, il tutto per realizzare un racconto favoloso, che forse pecca di lentezza nella parte iniziale, ma che ci regala un vero e proprio viaggio nel cinema che fu.

Qualcuno potrebbe dire che nel film c’è poco del regista newyorkese, tuttavia Hugo Cabret è a tutti gli effetti una dichiarazione d’amore verso il cinema, verso l’attrazione e verso la meraviglia, concetti più autoreferenziali che legati alla filmografia precedente del regista. Il film si sostiene anche su di una scenografia luminosa, opera di Dante Ferretti, e su una colonna sonora del grande Howard Shore.

Interpreti del film sono anche Sacha Baron Cohen nel divertente ruolo del Capostazione, Helen McCrory nei panni di Jeanne, moglie e musa di Méliès, e in piccoli ruoli Jude Law, Emily Mortimer, Johnny Depp (che compare anche in veste di produttore), Michael Pitt, Richard Griffiths e France de la Tour.

Hugo Cabret
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Sommario

Qualcuno potrebbe dire che nel film c’è poco del regista newyorkese, tuttavia Hugo Cabret è a tutti gli effetti una dichiarazione d’amore verso il cinema, verso l’attrazione e verso la meraviglia, concetti più autoreferenziali che legati alla filmografia precedente del regista.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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