In Hysteria nel 1880 l’isteria era una delle malattie più diffuse tra le donne, giovani e meno giovani, della medio alta borghesia londinese. Almeno così pensava il Dottor Dalrymple (Johnathan Pryce) che curava le sue pazienti con massaggi localizzati … sotto le gonne. In suo aiuto arriva il giovane ed appassionato Dottor Granville (Hugh Dancy) che con l’aiuto di un suo facoltoso amico, interpretato da Rupert Everett, ‘meccanizza’ il processo di massaggio, arrivando alla straordinaria invenzione che ha rivoluzionato la concezione della sessualità femminile, il vibratore. Nel cast anche la bravissima e briosa Maggie Gyllenhaal, qui irrequieta figlia del Dottor Dalrymple, Charlotte, che si batte con energia per l’emancipazione della donna e per il sostegno verso i meno fortunati.
Hysteria è una commedia leggera, divertente che riesce ad intessere la sua trama frivola, ma neanche poi tanto, di rilevanti questioni sociali, prima tra tutte l’emancipazione femminile e l’uguaglianza tra i sessi, con pari dignità, diritto alla conoscenza, libertà di parola e desiderio di piacere fisico. La regista Tania Wexler si limita a raccontare con una mano leggera ma ligia alle regole una storia fatta di piccoli passi che con il senno di poi hanno cambiato la società. A tutt’oggi il vibratore resta il gadget erotico più venduto al mondo e l’isteria, come diagnosi medica, è stata accantonata, poiché ha effettivamente (e finalmente) preso piede la considerazione che i disturbi uterini sono generati da insoddisfazione e non da una malattia vera e propria.
Hysteria, il film
In
Hysteria tutti gli attori riescono a convogliare
nella loro recitazione il perfetto senso di divertito imbarazzo che
pervade la pellicola e che si riscontra negli sguardi timidi ma
coinvolti e compiaciuti di un pubblico mai così rumoroso in sala.
Su tutti spicca il sempre elegantissimo Rupert Everett, qui
mecenate della ‘medicina’, che con aria seriosa e allo stesso tempo
divertita si lascia trasportare in questa irriverente e avventurosa
scoperta.
Scontato, anche se come al solito fondamentale, il sub-plot romantico che coinvolge i protagonisti risente del clima scanzonato del film, e manda in tilt le convenzioni di decoro e decenza che vigevano all’epoca dei fatti, forse perché coinvolta è una Maggie Gyllenhaal su di giri in un ruolo che le si addice in maniera particolare. Sceneggiatura e decor mandano allegramente all’aria i canoni sociali dell’epoca, senza contare gli anacronismi e le imprecisioni storiche, ma infondo Hysteria non vuole essere una ricostruzione documentaristica di un’invenzione ma un’allegra rilettura di un evento storico fondamentale per l’emancipazione femminile. Come sempre più spesso succede, occhio alle bonus scenes sui titoli di coda! Si esce dalla sala ridendo di gusto.